LA DIVINA COMMEDIAVENATORIA. Paradiso e conclusione
Una figura esile, muliebre
Dalla soffusa luce emerse piano.
Era Melissa, cacciatrice celebre!
Melissa Bachman mi prese per mano,
E in dolci toni cosi' fece favella:
"Giovanni, non pensare ai tuoi peccati,
Con me pensa soltanto a quant'e' bella,
La caccia, a tutti i capi incarnierati
In pien rispetto di etica e leggi,
All'albe ed ai tramonti che hai goduto.
Finche' lo schioppo in mano tua tu reggi.
Credimi, l'alma tua noi hai perduto.
Tu vivo sei, ed ancora tu potrai
Mostrare a Iddio il tuo pentimento
Se a caccia bene ti comporterai:
Se limitar carnier ti fa contento,
Se da mezzi illegali ti asterrai,
Se rispetterai tu specie protette,
E mai piu' a caccia chiusa caccerai...
Certo, codeste regole son strette,
Ma il tuo rimorso per il tuo peccare
Rimorso vero, nel core ben sentito,
Portera' certo Iddio a perdonare
Mosso com'e' dal suo amore infinito
Pe' i colpevoli come pe' innocenti."
Cosi' parlo' Melissa, ed ai suoi piedi
Bocconi mi gettai, occhi piangenti,
Mani tremanti... E se, lettor, mi chiedi
Cosa provai 'n quel sommo momento
Quando Dolce Melissa mi sostenne,
Ho una parola sola: Pentimento,
Un pentimento ver, forte e solenne.
Con lei entrai in ascensor divino
Che ci deposito' alle Sacre Porte
Del posto che de' probi e' lo destino.
Ancor pria che incontrassi la mia ****.
"Guarda quei cacciatori in quel capanno,"
Disse Melissa, puntando con la mano,
"Nessuno in terra alcuno faria danno
A quegli augelli che volano lontano
Cosi' lontan dal loro nascondiglio.
Eppure, guarda, guarda quei bottacci."
Sebbene mi parevan quasi un miglio
Ad ogni colpo cadevan come stracci.
Ma appena poi toccavano il terreno
Risuscitati, riprendeano 'l volare.
"Cosi' volse per loro il Dio sereno
Che per amore tutto puote fare,"
Disse Melissa, e mi porto' piu' avanti,
Dove grandi canizze risuonavan..
Cani alati, volanti ed ululanti
Un verro enorme accaniti incalzavan.
Il verro ad una posta passo' accanto,
Ed un de' postaioli, con un arco
Scocco' un dardo, che a cotenna giunto
Rimbalzo' senza far nel corpo un varco.
Ed il verro, fermatosi di botto
Si giro' verso l'uomo e si inchino'.
"Waidmannsheil!" disse, e riparti' a gran trotto
E verso un'altra posta se ne ando'.
"Anche i cignali," commento' Melissa,
"In Paradiso non e' bene ammazzare.
Qui certo non esiste l'idea fissa
Che uccidere e' lo stesso di cacciare,
E come vedi, collega cacciatore,
Pur se **** non segue la sua azione,
Sorride quel nembrotte con amore
Per la sua preda e la soddisfazione
Di aver messo a bersaglio lo suo strale.
Questa di caccia vera e' pura essenza:
L'uomo non caccia come un animale
Soltanto per riempire la dispensa."
"Melissa mia," diss'io, "saggia tu sei.
Capire in pieno cosa sia la caccia
Ora e' ben fisso nei pensieri miei,
Quel che facevo pria era robaccia,
Indegna di un moderno cacciatore.
Un ver nembrotte ama l'animale,
Non e' soltanto un vile annoccatore.
Chi uccide con piacer non e' normale!"
Era ormai quasi giorno sulla Terra.
Entrammmo noi nel divino ascensore.
Al mondo dei viventi questo atterra
E ci rilascia nel vago chiarore
Di un'alba bella, in gran foresta verde.
"Addio, Giovanni," mi dice Melissa
E fra gli alberi fitti poi si perde...
"IBAL! le grido. "Addio, dolce Melissa.
Ora so senza dubbio che in futuro
Io mai piu' compiro' nefandi atti.
No non voglio finir nel luogo oscuro,
Ove li bracconieri son coatti!
E qui finisce la Divina Commedia Venatoria. Spero che vi sia piaciuta.
E domani vado a caccia. E se si presentasse una bella cerva, bella, ma seguita da uno yearling, sebbene sia perfettamente legale per me abbatterla perche' gli Yearlings sono svezzati da tanto tempo, mi asterro' dal creare un orfano privo dell'insegnamento materno, prima difesa contro coyotes e bobcats. "Fatti non fummo a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza." (Dante--Quello verace!)