Re: palle lead-free n toxic
di seguito su piu' post un interessante studio dell'Ing. Ferrandi sul tema:
"PROBLEMATICHE RELATIVE ALL’USO DEL PIOMBO NEL
MUNIZIONAMENTO DA CACCIA
di FERRANDI MARIO , Tecnico Balistico presso l’Autorità Giudiziaria di Piacenza,
già Componente della Commissione Consultiva Centrale per il Controllo delle Armi
presso il Ministero dell’Interno, detentore di 4 brevetti concernenti armi, ex Tecnico
della Fabbrica d’armi Antonio Zoli.
Ho partecipato al convegno nella sede della Regione Emilia Romagna a Bologna in
data 30.10.12 sulla Campagna Informativa per l’utilizzo di munizioni alternative per
la caccia agli ungulati e visionato la relazione dell’ISPRA tenuta a Cervia il 22 e 25
settembre 2011 la cui conclusione è di chiedere “ l’abolizione dell’impiego del
piombo per la caccia agli ungulati e di estendere il divieto per qualsiasi forma di
caccia.”
Tramite Federcaccia di Piacenza, sono venuto a conoscenza delle “ puntualizzazioni
sul documento ISPRA per il piombo del Prof.Nobile”.
Dalle puntualizzazioni del Prof.Nobile al 1° punto leggo: “ manca il rapporto
ponderale tra peso di un pallino di piombo ed il peso di un uccello e di un uomo”.
Vediamo ora di rispondere a questo quesito circa la quantità di piombo rilevabile
nella selvaggina abbattuta.
Selvaggina abbattuta a munizione spezzata( pallini ) .
Come dovrebbe essere ben noto ad ogni cacciatore si specifica che per avere una
elevata probabilità di abbattere normale selvaggina dal passero alla lepre , cacciata a
pallini , si considera ottimale l’impatto nell’area vitale del selvatico di 5 pallini ,
ciascuno del peso 1 cinquemillesimo di quello dell’animale, animato da una velocità
tale per cui l’energia cinetica posseduta da ciascun pallino sia in grado di penetrare
in cavità ( dove sono gli organi vitali più protetti ) e di spezzare le ossa lunghe.
Da quanto sopra si deduce molto facilmente che per un selvatico del peso di 1 Kg. si
devono impiegare pallini del peso di 0,2 grammi che moltiplicati per 5 danno un
grammo, quindi il peso totale ottimale di pallini di piombo per abbattere un selvatico
equivale ad un millesimo del peso dell’animale.
Quanto detto è ciò che si cerca di realizzare nelle migliori condizioni teoriche, nella
realtà si può avere una casistica molto varia tenendo conto che per animali del peso
di oltre 1,5 kg. i pallini che si usano sono più piccoli di quelli teorici.
Si precisa quanto sopra a fini orientativi per indicare il rapporto tra peso di piombo e
peso dell’animale cacciato e dell’uomo consumatore che probabilmente non
inghiottirà tutti i pallini contenuti nell’animale.
PROBLEMATICHE RELATIVE ALL’USO DEL PIOMBO NEL
MUNIZIONAMENTO DA CACCIA
di FERRANDI MARIO , Tecnico Balistico presso l’Autorità Giudiziaria di Piacenza,
già Componente della Commissione Consultiva Centrale per il Controllo delle Armi
presso il Ministero dell’Interno, detentore di 4 brevetti concernenti armi, ex Tecnico
della Fabbrica d’armi Antonio Zoli.
Ho partecipato al convegno nella sede della Regione Emilia Romagna a Bologna in
data 30.10.12 sulla Campagna Informativa per l’utilizzo di munizioni alternative per
la caccia agli ungulati e visionato la relazione dell’ISPRA tenuta a Cervia il 22 e 25
settembre 2011 la cui conclusione è di chiedere “ l’abolizione dell’impiego del
piombo per la caccia agli ungulati e di estendere il divieto per qualsiasi forma di
caccia.”
Tramite Federcaccia di Piacenza, sono venuto a conoscenza delle “ puntualizzazioni
sul documento ISPRA per il piombo del Prof.Nobile”.
Dalle puntualizzazioni del Prof.Nobile al 1° punto leggo: “ manca il rapporto
ponderale tra peso di un pallino di piombo ed il peso di un uccello e di un uomo”.
Vediamo ora di rispondere a questo quesito circa la quantità di piombo rilevabile
nella selvaggina abbattuta.
Selvaggina abbattuta a munizione spezzata( pallini ) .
Come dovrebbe essere ben noto ad ogni cacciatore si specifica che per avere una
elevata probabilità di abbattere normale selvaggina dal passero alla lepre , cacciata a
pallini , si considera ottimale l’impatto nell’area vitale del selvatico di 5 pallini ,
ciascuno del peso 1 cinquemillesimo di quello dell’animale, animato da una velocità
tale per cui l’energia cinetica posseduta da ciascun pallino sia in grado di penetrare
in cavità ( dove sono gli organi vitali più protetti ) e di spezzare le ossa lunghe.
Da quanto sopra si deduce molto facilmente che per un selvatico del peso di 1 Kg. si
devono impiegare pallini del peso di 0,2 grammi che moltiplicati per 5 danno un
grammo, quindi il peso totale ottimale di pallini di piombo per abbattere un selvatico
equivale ad un millesimo del peso dell’animale.
Quanto detto è ciò che si cerca di realizzare nelle migliori condizioni teoriche, nella
realtà si può avere una casistica molto varia tenendo conto che per animali del peso
di oltre 1,5 kg. i pallini che si usano sono più piccoli di quelli teorici.
Si precisa quanto sopra a fini orientativi per indicare il rapporto tra peso di piombo e
peso dell’animale cacciato e dell’uomo consumatore che probabilmente non
inghiottirà tutti i pallini contenuti nell’animale.
PROBLEMATICHE RELATIVE ALL’USO DEL PIOMBO NEL
MUNIZIONAMENTO DA CACCIA
di FERRANDI MARIO , Tecnico Balistico presso l’Autorità Giudiziaria di Piacenza,
già Componente della Commissione Consultiva Centrale per il Controllo delle Armi
presso il Ministero dell’Interno, detentore di 4 brevetti concernenti armi, ex Tecnico
della Fabbrica d’armi Antonio Zoli.
Ho partecipato al convegno nella sede della Regione Emilia Romagna a Bologna in
data 30.10.12 sulla Campagna Informativa per l’utilizzo di munizioni alternative per
la caccia agli ungulati e visionato la relazione dell’ISPRA tenuta a Cervia il 22 e 25
settembre 2011 la cui conclusione è di chiedere “ l’abolizione dell’impiego del
piombo per la caccia agli ungulati e di estendere il divieto per qualsiasi forma di
caccia.”
Tramite Federcaccia di Piacenza, sono venuto a conoscenza delle “ puntualizzazioni
sul documento ISPRA per il piombo del Prof.Nobile”.
Dalle puntualizzazioni del Prof.Nobile al 1° punto leggo: “ manca il rapporto
ponderale tra peso di un pallino di piombo ed il peso di un uccello e di un uomo”.
Vediamo ora di rispondere a questo quesito circa la quantità di piombo rilevabile
nella selvaggina abbattuta.
Selvaggina abbattuta a munizione spezzata( pallini ) .
Come dovrebbe essere ben noto ad ogni cacciatore si specifica che per avere una
elevata probabilità di abbattere normale selvaggina dal passero alla lepre , cacciata a
pallini , si considera ottimale l’impatto nell’area vitale del selvatico di 5 pallini ,
ciascuno del peso 1 cinquemillesimo di quello dell’animale, animato da una velocità
tale per cui l’energia cinetica posseduta da ciascun pallino sia in grado di penetrare
in cavità ( dove sono gli organi vitali più protetti ) e di spezzare le ossa lunghe.
Da quanto sopra si deduce molto facilmente che per un selvatico del peso di 1 Kg. si
devono impiegare pallini del peso di 0,2 grammi che moltiplicati per 5 danno un
grammo, quindi il peso totale ottimale di pallini di piombo per abbattere un selvatico
equivale ad un millesimo del peso dell’animale.
Quanto detto è ciò che si cerca di realizzare nelle migliori condizioni teoriche, nella
realtà si può avere una casistica molto varia tenendo conto che per animali del peso
di oltre 1,5 kg. i pallini che si usano sono più piccoli di quelli teorici.
Si precisa quanto sopra a fini orientativi per indicare il rapporto tra peso di piombo e
peso dell’animale cacciato e dell’uomo consumatore che probabilmente non
inghiottirà tutti i pallini contenuti nell’animale.
4
-Completamente mantellati, come quelli militari, per abbattere animali da
pelliccia senza rovinarli.
-Proiettili da safari per pachidermi o animali pericolosi.Sono proiettili di grosso
calibro monolitici o completamente mantellati con spessore e durezza del
mantello elevata contenenti nuclei pesanti ( anche tungsteno ! ) atti a non
deformarsi ed attraversare integri grosse masse cornee od ossee per
raggiungere il cervello e fermare il più istantaneamente possibile l’animale.
-Proiettili monolitici in rame o sue leghe ,atti ad affungare assai
meno di quelli tradizionali per tiri a lunghe distanze esplosi a
velocità molto elevate per calibri magnum.
Dopo questa disanima chiarificatrice sulla tipologia dei proiettili vediamo quanto
piombo può rilasciare nel corpo colpito del selvatico un NORMALE PROIETTILE
DA CACCIA.
E’ estremamente illuminante una vastissima sperimentazione pubblicata su
Handloader Magazine del giugno 1998 dal titolo THE BEST HUNTING BULLET (
il miglior proiettile per caccia ) .
Lo sperimentatore, Gary Sciuchetti ha esploso proiettili di cal. .30 ( diametro reale
7,82 mm. ) tutti del peso di 180 grani ( 11.7 grammi ) tutti di fabbricazione U.
S.A. di ben 38 tipologie e fabbricazioni diverse per una gamma di velocità compresa
fra 3100 piedi al secondo ( 945 m/ sec.) e 1400 piedi al secondo ( 427 m/sec.) per
intervalli di 100 piedi al secondo ( 30,4 m/sec.) .
Per ciascuna tipologia e per ciascuna gamma di velocità ha indicato la profondità di
penetrazione di 3 proiettili in pacchi di elenchi telefonici imbevuti d’acqua come
raccomandato da Finn Aagaard sul numero di maggio del 1990 della rivista American
Rifleman , il restante peso residuo di ciascuno dei tre proiettili e la relativa foto per
visionarne l’espansione.Dalla puntuale, vasta e precisa sperimentazione sopracitata
prendiamo 4 tipici proiettili molto usati anche in Italia nel cal.30,06 per caccia al
cinghiale.Consideriamo la distanza di 50 metri, specifica per quel tipo di caccia e
verifichiamo che a quella distanza la velocità residua di un proiettile da 180 grani
sparato con carabina semiauto, è di circa 2500 piedi al secondo ( 760 m / sec.) .Ora
consideriamo i proiettili Winchester Silver Tip , Remington Soft Point Round Nose,
Sierra Game King , Hornady Round Nose Interlock .
Il peso residuo rilevato dallo sperimentatore dopo penetrazione nei media sovra
indicati alla velocità residua di 2500 piedi è rispettivamente di 137, 143, 138, 122
Il peso residuo rilevato dallo sperimentatore dopo penetrazione nei media sovra
indicati alla
- - - Aggiornato - - -
5
grani ,quindi un peso medio residuo di 135 grani riferito alle 4 tipologie di proiettili
sopra indicati.
Nel corpo colpito quindi saranno mediamente rilasciati 180 – 135 = 45 grani di
piombo corrispondenti a 2,9 grammi differenza fra peso iniziale del proiettile e peso
residuo dopo essere penetrato nel pacco di elenchi telefonici bagnati simulanti i
tessuti di un animale colpito.
Consideriamo che sia stato colpito un cinghiale del peso di 60 Kg. con un solo colpo
e proiettile ritenuto, nel corpo del cinghiale ,saranno mediamente contenuti 2,9
grammi di piombo frammentato + il proiettile affungato che certamente sarà
eliminato durante la macellazione.
Quindi in un animale del peso di 60 Kg. i 3 grammi di piombo frammentato in esso
residui costituiscono un 20.000esimo del peso dell’animale medesimo!
Queste considerazioni ci danno, direi molto realisticamente, le quantità di piombo
che ci possiamo ragionevolmente aspettare nella selvaggina cacciata tenendo conto
che per animali più grossi o più piccoli di quelli citati si usano calibri e relativi
proiettili di peso proporzionalmente adatto all’animale da abbattere alle varie distanze
con rilasci di piombo anche molto minori relativi a velocità di impatto dei proiettili
molto più basse di quelle considerate.
Con il proiettile monolitico della Barnes sperimentato nelle stesse condizioni, non
abbiamo cessioni di metallo ma penetrazione quasi doppia , il che ha fatto ritenere i
proiettili monolitici ottimali per caccia senza le problematiche relative al piombo.
Nella relazione ISPRA, come in quella del Dr.Mauro Ferri tenuta a Bologna alla data
sopra indicata, si proclama di non aver preconcetti circa l’uso del munizionamento.
Stranamente però, non si cita mai quanto piombo viene assorbito dall’animale
colpito, e poi eventualmente dall’uomo, non solo ma sia nella relazione di Ferri che
in quella di Silvano Toso dell’ISPRA che di altro Tecnico Balistico si mostrano carni
e proiettili completamente frammentati in radiografie di animali colpiti.
Mostrando quanto di più improprio è stato impiegato per l’abbattimento( proiettili
Varmint o da tiro o specifici per basse velocità lanciati a velocità altissime ) si
sostengono le proprie tesi ! assai facilmente credibili da persone non specificatamente
competenti.
Tuttavia il vero problema non è questo! Qualche vero tecnico ha valutato
approfonditamente a quali inconvenienti può portare l’obbligo dell’uso di proiettili
monolitici privi di piombo ,quindi in rame, ottone o bronzo?.
- - - Aggiornato - - -
6
Esempio illuminante, facciamo cadere su di una superficie dura, dalla stessa altezza
due sfere, una di acciaio ( o comunque di metallo “duro”) ed una di piombo e
verifichiamo quanto rispettivamente rimbalzano ! lo stesso fenomeno si verifica con
il rimbalzo dei proiettili che quanto più sono duri ( come i monolitici ) od a bassa
velocità tanto più rimbalzano.
- - - Aggiornato - - -
Ricordiamo che il rimbalzo di un proiettile è quanto di più pericoloso possa
verificarsi nel suo uso in quanto, lo stesso correttamente indirizzato, in seguito
all’impatto su superfici dure o con basse angolazioni devia anche molto fortemente
dalla traiettoria primitiva e tanto più è “ duro” tanto più andrà lontano in quanto
l’energia da esso posseduta non si è dispersa deformandolo, in direzioni del tutto
casuali foriere di gravissimi incidenti.
Ci si è posta questa problematica ?
A sostegno dell’estrema gravità del fenomeno riportiamo una sperimentazione in
proposito effettuata dall’Esercito degli Stati Uniti presso l’Arsenale di Picatinny
riportata da Guns Magazin novembre 2007 autore Holt Bodinson.
La sperimentazione è stata effettuata in seguito ad un incidente di caccia e sono state
posto a confronto le prestazioni di tre tipi di proiettili, un proiettile da caccia a punta
tenera ( nocciolo in piombo ) cal.30-06 del peso di 150 grani ( 9,7 grammi ) con
velocità iniziale di 890 m / sec. , un proiettile sottocalibrato per il cal.12 del peso di
385 grani ( 25 grammi ) con velocità iniziale di 580 m / sec. ed un proiettile per
avancarica di cui non ci interessiamo.
Si specifica che il proiettile sottocalibrato corrisponde a quello di fabbricazione
Winchester con superficie molto dura.
Vediamo le prestazioni che più ci interessano:
con angolo di elevazione di 35° le gittate sono di 13926 piedi ( 4244 metri ) per il
proiettile cal 30.06, e di 10378 piedi ( 3163 metri ) per il sottocalibrato cal.12 (
inimmaginabile la gittata del sottocalibrato ) .