Portando la mia esperienza, confermo quanto scritto. Sono stato ospite in provincia di Mantova e le regole erano quelle che ho riportato. Ho invitato un paio d’amici nel mio ATC, e per farli cacciare tutti e due, ho dovuto chiedere un permesso rilasciato ad un altro socio del mio stesso ATC. Per Davide: si deve capire a quale titolo sei andato a caccia in un’altra regione. Ad esempio, quando con altri amici sono stato a caccia di cinghiali a Grosseto, se avessi abbattuto un capo (purtroppo non è accaduto nelle due volte che ci sono stato) l’avrei certamente segnato nel mio tesserino. Ma non era certo il caso di cui stiamo parlando. La stessa cosa dicasi per quando si va a caccia d’allodole a San Severo (Fg). Anche il quel caso chi abbatte il capo lo segna nel proprio tesserino, ma anche quello è un caso diverso. L’argomento del quale si parlava era il seguente: se invito un amico a cacciare nel mio ATC, come devo fare? Si parte dal presupposto che “l’amico invitato” non abbia fatto alcuna domanda all’ATC; non sia iscritto nell’ATC e, ad un eventuale controllo, non risulterebbe socio; non abbia contribuito alle spese di gestione dell’ATC; etc, etc. E’ per questo motivo che deve avere un permesso di ospite che usufruisce della selvaggina a disposizione dell’ospitante. In ultimo, per quanto riguarda la caccia alla sola selvaggina migratoria, non mi risulta che si possa cacciare senza essere iscritto all’ambito, per cui vale lo stesso ragionamento di cui si è parlato sopra. Per concludere, però, consiglio e confermo quanto ho scritto nel primo messaggio: solo all’ATC ti possono dire quali sono le regole. Infatti è il direttivo dell’ambito, limitatamente alla propria autonomia di gestione, che le stabilisce. Un’ultima curiosità: nel mio ATC, fino ad alcuni anni orsono, erano concessi un massimo di dieci permessi annuali e l’ospite poteva venire solo dopo una certa data del mese d’ottobre. Cordialmente, Santuberto