Ragazzi, il fucile è stato pulito dall'armaiolo e la sicura di conseguenza s'è sbloccata. Non resta ora che provarlo! :) Se avete altre info sulla doppietta e consigli da darmi ve ne sarò grato, grazie :)
 
Valutare i lavori necessari è impossibile osservando semplicemente delle foto. Un bravo armaiolo saprà dirti di cosa ha bisogno l'arma. Con canne e chiusure in ordine la tua doppietta può sparare qualsiasi cartuccia cal. 20 con bossolo da 70 mm. Le canne di quella serie erano mitiche. Prendici la mano e farai impallidire gli utilizzatori di fucili attuali.
 
Ascolta ,ne ho una identica,acquistata una 15ina di anni fa...ma con le canne già accorciate a 65 cm,praticamente cilindriche.....la uso con il cane da ferma,cartucce senza contenitore,bilanciatissima e micidiale per le stoccate.... e la cosa più incredibile è che ci ho fatto anche tiri a distanze da non credere.
il Nonno se ne intendeva...per le mani hai un gran bel pezzo di storia....IBAL
 
Hai avuto in dono un bellissimo fucile..usalo vedrai ke tuo nonno da lassù ne sarà orgoglioso..
saluti,Alberto
 
Felicitazioni per la bellissima doppietta. Di quella serie (409-410-411) ne ho diverse, in particolare una 410 in cal.24 del 1953.
Era il tipo "piccione", prodotto sin dagli anni '29-'30 con caratteristiche e nomi variabili negli anni(10-1010-310-410), fino all'ultima apparizione sul catalogo del '64. I modelli prodotti fino alla fine degli anni '50 avevano il calcio pieno fissato con viti trasversali verticali, come quella ereditata, mentre successivamente è stata adottata la soluzione con tirante longitudinale nel calcio cavo. Il modello senza estrattori delle serie con calcio pieno aveva l'accoppiamento legno bascula con linea dritta, mentre il tipo con ejectors aveva la giunzione a "parentesi graffa". Tutti i modelli avevano la triplice chiusura, con terza chiusura Greneer (come quello in oggetto) oppure Purdey (tipo "P410").
Rispetto alle serie successive le differenze consistono in: molle ancora a lamina, bascula di maggiore larghezza (almeno rispetto a quelle alleggerite delle 424-426 prodotte negli anni '70), primo rampone passante. L'arma è sicuramente più "consistente" rispetto ai modelli Beretta prodotti successivamente. Volendo fare un paragone, sarebbe confrontabile con una 426 o una 626 (senza ejectors). Per quanto riguarda le canne, dovrebbero essere "Alloy Chromium Compressed Steel Special Type Titania", di ottima qualità e dalle notevoli prestazioni.
Cercherò di allegare uno stralcio del catalogo del 1956, dove a pag.8-9 è rappresentato il modello con ejectors.
Io non avrei messo il calciolo a doppia ventilazione, considerando anche che si tratta di un cal.20, perché temo che l'armaiolo abbia spianato il calcio per raddrizzarlo e forse anche accorciato.
 
Ragazzi, il fucile è stato pulito dall'armaiolo e la sicura di conseguenza s'è sbloccata. Non resta ora che provarlo! :) Se avete altre info sulla doppietta e consigli da darmi ve ne sarò grato, grazie :)
Non riesco ad allegare le pagine del catalogo del '56 e del listino (sono in pdf). Dovrei provare a convertire i files. In alternativa, se vuoi darmi l'indirizzo email in mp, posso inviarle direttamente.
Giovanni
 
Felicitazioni per la bellissima doppietta. Di quella serie (409-410-411) ne ho diverse, in particolare una 410 in cal.24 del 1953.
Era il tipo "piccione", prodotto sin dagli anni '29-'30 con caratteristiche e nomi variabili negli anni(10-1010-310-410), fino all'ultima apparizione sul catalogo del '64. I modelli prodotti fino alla fine degli anni '50 avevano il calcio pieno fissato con viti trasversali verticali, come quella ereditata, mentre successivamente è stata adottata la soluzione con tirante longitudinale nel calcio cavo. Il modello senza estrattori delle serie con calcio pieno aveva l'accoppiamento legno bascula con linea dritta, mentre il tipo con ejectors aveva la giunzione a "parentesi graffa". Tutti i modelli avevano la triplice chiusura, con terza chiusura Greneer (come quello in oggetto) oppure Purdey (tipo "P410").
Rispetto alle serie successive le differenze consistono in: molle ancora a lamina, bascula di maggiore larghezza (almeno rispetto a quelle alleggerite delle 424-426 prodotte negli anni '70), primo rampone passante. L'arma è sicuramente più "consistente" rispetto ai modelli Beretta prodotti successivamente. Volendo fare un paragone, sarebbe confrontabile con una 426 o una 626 (senza ejectors). Per quanto riguarda le canne, dovrebbero essere "Alloy Chromium Compressed Steel Special Type Titania", di ottima qualità e dalle notevoli prestazioni.
Cercherò di allegare uno stralcio del catalogo del 1956, dove a pag.8-9 è rappresentato il modello con ejectors.
Io non avrei messo il calciolo a doppia ventilazione, considerando anche che si tratta di un cal.20, perché temo che l'armaiolo abbia spianato il calcio per raddrizzarlo e forse anche accorciato.

Devo dire Giovanni che mi hai fatto una bella analisi della doppietta ;) Comunque per quanto riguarda il calciolo l'armaiolo per quanto ho visto ha leggermente tagliato il calciolo per poi applicare il calciolo in gomma portando la lunghezza del calcio a 34,5 per quanto ho sentito, purtroppo con il calciolo originale il fucile mi andava decisamente corto visto che mio nonno per quanto mi è stato detto era alto non oltre un metro e 60 contro il mio metro e 76! ;) Dimenticavo di dire che questa è senza estrattori!
 
Ragazzi, ho provato ieri la doppietta al tiro, confermo sia l'ottimo brandeggio sia i bei tiri (soprattutto di seconda canna * quando centravo il piattello non restava niente! sarei curioso comunque prima o poi di provare le rosate alla placca) sia la leggerissima sensazione di legnata nelle mani (non una cosa eccessiva però, il bilanciamento l'ho trovato invece ottimo) e di maggior rinculo, questo più che con le B&P F2 piombo 8 24 grammi da tiro l'ho avvertito maggiormente con le piombo 7 28 grammi marca Armusa sempre da tiro, infatti ho una leggera sensazione da ieri di fastidio sulla spalla. Per il resto ho fatto 26/50, devo dire che essendo la prima volta che sparo in assoluto con un calibro 20 e con una doppietta penso che non me la sia cavata male. L'unica cosa che ho notato è che a volte non riuscivo ad estrarre il bossolo vuoto perché la bascula per pochi millimetri non si apriva del tutto, ma credo che questo sia dovuto al fatto che il fucile si può dire che sono le prime volte che spara, visto che chiunque ha visto la doppietta ha detto che ha sparato poco e niente. Grazie ancora per i consigli e a breve vi posterò anche le foto dei legni che ho provveduto a mettere leggermente a nuovo.
 
Nel 1960 mio padre me l'acquistò affinché accettassi di farmi operare alle adenoidi. (Ero perfino scappato dall'ospedale quel giorno)
In verità se l'era comprato per lui poiché ero ancora un bambino. Comunque il mio primo fucile a 16 anni fu proprio questo con legni bellissimi, canne 71, strozzature 1/3 e estrattori automatici bigrillo.
Devo dire che non ho mai avuto una grande soddisfazione per le doppiette e dopo averla tenuta per oltre quarant'anni, la cedetti...immacolata.. per un sovrapposto più recente ma con legni decisamente industriali.
I difetti riscontrabili sono: 1) bilanciatura assente e sparando si sente una legnata secca sulle mani 2) Solitamente la bindella si stacca dalle canne ed anche se ad occhio nudo non si nota bisogna batterle con un altro ferro e sentire il suono ....per determinare ciò che ho detto.
E' comunque una doppietta del valore...se tenuta perfetta senza alcuna incrostazione ....di 800/1.000 euro al massimo.
 
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Salve ragazzi, volevo presentarvi il dono che mio nonno Francesco dall'aldilà mi ha fatto, la sua Beretta 410 calibro 20, canna 71 ***/*, ritrovata dopo anni. Finalmente ora è mia. Innanzitutto vorrei un parere sulla doppietta in sé, per quanto so è del 1956, fu pagata allora 56000 £ (sarei curioso di sapere il costo attuale di una simile doppietta, seppur non la cederei a nessuno neanche se fossi torturato) e forse mio nonno la usava oltre che a caccia anche al tiro al piccione, sebbene più di uno mi ha detto che la doppietta ha sparato molto poco. Al momento è da un armaiolo in quanto una vite capricciosa, sotto la bascula, per smontare il fucile e vedere in che condizioni è all'interno, non ne vuole sapere di svitarsi. Il calciolo è stato fatto sempre da un armaiolo locale pochi giorni fa. Quello che da voi vorrei sapere è quali accorgimenti vanno usati con quest'arma come manutenzione e uso (in particolare mi chiedo quanti grammi di piombo potrebbe sopportare, essendo camerata 20/70) e se il fatto che la sicura sia bloccata sia dovuto all'inutilizzo o ad un guasto della stessa. I percussori e i grilletti funzionano, l'altro problema è anche la ruggine: internamente l'arma dopo una pulizia con gli scovoli è perfetta, non presenta camolature o difetti vari, mentre esternamente è presente un po' di ruggine sotto l'asta, ma non è comunque diffusa in tutta la canna. Vorrei sapere se è il caso di fare una brunitura o meno e basta semplicemente passare l'olio sulle canne ogni volta che si usa, secondo me le canne non necessitano di brunitura, però vorrei sapere da voi ulteriori consigli, pareri e così via. Grazie!
 
Felicitazioni per la bellissima doppietta. Di quella serie (409-410-411) ne ho diverse, in particolare una 410 in cal.24 del 1953.
Era il tipo "piccione", prodotto sin dagli anni '29-'30 con caratteristiche e nomi variabili negli anni(10-1010-310-410), fino all'ultima apparizione sul catalogo del '64. I modelli prodotti fino alla fine degli anni '50 avevano il calcio pieno fissato con viti trasversali verticali, come quella ereditata, mentre successivamente è stata adottata la soluzione con tirante longitudinale nel calcio cavo. Il modello senza estrattori delle serie con calcio pieno aveva l'accoppiamento legno bascula con linea dritta, mentre il tipo con ejectors aveva la giunzione a "parentesi graffa". Tutti i modelli avevano la triplice chiusura, con terza chiusura Greneer (come quello in oggetto) oppure Purdey (tipo "P410").
Rispetto alle serie successive le differenze consistono in: molle ancora a lamina, bascula di maggiore larghezza (almeno rispetto a quelle alleggerite delle 424-426 prodotte negli anni '70), primo rampone passante. L'arma è sicuramente più "consistente" rispetto ai modelli Beretta prodotti successivamente. Volendo fare un paragone, sarebbe confrontabile con una 426 o una 626 (senza ejectors). Per quanto riguarda le canne, dovrebbero essere "Alloy Chromium Compressed Steel Special Type Titania", di ottima qualità e dalle notevoli prestazioni.
Cercherò di allegare uno stralcio del catalogo del 1956, dove a pag.8-9 è rappresentato il modello con ejectors.
Io non avrei messo il calciolo a doppia ventilazione, considerando anche che si tratta di un cal.20, perché temo che l'armaiolo abbia spianato il calcio per raddrizzarlo e forse anche accorciato.



Buonasera, riprendo soltanto un momento questo vecchio post per chiedere a Giovanni 60 se ha sempre il catalogo del
'56 beretta, sarei interessato ad eventuali info su beretta 410.
Eventualmente mi può contattare la mia mail: [email protected]


Cordiali saluti Marco.
 
Il giudizio di Giambi sulle Beretta serie 409-410-411 mi sembra impietoso e non sento di condividerlo. Per quanto riguarda il bilanciamento, credo che parecchio dipenda dalle canne. Ho doppiette del genere con canne 66, 68, 70, 76 e tutto sommato il bilanciamento non è peggiore di tanti fucili recenti, anzi con qualche esemplare riesco a trovare una straordinaria prontezza di puntamento. Se per "legnata secca" vogliamo intendere l'effetto del rinculo, beh... quello è un problema di tutti i basculanti e soprattutto delle doppiette. Le bindelle sono saldate a stagno, non ad ottone, come su tanti fucili fini di un tempo e questo le rende probabilmente un pò più delicate. La saldatura a stagno, avvenendo a bassa temperatura, non sottopone i tubi a stress termici tuttaltro che benefici.
Di distacchi ne ho avuto uno solo, e si trattava della bindella laterale di un sovrapposto "ASEL". Credo che con le saldature a stagno sia d'obbligo una regolare pulizia e manutenzione anche dell'esterno delle canne: bisogna evitare che permanga dell'umidità negli interstizi tra canne e bindelle, soprattutto quella inferiore, asciugando bene e passando uno spazzolino intriso d'olio. In questo modo si evita l'ossidazione e il distacco della saldatura in qualche punto. C'è da stare attenti anche alle bruniture: solo alcuni tipi di brunitura sono possibili con bindelle saldate a stagno.
Avendo utilizzato sia le serie datate che quelle relativamente recenti (424-426), devo dire che ci sono punti a favore delle une e delle altre.
La bascula di una 424, confrontata con quella di una 409-410-411, sembra un giocattolino! Non lo dico in senso dispregiativo, considerata la grande maneggevolezza ed efficacia di queste armi, voglio solo sottolineare la maggiore robustezza delle bascule di una volta. Anche la terza chiusura, soprattutto la Greener, contribuiva ad aumentare la robustezza dell'arma.
Gli attuali estimatori della doppietta generalmente si dedicano a cacce nelle quali si sparano cariche moderate e un limitato numero di colpi.
Se venissero sparate in molte delle attuali doppiette migliaia di cartucce all'anno con cariche da 36gr., credo che le differenze in termini di allentamento delle chiusure e dei giochi si farebbero sentire. Le 410-411 (ma per le 409 il discorso non cambia molto) erano definite "Piccione" e "Piccione Extra", potenzialmente utilizzabili anche per un'attività molto pesante per un'arma. I piani di bascula furono tenuti larghi per compensare una certa debolezza intrinseca delle bascule cave dei fucili A&D. La mia 424, pur trattata con ogni cura e riguardo, non offre più in chiusura quel suono netto tipo cassaforte che trovo ancora in modelli prodotti più di quarant'anni prima.
Concordo sul fatto che con armi così datate un qualsiasi riparazione possa diventare problematica per la difficile reperibilità dei pezzi.
 
Giusto per la cronaca allego le caratteristiche della doppietta 410 come riportate nel catalogo Beretta gentilmente fornitomi da giovanni60:

Hammerless tipo piccione - canne di acciaio finissimo "Alloy Chromium Compressed Steel Special type Titania" - selezionate per grande portata di tiro - batterie sistema Anson Deeley perfezionato - triplice chiusura - catenaccio nascosto - sicura libera - grilletto destro snodato - canne e parti interne fortemente cromate - artistica incisione con piccione rimesso in argento nella chiave - bascula cordonata finita a mano - legno noce scelto - arme elegante di grande solidità - massima leggerezza - perfetto equilibro - calibri disponibili 12. 16. 20. 24. 28 - prezzo 57.000 £
 
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