Civiltà cattolica la rivista dei gesuiti spesso ha attaccato i difensori dei diritti degli animali e un gesuita ora capo della chiesa nell'anno giubilare della misericordia ha richiamato l'attenzione sul concetto di pietà cristianità, diverso dal pietismo piuttosto diffuso e ipocritamente dominante, una emozione superficiale che "offende la dignità umana" insieme alla compassione che a volte si prova verso gli animali che non vanno umanizzati. E'vero che un animale non è un oggetto e va rispettato, c'è un soffio vitale in tutti ma sono privi di anima, il loro è istinto e il cristianesimo dal serpente tentatore al caprone figura di diavolo, al gatto nero, al corvo nero ecc. ha raffigurato in loro il male, ma come si può avere doveri verso creature che possiamo fare a pezzi , arrostire e mangiare, in realtà gli animali non hanno diritti, il diritto è la prerogativa dell'essere spirituale, oggi c'è più considerazione e giustamente ma non può essere come per l'essere umano che come la chiesa insegna lo considera predominante sugli animali. Come da osservatore romano il messaggio che arriva forte e chiaro e quello dell'indifferenza (spesso in compagna della solitudine) un sentimento talmente negativo che emargina crea disagio e non permette di relazionarsi noi che siamo esseri per natura socievoli, come è possibile isolarsi e isolare le nostre emozioni, è un atteggiamento dei più " aggressivi " quando l'altro falsamente di fatto non esiste, viene ignorato o addirittura considerato una minaccia, forse è una difesa, forse una specie di auto protezione, forse una non cultura, sicuramente come dice Francesco l'indifferenza è il contrario dell'amore.