Bel post.
La prima licenza mi costringeva a vagare accompagnato da qualcuno che l'avesse da almeno tre anni.
A tutti gli effetti questo non è mai accaduto, e ho preferito andare a caccia pochissime volte.
Mi sembrava che in giro non ci fosse niente, ma questo dipendeva anche dal fatto che "non sapevo guardare" ciò che mi circondava.
Ogni tanto pensavo con un brivido a come satrebbe stato il rpimo incontro con il selvatico.
Il cane era un breton, già al tempo vecchietto, che mi avevano rifilato perchè non sopportva la vista degli altri cani. Quando lo portava in giro lavorava tanto, ma mi alzava le anatre lontano, quando io non ero in condizioni di tirare.
Le poche volte che ci sono riuscito poi, erano padelle mostruose, avevo paura dello sparo e sparavo pochissimo, perchè mi sembrava che il 12 facesse un casino incredibile. Avevo sempre paura delle distanze da rispettare, delle case se ce n'erano nei dintorni. Non tiravo sicuro e alla fine non sapevo nemmeno sparare: il risultato erano colpi esplosi a vuoto.
Così mi comperai il mio primo fucile, che è un 20.
Lo sparo era sopportabilissimo, e mi sentivo molto più sicuro.
Un giorno uscii col cane e vidi buttarsi un gruppo di anatre in un fosso lontano. Misi il cane a guinzaglio e mi diressi verso il posto dove le avevo viste buttarsi. Ovviemnte le anatre si erano spostate un pò e partirono tutte insieme con gran fragore da tutt'altra direzione di dove la credevo iol prendendomi di sorpresa.
Ma ero talmente innervosito sia per l'imprevisto che per il fatto che ero stufo di padellare che mi presi tutto il tempo per puntarne una, anche se la ritenevo lontana (e non lo era, col senno di oggi), e di sparare. L'anatra cadde accartocciandosi e finì nel fosso. Il cane, sopreso dal fatto che finalmente avevo preso qualcosa, fu ben felice di recuperarla.
La soddisfazione nel segnare la mia prima preda sul tesserino fu enorme, ma nulla in confronto con la mia prima vera preda, quella che chè mi lasciò un segno e che cercai a lungo, prima di incarnierare: il beccacino