Re: Piante di buttata
Scusatemi se scrivo solo ora ma il tempo mi è nemico!
Volevo dare il mio piccolo contributo se mi è concesso. Ditemi cosa ne pensate.
CARPINO BIANCO
Iniziamo col prendere in esame la pianta che nella storia dell' uccellagione assieme al faggio è stata la piu' utilizzata per la costruzione dei roccoli:
Carpino Bianco.
E sono proprio le sue caratteristiche, la sua malleabilità e la ottima sopportazione delle potature ad averne determinato la scelta nella costruzione degli impianti di cattura.
Quando si costruivano le strutture portanti del roccolo infatti, dopo aver costruito lo scheletro in legno (solitamente era di castagno), si piantava per ogni palo una piantina di carpino per far si che crescendo quest'ultimo andasse a coprire i pali con il suo fogliame verde e fitto. Dove c'era l'esigenza il carpino veniva delicatamente piegato e quindi legato per fargli prendere quella piega che avrebbe mantenuto per sempre.
Nonostante le continue severe potature il carpino con la pazienza di un mulo ricominciava inperterrito la propria crescita; più le potature erano severe anzi e più esso sviluppava una fitta chioma sui rami rimasti.
Vi è da dire che con il passare degli anni una volta raggiunta la forma voluta dal cacciatore, le successive potature si trasformano in piccoli ritocchi sempre meno invasivi e la pianta sembra trovare un sui equilibrio e cresce sempre meno vigorosamente facendo solo piccoli ricacci annui.
D'ora in avanti spetta alla bravura di chi con pazienza effettua i tagli il compito di conservare quello che in decine di anni si è costruito: ed è in estate che avviene la cosidetta "potatura verde". Tagliando i rami per tenere in ordine la pianta si stimola quest' ultima a produrre prima dell'autunno delle nuove foglie fresche che andranno a rinverdire e infoltire la struttura.
In passato questa operazione iniziava molto presto (giugno/luglio) e poteva durare anche un mese e se non interveniva la mano esperta di un professionista esterno chiamato all'occorrenza, era lo stesso uccellatore che, partendo per le "vacanse" iniziava il periodo dell'uccellagione proprio con la potatura del roccolo per poi fermarsi per la stagione dell'uccellagione.
La longevità di questa pianta e la lentezza nella crescita hanno fatto si che ancora oggi strutture vecchie di centinaia di anni se ne stiano li a far mostra di se lungo i crinali dei nostri monti.
Ma non va certamente pensato che senza le cure costanti e le pazienti potature queste piante rimangano intatte e si conservino: bastano infatti 4-5 anni per veder distrutto il lavoro di una vita.
Ora poichè della antica pratica dell'uccellagione non è rimasto quasi più nulla e le poche strutture arboree rimaste sono utilizzate per la caccia, sempre più spesso capita di veder tagliare questi vecchi storti alberi per far posto a nuove piante di buttata.
Ecco, appunto, la caccia: torniamo a noi.
Il carpino bianco per la caccia ha bisogno di avere almeno una decina di anni per potervi sparare senza creare danni notevoli. Una volta indurito il legno e data una certa forma esso si presta benissimo all utilizzo come pianta di buttata.
Lasciando più o meno verde all'interno il cacciatore seleziona le specie che vuole andare a insidiare.
Se nel folto entreranno prevalentemente tordi e merli, sul seccone posizionato per non rovinare le cime dell'albero saliranno dal fringuello al sassello come il frosone e la cesena.
Ed essendo il carpino una pianta che non lascia cadere tutte le foglie in autunno ma ne conserva una parte tutto l'inverno fino alla germinazione primaverile, sarà una delle piante più ricercate in inverno qualora attorno a lui ci fossero solo piante spoglie.
Per la potatura come detto prima sta al cacciatore scegliere quanto farla drasticamente. Quello che pero' va rispettata è sicuramente la scelta dei rami che formeranno la struttura. Il carpino infatti tende a pollonare in verticale e specie all'inizio si dovranno legare quei rami giovani che formeranno l'impalcatura della pianta. Se la pianta non è troppo giovane non si hanno particolari problemi nell'arrampicata in quanto il suo legno è resistente e flessibile.
Una nota importante va alla legatura dei secconi. Il carpino non soffre particolarmente l' utilizzo del fil di ferro ma se si lascia quest'ultimo troppo a lungo si rischia che la pianta lo avvolga e allora non sarà più possibile toglierlo. E meglio quindi sostituirlo ogni 2-3 anni (cosa che avviene comunque visto che si va a cambiare i secchi). Non essendo un albero monoconico (come abete o ciliegio) si avranno un po' di problemi con il fissaggio dei secchi. Un buon palo lungo aiuterà a fissare questi ultimi.
Che dire unico neo la crescita lenta ma per il resto è il sogno di ogni capannista!
P.S.
Per i Tiroavolisti della Domenica leggere bene:
"Ma non va certamente pensato che senza le cure costanti e le pazienti potature queste piante rimangano intatte e si conservino: bastano infatti 4-5 anni per veder distrutto il lavoro di una vita."
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