Mais cancerogeno, servirà a produrre energia a biogas

Alberto 69

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Gran parte del mais italiano prodotto nello scorso anno è contaminato da una tossina cancerogena, prodotta da un particolare tipo di muffa. Pertanto inutilizzabile, almeno ai fini alimentari. Per questo un'intesa tra le regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna ha deciso di dirottare l'enorme carico di mais (350 mila tonnellate) ad altra destinazione: servirà alla produzione di energia negli impianti di biogas.

L'imputata è l'alfatossina B1, una microtossina inserita dallo Iarc (International agency for research on cancer) in Classe 1, cioè sicuramente cancerogena per l’uomo. A far nascere le aflatossine sarebbe stata la grande siccità della scorsa estate. Le contaminazioni da aflatossine colpiscono soprattutto il mais, sono favorite da clima secco e colture estensive e per questo il mais sudorientale è quello che si è dimostrato più a rischio.

“Per gli agricoltori è un’opportunità di reddito e ben venga l’impiego per la produzione di energia da mais non utilizzabile nella catena alimentare. L’importante – dice Marco Mazzoncini, direttore del Ciraa, il Centro interdipartimentale di ricerche agro-ambientali dell’università di Pisa, al fattoquotidiano.it – è non sottrarre terreno alla produzione alimentare e zootecnica per farne energia”.


Quella delle alfatossine è un fattore di rischio per diversi alimenti, carne e latte compresi. La contaminazione infatti può arrivare fino agli animali da fattoria, se hanno ingerito questo tipo di cereale contaminato. Al Laboratorio agroalimentare dell’associazione regionale degli allevatori lombardi per esempio analizzano costantemente il latte di mucca. Su 200 campioni sospetti analizzati ogni settimana, solo il 13 per cento risulta “pulito” da aflatossine
 
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