Come ha detto Torraiolo, la regola e' che non c'e' regola. Ci sono animali che colpiti con una .22 LR crollano sul posto, altri che colpiti da un .458 WM corrono mezzo miglio. Hai detto giusto che il punto colpito e' l'elemento piu' essenziale. Una palla al sistema nervoso centrale (cervello, collo parte anteriore della spina dorsale in prossimita' della scapola) provochera' la caduta immediata dell'animale e la morte quasi istantanea. Una palla nella spina dorsale piu' indietro provochera' la caduta immediata per via della paralisi degli arti inferiori, ma l'animale non morira' immediatamente. Dal punto di vista venatorio e anche nella legittima difesa sia contro animali che umani e' piu' importante fermare che uccidere. Un cervo colpito al cuore o ai polmoni, o anche negli intestini riceve una ferita letale, perche' morira' di sicuro. Ma non verra' necessariamente fermato, e potrebbe anche essere perduto (o, nel caso della legittima difesa, un animale o umano potrebbe farti fuori prima di morire). Io preferisco il termine "incapacitazione" a "letalita'." E a caccia cerco sempre di attingere il sistema nervoso centrale, direttamente o indirettamente. Ecco perche' sparo sempre alla punta della scapola, un po' in alto. O la palla colpisce la base del collo direttamente, o frammenti di osso e cartilagine e lo shock idrodinamico della palla danno un colpo d'ariete tale alla colonna vertebrale da atterrare l'animale immediatamente. Inoltre anche cuore e polmoni vengono danneggiati dal colpo se si usa un calibro abbastanza grosso e potente. Io preferisco calibri grossi e non troppo veloci, come il .338 WM con palla Nosler Partition da 250 grani che uso sempre e che non mi ha mai fatto perdere un animale.