Re: LAC VICENZA
detto fatto.....
dal giornale di Vicenza di oggi:
LA STAGIONE VENATORIA. Una delegazione di animalisti in azione di disturbo sul Brenta
Pentole anti-caccia
Doppiette a secco
di Sara Marangon
Missione compiuta. La delegazione di animalisti, circa una cinquantina, che ieri mattina si è ritrovata al confine della Zps (zona protezione speciale) di Nove per disturbare i cacciatori all'apertura della stagione venatoria, può dirsi soddisfatta. Le doppiette che non avevano ricevuto la soffiata dell'area prescelta dagli “Angeli custodi della fauna selvatica", infatti, sono tornate a casa per lo più senza bottino.
Scortato dai carabinieri, alle prime luci dell'alba il gruppo di animalisti ha battuto la zona vicino al Brenta con un unico scopo: quello di spaventare gli animali per farli fuggire dai seguaci di Diana. Il metodo prescelto è stato quello che Vicenza, con i comitati del No Dal Molin, conosce fin troppo bene: le “pignatte". Così, con padelle, fischietti, campane, trombe e quant'altro facesse rumore, i cinquanta amanti degli animali (tra cui alcuni da Napoli, Milano, Pordenone e Modena) si sono incamminati lungo l'argine del fiume. L'incontro con il primo cacciatore non tarda ad arrivare. I ragazzi lo vedono da lontano, gli urlano tutto il loro disappunto al megafono, e si avvicinano battendo con forza i coperchi. L'uomo ribatte con poche parole, scatta qualche foto con il telefonino, poi si carica il fucile sulle spalle e se ne va. Un centinaio di metri più in là la scena si ripete: questa volta i seguaci di Diana sono quattro, e con i cani al seguito. Gli animalisti gridano al quartetto di consegnare loro i quattro zampe: questo perché, come spiegano poi, i cani da caccia spariscono nel nulla dopo qualche anno di lavoro a fianco delle doppiette. I quattro si fermano a rispondere, i toni si scaldano, poi scaricano i fucili e, specificando che “L'uomo caccia dalla preistoria", lasciano l'area a grandi passi.
La mattinata, di un freddo pungente, prosegue così, finché qualche sparo in lontananza attira l'attenzione del gruppo. Di corsa si arriva sulla riva del Brenta: dall'altra parte alcuni cacciatori si godono la scena. Una decina di animalisti entra in acqua e attraversa il fiume. Arrivati dall'altra parte si scopre che non tutti avevano il fucile in spalla: certi portavano la canna da pesca. Non importa, la discussione prosegue anche con questi ultimi. Vengono gettati dei sassi in acqua per bagnare ulteriormente gli animalisti. Gli animi si scaldano, ma niente sfugge al controllo e dopo una quindicina di minuti di confronto ognuno va per la sua strada certo di aver parlato al vento. «Anche il terzo atto di questo fine settimana anticaccia è riuscito - spiega sulla via del ritorno Massimo Vitturi, responsabile caccia selvatica nazionale della Lav -. Si sono sentiti pochi spari e lontani: questo vuol dire che siamo riusciti nel nostro intento di disturbare le doppiette vicino a un'area Zps. Speriamo che il governo introduca delle restrizioni all'attività venatoria nelle Zps. Per esempio si potrebbe iniziare imponendo l'uso di pallini non in piombo nelle zone umide».