Parere personale:
l'energia residua di un pallino è un ottimo elemento di riferimento per quanto riguarda la possibilità di abbattimento di un selvatico, ma solo nel'ipotesi che TUTTA l'energia sia assorbita dal corpo e ne causi la morte istantanea o quasi. Vale la pena ricordare che alle massime distanze la rosata è composta da "una parte" di pallini che conserva tutta l'energia massima teorica e "molti altri" pallini che, per un motivo o l'altro, ne hanno dissipata una parte.
Suppongo siate tutti d'accordo che passa tutta la differenza del mondo nel considerare "abbattuto" un oggetto inanimato come un piattello rispetto ad un essere vivente.
Nel momento in cui l'abbattimento di una preda diventa possibile, ma aleatorio, sono convinto che ciascuno di noi abbia il suo personale limite, dato non solo dalle capacità, ma anche dalla convinzione, più o meno corretta, di poter recuperare SEMPRE il capo abbattuto.
Vi porto un esempio che esula dalle capacità di tiro a volo, così limitiamo le variabili.
Chi non ha mai provato non ci crederà, ma uno dei tiri più difficili nella caccia agli acquatici è il tiro a fermo "long range".
Oserei dire che, a parità di distanza, è più probabile abbattere un uccello al volo piuttosto che a fermo, per vari motivi, in primis per la superficie utile disponibile.
Faccio questo esempio per far capire che benché sia "facile" colpire una preda di dimensioni medie, meno facile è recuperarla morta, o quasi morta.
Questo per dire che sebbene l'esuberanza di un pallino, ad esempio, del 4 sia sufficiente ad abbattere una preda a data distanza, non significa assolutamente che quella stessa ditanza sia "utile" per cacciare (dico cacciare, non abbattere) quella stessa preda.
Salvo che si cacci in un ambiente strettamente confinato, tipo il lago dt [spocht_2.gif], per intenderci, un anatide non fermato sul posto è quasi sempre un anatide perso. Ed io, personalmente, odio perdere uccelli colpiti.
L'ho raccontato più volte: fuori dal gioco dei richiami ho dei riferimenti misurati a 50 metri. A quella distanza, col secondo fucile caricato come si deve, ho praticamente la certezza di raccogliere qualsiasi selvatico posato. Questo significa che potrei osare un po' oltre? Certo, capita di farlo. Ma quando questo "oltre" aumenta troppo e non mi garantisce più un abbattimento certo, quando i successi si alternano agli insuccessi, allora preferisco, una volta fatta l'esperienza, esimermi dal tiro.
Avrei decine di episodi da raccontare, per assurdo è meglio quando l'uccello non sia colpito seriamente e diviene un bersaglio "fattibile" al salto, piuttosto che si immerga ferito o si allontanti a nuoto e, in tal caso, è spesso irrecuperabile.
Qualcuno la chiama etica, per me è solo un modo di evitare giramenti di balle se perdo un uccello.