Il tempo di domenica 03 novembre 2013
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Siamo ormai arrivati a novembre, il terzo ed ultimo mese dell’autunno meteorologico. E ci siamo arrivati con un tipo di tempo che non ha certo visto il deciso ingresso da ovest delle perturbazioni atlantiche che sono quasi diventate lo strappo alla regola di una prevalente stabilità atmosferica, dettata dalla presenza un po’ troppo ingombrante della cintura anticiclonica subtropicale, a cui fanno capo sia l’Anticiclone Nord africano che quello delle Azzorre. Questa situazione anomala, che ci viene lasciata in eredità dal mese di ottobre, ci terrà ancora compagnia molto probabilmente almeno fino alla prima decade di novembre se si esclude una breve fase, a tratti anche perturbata, che si affaccerà proprio nella prima metà della prossima settimana. Anche gli ultimi aggiornamenti dei modelli numerici di previsione confermano infatti l’ingresso di una saccatura nord atlantica che punterà verso il Mediterraneo centrale (fig. 1), interessandolo con il passaggio della perturbazione n.2 di novembre soprattutto tra martedì 5 e mercoledì 6, quando per la prima volta dall’inizio di questa stagione saranno un po’ tutte le regioni ad essere interessate da un passaggio perturbato che si potrebbe presentare anche piuttosto incisivo. Avremo quindi piogge e rovesci diffusi e qualche fenomeno anche localmente intenso che non mancherà di certo ma che potrà essere valutato solo tra qualche giorno. Ma rispetto a quanto si ipotizzava fino a ieri, sembrerebbe che l’evoluzione meteorologica sia ancor più rapida, a causa di un veloce ristabilirsi da ovest delle condizioni di stabilità.
L’Anticiclone delle Azzorre, infatti, riuscirebbe in fretta e furia ad espandersi verso le nostre latitudini sotto la spinta di una tesa corrente sud-occidentale che interesserebbe tutti i paralleli europei, attivata dalla presenza di un Vortice Polare (VP) alquanto compatto che si protenderà verso l’Islanda e che, in questo modo, farà notevolmente aumentare il gradiente di temperatura tra le alte e le basse latitudini: un meccanismo, questo, che sarà alla base di un forte indice zonale del flusso portante dell’atmosfera, collocato però più a nord rispetto alla posizione che dovrebbe assumere in questo periodo (fig. 2). Seguendo questa dinamica, il Mediterraneo e l’Italia vivranno quindi una nuova fase caratterizzata da prevalente stabilità atmosferica, portata questa volta dall’Anticiclone oceanico che, seppur meno caldo di quello africano, faciliterebbe ugualmente il trasporto di una massa d’aria mite dal settore Atlantico centrale e sub-tropicale, dapprima verso il Mediterraneo e successivamente verso il Nord Europa: tale massa d’aria verrebbe infatti instradata a così alte latitudini percorrendo i binari delineati da quella fitta rete di isoipse (linee bianche in fig. 2). Questa situazione, che dovrebbe durare fino alla fine della prima decade di novembre, sarà quindi caratterizzata da una nuova ripresa delle anomalie positive di temperatura, a seguito del temporaneo ritorno entro la norma che avremo durante la breve fase perturbata del 5 e 6 novembre.
In effetti, il ben radicato pattern sinottico che si delineerà all’incirca tra il 6 ed il 10 del prossimo mese trova conferma anche nella previsione relativa alla vastità ed all’intensità del respiro mite, di origine subtropicale, che si metterà probabilmente in viaggio, da sud-ovest verso nord-est, alle quote medie della troposfera (fig. 3): all’azione del Vortice Polare che sospingerà in pieno Oceano Atlantico aria fredda di origine artica si affiancherà infatti un lungo e vasto corridoio di aria più calda che, passando dal Mediterraneo, raggiungerà i Balcani e l’estrema Europa continentale, intensificando ovviamente lungo il percorso l’anomalia di temperatura che raggiungerà scarti positivi significativi rispetto alla media a 850 hPa (circa 1500 metri di quota), anche prossimi ai 4-6 °C nelle vicinanze dell’Italia. Quando potremmo avere una nuova modifica della circolazione? Tenendo conto che il flusso non potrà rimanere “stirato” molto a lungo e che dovrebbe invece andare incontro a fisiologiche ondulazioni indotte da un rallentamento della corrente a getto in uscita dal continente americano, si ritiene credibile che un nuovo peggioramento del tempo possa cadere all’incirca nella prima metà della seconda decade di novembre: ma se si tratterà dell’ingresso di una nuova saccatura o di un passaggio perturbato in parte respinto (e quindi più attenuato) dal campo anticiclonico, lo potremo eventualmente stabilire solo più avanti