nuova figura del cacciatore (1 utente stà leggendo)

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eugenioamodeo

Cacciatore (10/100)
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roma
Che ne pensato di un rinnovamento della figura del cacciatore? Intendo dire, inserirlo come figura primaria di una catena alimentare sostenibile basata sulla selvaggina, in cui il cacciatore viene formato su norme sanitarie, etiche e pratiche, diventando a tutti gli effetti un professionista del settore? Naturalmente ció aumentando il numero di capi vendibili annualmente, quindi parallelo a una liberalizzazione economica della caccia
 
Quindi parliamo sempre di ungulati ?Praticamente la figura che ipotizzi è quella del carnefice ,o macellaio,per tutta quella moltitudine di persone (tipo la Brambilla) che oramai lontanissime dal mondo della ruralità hanno però voglia di farsi ogni tanto due costatine di cervo. Io invece proporrei l'assoluto divieto di qualsiasi tipo di selvaggina : cosi chi la vuole o se la và a cacciare o aspetti di averla in dono da qualche amico cacciatore. Vedresti quanti "anti" per moda cambierebbero atteggiamento
 
Quindi parliamo sempre di ungulati ?Praticamente la figura che ipotizzi è quella del carnefice ,o macellaio,per tutta quella moltitudine di persone (tipo la Brambilla) che oramai lontanissime dal mondo della ruralità hanno però voglia di farsi ogni tanto due costatine di cervo. Io invece proporrei l'assoluto divieto di qualsiasi tipo di selvaggina : cosi chi la vuole o se la và a cacciare o aspetti di averla in dono da qualche amico cacciatore. Vedresti quanti "anti" per moda cambierebbero atteggiamento
Intendevo : assoluto divieto di vendita di qualsiasi tipo di selvaggina ....
 
Da noi e' vietato vendere, comprare o barattare qualsiasi tipo di selvaggina, intera o parti di essa. Tutta la "selvaggina" che trovi nei ristoranti e' d'allevamento, da struzzi a fagiani, da cervi a wapiti, da bisonti ad alligatori, da cinghiali a gambe di rane-toro, da colini a pernici e starne. Tutti animali interi e carne macellata ben documentati e controllati.
Se vuoi regalare della carne di cervo o un mazzo di tortore, o un paio di fagiani, o anche un salmone o una dozzina di trote selvatichea qualcuno, devi fare una dicharazione scritta della cessione specificando che nulla e' stato ricevuto in cambio.

Al principio del '900 la caccia per il mercato aveva quasi distrutto intere popolazioni animali. Dopo il divieto del commercio di selvaggina, piano piano (ma con diverse eccezioni) quelle popolazioni rifiorirono, ed oggi certe di esse contano piu' esemplari di quanti ce ne fossero prima che Cristoforo Colombo approdasse nelle Americhe.
 
Eppure una filiera sostenibile di selvaggina é giá stata avviata in Trentino, Emilia Romagna e sta iniziando a prendere piede anche in Lombardia. Perché dici che starei proponendo una figura del carnefice o macellaio? Si tratterebbe semplicemente di fare uno scatto da cacciatore per passione a cacciatore per lavoro. Naturalmente sarebbe tutto regolamentato, il numero di cacciatori, i capi vendibili ecc. Ció non significa che comunque non si potrebbe piú cacciare per passione, ma semplicemente che si avrebbe una disponibilitá per la gente comune, non cacciatori, di carne fresca locale e non importata dall'estero, i ristoranti potrebbero approvigionarsi direttamente da questi. Che cosa non vi convince esattamente?
 
Quindi parliamo sempre di ungulati ?Praticamente la figura che ipotizzi è quella del carnefice ,o macellaio,per tutta quella moltitudine di persone (tipo la Brambilla) che oramai lontanissime dal mondo della ruralità hanno però voglia di farsi ogni tanto due costatine di cervo. Io invece proporrei l'assoluto divieto di qualsiasi tipo di selvaggina : cosi chi la vuole o se la và a cacciare o aspetti di averla in dono da qualche amico cacciatore. Vedresti quanti "anti" per moda cambierebbero atteggiamento
NOn per forza ungualati! Il primo pensiero va a loro semplicemente perché la loro carne é piú comune ma faccio un discorso relativo a tutta la cacciagione
 
Per fare questo, ulteriori corsi, abilitazioni, domande, marche da bollo e compagnia. Forse con gli ungulati riesci a fare qualcosa, ma la penna la vedo dura anche perché il futuro della caccia non e quest ultima
 
Eppure una filiera sostenibile di selvaggina é giá stata avviata in Trentino, Emilia Romagna e sta iniziando a prendere piede anche in Lombardia. Perché dici che starei proponendo una figura del carnefice o macellaio? Si tratterebbe semplicemente di fare uno scatto da cacciatore per passione a cacciatore per lavoro. Naturalmente sarebbe tutto regolamentato, il numero di cacciatori, i capi vendibili ecc. Ció non significa che comunque non si potrebbe piú cacciare per passione, ma semplicemente che si avrebbe una disponibilitá per la gente comune, non cacciatori, di carne fresca locale e non importata dall'estero, i ristoranti potrebbero approvigionarsi direttamente da questi. Che cosa non vi convince esattamente?
Io penso che chi va a caccia diciamo "per passione" non ha x scopo solo quello di riportare a casa capi di selvaggina , ma va per un'insieme di cose tra cui il "come" prendere tali capi e delle volte x questo "come" si astiene anche dallo sparare ! Già adesso invece c'è una marea di gente che ci và solo x sparare figurati se poi può vendere pure la selvaggina. Ho conosciuto un tizio che fa' anche l'accompagnatore che aveva 5 surgelatori x selvaggina da mandare al nord ,ed è proibito, immagina se diventasse legale !!! Andare a caccia non per passione ma per lavoro non è come il macellaio quando va in macelleria ? Penso che la risposta sia in quello che ha detto G
 
Io penso che chi va a caccia diciamo "per passione" non ha x scopo solo quello di riportare a casa capi di selvaggina , ma va per un'insieme di cose tra cui il "come" prendere tali capi e delle volte x questo "come" si astiene anche dallo sparare ! Già adesso invece c'è una marea di gente che ci và solo x sparare figurati se poi può vendere pure la selvaggina. Ho conosciuto un tizio che fa' anche l'accompagnatore che aveva 5 surgelatori x selvaggina da mandare al nord ,ed è proibito, immagina se diventasse legale !!! Andare a caccia non per passione ma per lavoro non è come il macellaio quando va in macelleria ? Penso che la risposta sia in quello che ha detto Giovannit
Chissa se tornasse in vita qualche grande della caccia come Niccolini, Gramignani,Noghera,Bocchiola, Mazzotti ecc che faccia farebbero 😳
 
In Germania ad esempio è legale commercializzare la selvaggina , hanno i loro regolamenti e non c’è nulla di scandaloso , non mi risulta che abbiano sterminato per questo la selvaggina, piuttosto trovo ipocrita l’atteggiamento di nazioni come l’Italia che ne vieta il commercio ma poi consente l’importazione di selvaggina per uso alimentare dall’ estero .

p.s.: all’epoca di Niccolini & c. si viveva di caccia ancora, loro no visto il lignaggio ma altri ci sbarcavano il lunario.
 
Se permetti, senza andare sino al Niccolini, ti posso parlare della famiglia di mio padre o di tanti loro coetanei, che prima della 2 ww qui in palude pontina andavano la notte con rete e lampada ad acetilene a riempire sacchi di allodole o pavoncelle ecc per poi farle con la polenta o di un mio vicino, che per vendere gli storni presi con le reti (già vietato) li legava lungo una staccionata e poi gli faceva sparare col fucile da qualche amico. Beh, nessuno di loro si faceva chiamare cacciatore o aveva il porto d'armi. Quello era bisogno. Purtroppo oggi quella mole di migratoria non esiste più però ci sono persone che illegalmente continuano a farlo, vogliamo renderlo legale ? Diverso per selvaggina allevabile che o gli spari o in altra maniera è fatta per arrivare sulla tavola.
 
In Germania ad esempio è legale commercializzare la selvaggina , hanno i loro regolamenti e non c’è nulla di scandaloso , non mi risulta che abbiano sterminato per questo la selvaggina, piuttosto trovo ipocrita l’atteggiamento di nazioni come l’Italia che ne vieta il commercio ma poi consente l’importazione di selvaggina per uso alimentare dall’ estero .

p.s.: all’epoca di Niccolini & c. si viveva di caccia ancora, loro no visto il lignaggio ma altri ci sbarcavano il lunario.
La differenza fra Germania ed altri paesi senza Art. 842 ed Italia la selvaggina non appartiene allo stato ne' e' res nullius, ma appartiene al proprietario del latifondo sul quale la selvaggina nasce, cresce e muore ed e' vista come una risorsa commerciale che va coltivata con cura, protetta, e poi utilizzata. E' amministrata come un saggio investitore fa con le sue finanze: il capitale non si intacca mai, ed invece si gode e si usa l'interesse che scaturisce dal capitale--nella fattispecie della selvaggina, il sovrappiu'. E per far crescere capitale ed avere abbondante sovrappiu', il proprietario terriero di quei paesi investe in pratiche agriculturali che mantengono l'habitat idoneo a popolazioni ottimali di selvatici. Questo costa, ed e' naturale che il proprietario terriero possa vendere la selvaggina abbattuta sulla sua proprieta'.
In Italia non credo proprio che ci sia una saggia amministrazione delle risorse venatorie, ne' in generale (con eccezioni, naturalmente) dai proprietari di fondi, ne' dallo stato, che sebbene incameri grandi somme di denaro da licenze di caccia costosissime, non credo che faccia molto per ottimizzare le popolazioni di animali cacciabili e non cacciabili. Di parchi, oasi, e terreni proibiti alla caccia ne fa tanti, ma nulla e' fatto per valorizzare per i selvatici tali posti off limits ai cacciatori, ai pescatori, ecc. Un esempio recente e' Orbetello, da cio' che leggo qui, ed un altro posto che a me fu caro, Fogliano. Da quando Fogliano e' diventato parco, l'habitat si e' degradato. Invece quando era riserva (costosissima a divenirne soci), tutto era ben curato per l'ottimizzazione dell'arrivo e permanenza di anatidi e trampolieri.
Per quanto riguarda gli spezzettatissimi terreni privati cacciabili, perche' mai i proprietari dovrebber spendere soldi e fatica per valorizzarli al massimo dal punto di vista venatorio, se poi, grazie all'Art. 842, chiunque puo' andarci a cacciare senza dover pagare una quota o almeno dare al proprietario parte della selvaggina abbattuta da vendere per ammortizzare le spese fatte per favorire la selvaggina. Invece l'agricoltura intensiva e' per loro l'unica fonte di guadagno, e naturalmente tali pratiche agriculurali non solo non aiutano la selvaggina, ma in genere le sono deleterie. Nei terreni pubblici italiani cacciabili (ma non conosco il loro status legale ed amminstrativo e chiedo a voi se sul terreno demaniale si puo' cacciare o no--perche' non lo so affatto) vi risulta che lo stato, o la provincia, o l'entita' amministrativa che lo governa spenda gran parte dei proventi delle licenze, delle accise, ecc. per far si' che la selvaggina prosperi? A voi la risposta.

Ad ogni modo, tutto cio' che credo di sapere su questi aspetti della caccia italiana proviene da cio' che si scrive qui, e cio' che spigolo dai quotidiani italiani. Percio' io stesso ci faccio la tara del 25%. Dove sbaglio, correggetemi pure. Fatte in maniera civile (non col "ma tu kekkazzo ne sai?") le correzioni sono sempre ben viste ed utili.
 

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