axel69

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[h=1]Il Comitato economico e sociale europeo ha prodotto un documento nel quale propone "l'attuazione di un programma per l'acquisto di armi da parte degli Stati membri in vista della loro distruzione". Altri soldi pubblici sperperati per niente?[/h]





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[h=2]Scarica gli allegati:[/h]

Lo scorso 26 gennaio, il Comitato economico e sociale europeo ha prodotto un documento, inoltrato per la discussione il 2 febbraio alla sezione controllo acquisizione armi della commissione Mercato unico, produzione e consumo. In questo documento, il comitato non solo "sposa" in toto i contenuti della proposta di direttiva europea in discussione in queste settimane (che, ricordiamo, parla di mettere al bando le armi "di aspetto militare" e altre restrizioni), ma si lancia addirittura più avanti, proponendo "non solo norme per il conseguimento della licenza di porto d'armi e il divieto di taluni tipi di arma, ma anche l'attuazione di un programma per l'acquisto di armi da parte degli Stati membri in vista della loro distruzione" (È il cosiddetto "buyback"). Ciò sull'esempio di quanto fu fatto in Australia, argomentando che "Il programma di acquisto di armi è basato sull'idea che la disponibilità di armi permette agli impulsi omicidi delle persone di tradursi in atto commettendo un eccidio". Per sostenere una tale proposta, si adduce la motivazione secondo la quale negli ultimi dieci anni, sarebbero state uccise nel territorio dell'Unione ben 63 mila persone con armi legalmente detenute, escludendo i suicidi e gli incidenti. Il dato è palesemente falso, ma il problema va molto oltre: se veramente si desse ascolto al comitato e se veramente la direttiva europea venisse approvata così come è, i singoli Stati membri dovrebbero stanziare un budget di svariati miliardi di euro, sia per compensare (a norma del diritto europeo e dei diritti nazionali) l'espropriazione delle B7, sia per finanziare l'acquisto (volontario stavolta) di armi dai privati. Lascia semplicamente stupefatti la faciloneria con la quale i burocrati europei discettano di materie delle quali nulla sanno, sciorinano dati deformati e completamente avulsi dalla realtà a sostegno delle proprie tesi ma, soprattutto, propongono faraonici programmi senza minimamente interrogarsi sul costo per le tasche dei contribuenti, soprattutto considerando il momento storico di crisi economica e le imponenti risorse che bisogna stanziare ogni anno per l'accoglienza ai rifugiati. Per guardare il documento in originale (lingua italiana), CLICCA SULL'ALLEGATO.
 
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