L'ACCOPPIATA FEDERCACCIA / LEGA ANNEGA NEL PROPRIO FALLIMENTO

Nel pomeriggio di venerdi 21 ottobre 2011 si è tenuta a Venezia, presso la sede della Giunta regionale, la riunione convocata dall'assessore regionale alla caccia, il leghista Daniele Stival, alla presenza dei rappresentati di tutte le associazioni venatorie del Veneto.
Nel corso della riunione l' ignaro assessore regionale alla caccia ha tentato di fare il punto della situazione sull'applicazione del regime di deroga in Veneto.
Singolare e patetico il suo tentativo di scaricare sull'Unione europea, sul governo nazionale, sul Consiglio regionale del Veneto, sulle forze alleate, sulle congiure dei poteri occulti, ecc...ecc..., le responsabilità del blocco delle cacce in deroga in Veneto.
L'on. Sergio Berlato, prendendo la parola dopo gli interventi dell'assessore regionale e dei rappresentanti delle varie associazioni venatorie, ha evidenziato che, nel corso della riunione sono state espresse opinioni, congetture, supposizioni, ipotizzato complotti, ma che sarebbe stato più opportuno attenersi ai fatti.
I fatti sono questi:
Durante il periodo in cui Berlato ha gestito l'assessorato alla caccia in Veneto, prima direttamente e poi attraverso l'assessore Donazzan, a tutti i cacciatori del Veneto è stato consentito di cacciare dignitosamente nel rispetto delle proprie tradizioni. Le cacce in deroga sono state applicate ininterrottamente dal 2002 al 2009, pur in presenza dei Verdi in Consiglio regionale ( in questa legislatura non ci sono ) pur essendo vigente il regolamento che consentiva ai consiglieri anticaccia di fare ostruzionismo, pur avendo visto ogni provvedimento regionale emanato sulla caccia subire i ricorsi da parte delle forze animal-ambientaliste. L'accoppiata Federlega ha potuto vivere di rendita per un solo anno, beneficiando del lavoro fatto da chi l' aveva preceduta alla guida dell'assessorato regionale alla caccia. Passato il primo anno, i cacciatori del Veneto, oltre ad essere stati ingiustamente penalizzati dal calendario venatorio 2011/2012, sono stati privati del diritto di cacciare in deroga, vedendo mortificate le proprie tradizioni. I fatti ci dimostrano che, mentre in Lombardia si e' applicato il regime di deroga con legge, permettendo ai cacciatori lombardi di cacciare le specie in deroga, nel Veneto, dove l'accoppiata Federlega ha scelto ostinatamente di applicare le deroghe con delibera, i cacciatori sono stati privati del diritto di cacciare in deroga. Questi sono fatti, non opinioni.
L'assessore regionale Stival, nella sua esposizione, tenta di addossare la colpa della situazione venutasi a creare in Veneto al Consiglio regionale, del quale egli dimentica essere uno dei componenti di una compagine politica ( la Lega Nord ) che, quando ha voluto e per le cose che le interessavano, ha ricattato più volte i propri alleati per costringerli ad approvare provvedimenti ritenuti indispensabili. L'ignaro assessore regionale alla caccia del Veneto addossa la colpa dello stop alle deroghe in Veneto ai suoi colleghi assessori del PDL, non ricordando che la Giunta regionale del Venero e' composta da 13 assessori di cui sette (compreso il Presidente Zaia) sono della Lega. L'assessore Stival addossa le colpe dell'impugnazione della delibera sulle deroghe dello scorso anno presso la Corte costituzionale al Consiglio dei Ministri di Roma ladrona, dimenticando che nel Consiglio dei ministri siedono sia i ministri del PDL che quelli della Lega. L'ignaro assessore Stival accusa Berlato di non difendere abbastanza il Veneto presso le istituzioni comunitarie, dimenticando che la Lega può disporre di una folta schiera di propri europarlamentari che dovrebbero bastare, da soli, a difendere gli interessi del Veneto.
Intervenendo dopo l'on. Sergio Berlato, la Presidente del CAVV del Veneto che e' anche Presidente dell'Associazione Cacciatori Veneti - CONFAVI ha ricordato che al mondo venatorio del Veneto non intessa assistere al tentativo dell'assessore regionale Stival di scaricare su altri le proprie incapacità. Ai cacciatori del Veneto interessa solo andare a caccia in modo dignitoso e nel rispetto delle proprie tradizioni.
la Presidente Maria Cristina Caretta ha quindi invitato l'assessore Stival a fare approvare immediatamente una nuova delibera sulle deroghe che permetta ai cacciatori del Veneto di cacciare in deroga in attesa del pronunciamento del TAR., attivando contestualmente tutte le procedure per fare approvare le deroghe con legge, cosi come la presidente ACV- CONFAVI aveva chiesto all'assessore Stival sin dall' inizio della primavera 2011.
La Presidente Caretta ha poi chiesto l'approvazione della legge di istituzione dell'Istituto Veneto per la Fauna Selvatica, giacente in Consiglio regionale da quasi due anni.
Dalla caotica ed improduttiva riunione di Venezia sono emerse alcune sconfortanti realta' del tipo : a) l'accoppiata Federlega sembra talmente frastornata da non sapere come uscire dalla situazione in cui si è andata ad impantanare; b) l'assessore regionale Stival non ha nessuna intenzione ( o forse non ha il coraggio ) di far approvare una nuova delibera ponte sulle deroghe che possa permettere ai cacciatori del Veneto di Cacciare in deroga fino a quando non si avrà il pronunciamento del TAR; c) oltre allo sterile tentativo di scaricare su altri le proprie responsabilita' l'assessore Stival non ha nessuna strategia per risolve il problema creatosi in Veneto; d) dalle affermazioni dell'accoppiata Federlega sembra sia latente e palese la loro speranza che la Corte costituzionale si esprima negativamente sulla possibilità che le regioni italiane possano applicare autonomamente il regime di deroga, pronunciamento che, sia pur negativo per i cacciatori del Veneto, risolverebbe all'accoppiata Federlega un sacco di problemi.
Il Presidente Maria Cristina Caretta ha convocato i vertici regionali dell'Associazione Cacciatori Veneti-CONFAVI per concordare una forte azione di protesta contro l'accoppiata Federlega, responsabile del blocco delle cacce in deroga nel Veneto. Verrà chiesto al presidente Zaia di sfiduciare l'assessore Stival, chiedendo altresì a tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale di attivare ogni utile iniziativa per restituire ai cacciatori del Veneto il diritto di tornare a cacciare nel rispetto delle loro tradizioni.

Ufficio stampa
On. Sergio Berlato
 
Portagli anche il mio pensiero!!!!!!!!!!!!!!!

Portagli anche il mio pensiero!!!!!!!!!!!!!!!

Sono stato contattato (VERITA') dalla segreteria dell'Assessore Stival, dove mi ha chiesto un incontro...per il mese di Novembre...devo dirgli qualcosa da parte Vostra?????

Giuro, che è vero.............sarei grato se ognuno di Voi, evidenziasse qualche problema o disfunzione in materia di caccia in Veneto, qualora ve ne fosse, in modo da consegnare una memoria in copia all'Assessore.

Ripeto, alcuni di Voi ne sono già a conoscenza dell'incontro.

Saluti Marco5


se è vero beh:

1) digli che i troppi divieti portano ad una inevitabile irrispettosità degli stessi... :-|

2) togliere le deroghe quando sui tesserini invece ci sono è un modo ideale per denuciare tutti gli ingnari cacciatori che credendo di essere in regola cacciano le specie che contraddistinguono la nostra caccia da sempre.

3)Digli che questa cosa danneggia diverse attività collegate.

4) Ricordagli che prima di essere europei siamo Veneti e nelle nostre basi sociali è fortemente radicata la caccia a quelle specie in deroga ( e non solo )... di certo non siamo a Bruxelles il cui piatto tipico sono le cozze con le patatine fritte....... :-( ed è di fondamentale importanza non perdere le nostre fondamentali radici.

5) ricordagli che l'uomo è il primo animale nella catena alimentare e in fin dei conti senza di noi che con le nostre passioni regolamentiamo il normale equilibrio delle cose... chi lo fa? Forse chi pensa che i polli siano a forma di cotoletta impanata?

Se puoi portagli il mio (e non solo mio) disappunto per il suo "inoperato".......
 
CACCIA: LA COMMISSIONE UE ALLE REGIONI ITALIANE, SEGUIRE I PARERI ISPRA

(AGENPARL) – Roma, 24 ott – “Per Bruxelles i pareri dell’ISPRA in materia di caccia vanno considerati vincolanti, anche per evitare nuove condanne della Corte di giustizia. Le Regioni si adeguino subito”. Lo afferma la LIPU-BirdLife Italia rendendo nota una lettera trasmessa nei giorni scorsi dalla Commissione europea all’Italia che ha chiarito e confermato la posizione espressa da Bruxelles nel luglio scorso sull’Ispra (Istituto superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), quando aveva affermato che “i pareri rilasciati da Ispra sui provvedimenti regionali in materia di caccia devono considerarsi obbligatori e le Regioni debbono necessariamente uniformarsi”. Rispondendo a un quesito posto dalla Federazione Italiana della Caccia su quelle dichiarazioni, la Commissione europea ha espresso pieno sostegno all’Ispra e riaffermato il carattere sostanzialmente vincolante dei suoi pareri rispetto alla corretta applicazione del diritto comunitario”.
Nella lettera inviata all’Italia la Commissione europea scrive che “la legge nazionale italiana affida a Ispra il compito di fornire, in qualità di organo nazionale scientifico e tecnico, le necessarie valutazioni scientifiche e i pareri a tutte le amministrazioni nazionali, regionali e provinciali su una serie di aspetti che riguardano l’attuazione della Direttiva Uccelli. Dal nostro punto di vista questo ruolo di Ispra è fondamentale al fine di assicurare, in tutto il territorio italiano, un’attuazione coerente, unitaria e fondata sui solide basi scientifiche della Direttiva Uccelli”.
Esprimendo “apprezzamento per le capacità e l’autorevolezza dell’Istituto, dei cui pareri sia la Commissione europea che la Corte di Giustizia dell’Unione europea hanno finora riconosciuto la validità scientifica e la coerenza con i principi di conservazione della Direttiva Uccelli”, e ricordandone l’importanza in particolare in tema di deroghe di caccia, la Commissione sottolinea come tutte le condanne contro l’Italia abbiano avuto per prologo il fatto che tali pareri sono stati “sistematicamente ignorati dalle autorità regionali”.
“Riteniamo quindi che, per le Regioni italiane – conclude la Commissione – seguire i pareri Ispra sia un ottimo modo per evitare possibili problemi nell’applicazione della Direttiva Uccelli”.
“Quello che giunge all’Italia da Bruxelles – commenta Fulvio Mamone Capria, presidente LIPU-BirdLife Italia – è un monito chiaro, a fronte di una situazione che, in materia di caccia, si aggrava di giorno in giorno. Sui calendari venatori, molte regioni stanno disattendendo la Guida trasmessa dall’Ispra con le dettagliate indicazioni su come prevedere la stagione venatoria nel rispetto dei vincoli comunitari.
Attualmente, per fare un esempio – prosegue Mamone Capria – molte specie di uccelli sono cacciate in periodo rigorosamente vietato dal diritto comunitario, nonostante gli avvisi dell’Ispra. Per non parlare del reiterato abuso della caccia in deroga in regioni come la Lombardia, il Veneto o la Liguria.
“Un quadro disastroso – conclude Mamone Capria – di cui nei prossimi giorni porteremo i dettagli a Bruxelles, chiedendo l’intervento ormai improcrastinabile delle autorità comunitarie sulle regioni ma anche sul governo e i ministeri italiani”.

http://www.agenparl.it
 
Si, peccato che l'ispra dia sempre parere negativo, quindi se il parere di queste persone, che dovrebbero essere super partes e dare dati oggettivi, diventa vicnolante, sarà dura la vita per il cacciatore capannista
 
no michael sbagli, l'ispra non da parere negativo, dice solo di non aver dati a sufficenza, ragion per cui usiamo quelli che ci ha dato nel 2005.Viosto che gli studi sull'avifauna hanno cadenza decennale sono da ritenersi ancora validi, in quel senso non abbiamo problemi.
 
...ma per caso sapete se i colleghi della lombardia le deroghe le devono annotare subito come le altre specie o a fine giornata di caccia come è qua da noi??
perchè secondo me questo punto, l'ho sempre pensato, è quasi una zappata sui piedi che il mondo ventorio si tira...nn so se mi spiego bene..è chiaro che siamo tutti più contenti se ogni volta nn occorre tirar fuori il tesserino subito, però è altrettanto vero che, almeno l'anno scorso, questo era una sorgente di molte polemiche ga parte delle associazioni animaliste ecc....quindi io resto dell'idea che se uno vuole fare il furbo lo fa comunque ma per guadagnare qlk punto a livello di opinione pubblica potevano togliere questo discorso, e magari provare a presentare la legge x le deroghe...ma nn hanno voluto e amen..
PS cmq sono pareri personali :)
 
no michael sbagli, l'ispra non da parere negativo, dice solo di non aver dati a sufficenza, ragion per cui usiamo quelli che ci ha dato nel 2005.Viosto che gli studi sull'avifauna hanno cadenza decennale sono da ritenersi ancora validi, in quel senso non abbiamo problemi.

Ah, allora avevo capito male io, per un paio d'anni siamo ancora coperti allora.
 
E ancora una volta l'europa ci rompe le uova..... ci vogliono togliere tutto ciò che è tipico dai forni a legna per la pizza (ricordate?) all'affumicatura... ai formaggi tipici di malga... ci rompe con la politica e con una marea di roba ora ci vogliono togliere la caccia?!!?!!?!
Non si poteva rimanere Italiani extra europa... secondo me si stava meglio.
E perchè ( fonte http://www.komitee.de/it/caccia/caccia-francia/trappolaggio-francia/reti-allodole ) non dicono nulla della francia dove il cacciatore che ne fa richiesta per trappolare (reti) possono catturare un massimo di 600.000 allodole per stagione?????????
e noi per esercitare la caccia diventiamo pazziii!!!!!!!!
 
...ma per caso sapete se i colleghi della lombardia le deroghe le devono annotare subito come le altre specie o a fine giornata di caccia come è qua da noi??

L'annotazione dei capi sul tesserino, qui in Lombardia, si fa a fine giornata di caccia (sia che si tratti di migratoria sia di deroghe).
 
già purtroppo è così :-(
Ma bisognerà prima o poi che in alto qualcuno se ne accorga... ok al popolo bue.... ma anche l'anello al naso no!

Non abbiamo l'anello al naso?...ci hanno messo pure la banana nel culo...se è per quello!
A parte la Caccia ( che è un tabù nella nostra Italiota), L'UE ci sta rovinando tutto quello che è tipico e che in Europa nessuno sa FARE!
Noi Nazione di autodidatti che ha una tipicità produttura che al mondo non ha eguali , e questo da fastidio ad una EUROPA MECANIZZATA E STANDARRIZZATA!!!!!
L'inventiva fa parte dell nostro DNA ...il resto son 4 bifolchi!!!!!!!
Altri 5 anni e l'UE ci avrà rovinato!!!
Noi stavamo da DIO con la nostra liretta svalutata e denigrata, ma avevamo turismo che cresceva, un popolo operoso da nord a sud di artigiani che sapeva far tutto, dove la globalizzazione non aveva mai attecchito.....ora invece ci stanno costringendo a morire.....
Merkel e il Francese del ***** ridono.....ma è meglio che si guardino in casa e che alzino i tacchi e la smettano di governare l'UE a modo loro,e far pagare agòli altri le loro rogne con le banche esposte con 2500 ml di Euro con la Grecia.
(son andato fuori tema scusatemi)
 
Ciao Bothav ! Grazie del benvenuto! Io nel 5 solitamente vado sotto casaleone, ma vorrei provare anche altri posti... si sa mai che vada meglio! Tu do mi consiglieresti?

PS: O.T. cosa significa?

Sotto casaleone non e' male, ho sentito che qualcuno spara bene pure verso castegnaro al confine col Rodigino ma piu' non so dirti.
O.T. sta per off-topic, tradotto per noi Veneti "cambiando discorso"....
 
Ciao Rudi, purtoppo il tuo quadro non fa una piega e purtroppo non vedo nulla che ci faccia ben pensare... i nostri politici non si accorgono di nulla... pensano solo alle loro tasche e a lecchinarre i vari francesi tedeschi ecc ecc... :-(
 
Sotto casaleone non e' male, ho sentito che qualcuno spara bene pure verso castegnaro al confine col Rodigino ma piu' non so dirti.
O.T. sta per off-topic, tradotto per noi Veneti "cambiando discorso"....

Grazie bothav! vedro di fare un salto anche da quelle parti :)

Info: nella tua immagine hai messo quella che noi chiamiamo "pionsa" ma in italiano come si chiama?


Grazie ;-)
 
ecco per tutti quelli che si ostinano a difendere Fidc:

FIDC: Linee guida per appl. delle Deroghe
Ufficio Avifauna Migratoria: Linee Guida per l’applicazione del regime di deroga secondo articolo 9 comma 1 lettera c della Direttiva comunitaria 2009/147/CE.

La maggiore conflittualità in materia di applicazione della Direttiva Uccelli 2009/147/CE interessa l’utilizzo del regime di deroga da parte dei Paesi Membri. In particolare in Italia esiste un dibattito acceso per l’applicazione delle deroghe secondo quanto previsto dall’art. 9 comma 1 lettera c) della direttiva, che permette il prelievo di piccole quantità con un utilizzo ragionevole ed a condizioni controllate su base selettiva. Allo scopo di favorire la corretta applicazione e far cessare la conflittualità sull’applicazione delle deroghe, la Commissione Ambiente Europea ha “prodotto” nel 2009 una “Guida alla disciplina della caccia alla luce della direttiva Uccelli” che ha visto riuniti al tavolo di lavoro congiunto un pool di esperti del mondo ambientalista, venatorio, agricolo e scientifico. Lo scopo era quello di accompagnare seguendo la “guida” l’applicazione di quanto previsto dalla direttiva, quindi anche nell’ applicazione delle deroghe .

Un documento ritenuto a livello comunitario” determinante nell’eliminare quei margini di fraintendimento sulla corretta lettura e applicazione della direttiva ( riconosciuta dalla stessa LIPU-BirdLifeInternational sul documento “L’applicazione della Direttiva Uccelli alla luce della Guida Interpretativa della Commissione Ambiente Europea” di Ariel Brunner e Danilo Selvaggi).

Di seguito si forniscono le indicazioni, a nostro parere indispensabili, per applicare correttamente il regime di deroga secondo la lettera c).
1) Identificazione precisa dei cacciatori autorizzati alla deroga con autorizzazione nominale rilasciata ad una quota definita di cacciatori della Regione o Provincia in cui si applica la deroga. Questo significa che NON possono essere autorizzati alla caccia in deroga tutti i cacciatori di una determinata regione o provincia. E’ invece necessario che le province o le regioni attuino un sistema di domanda preventiva alla caccia in deroga per ogni cacciatore, da farsi entro il mese di giugno-luglio precedenti alla stagione di caccia, con rilascio dell’autorizzazione, corredata delle informazioni complete sotto riportate (punto 2). Questo sistema consente il vantaggio importante di conoscere il numero esatto di cacciatori che eseguiranno i prelievi in deroga, permettendo che il numero di capi prelevabili sia suddiviso per un numero inferiore di cacciatori rispetto al totale regionale, con aumento dei capi prelevabili per persona. E’ noto e dimostrato che i cacciatori interessati alle specie in deroga sono solo una parte dei totali regionali o provinciali.
2) Identificazione precisa del luogo dove verrà esercitata la caccia in deroga, ovvero appostamenti fissi oppure, in caso di caccia da appostamento temporaneo o vagante, limitazione a non più di due/tre Comuni in cui la caccia deve essere obbligatoriamente esercitata. Questo consente una più facile attività di controllo da parte degli organi preposti.
3) Metodi di controllo dei carnieri: fornitura, al cacciatore autorizzato alla caccia in deroga, di un numero di contrassegni inamovibili corrispondenti alla quota assegnata annualmente, da apporre sui capi di selvaggina abbattuta non appena effettuata la cattura. Quando il cacciatore ha terminato i contrassegni corrispondenti alla quota annuale abbattibile non può più esercitare la caccia in deroga. Fornitura di un tesserino in cui si deve segnare il capo abbattuto di specie in deroga non appena raccolto e contrassegnato. Trasmissione alle Amministrazioni con metodi elettronici ed informatici del numero di capi abbattuti con cadenza bisettimanale.
4) Stagioni di caccia: la durata della stagione di caccia in deroga deve necessariamente essere ristretta in modo evidente rispetto alla normale stagione di caccia. Si ritiene che la stagione per ogni specie non dovrebbe superare il mese e mezzo.
5) Rendicontazione precisa all’Unione Europea, da parte delle regioni o province, delle verifiche effettuate sulla stagione di caccia in deroga, ovvero numero di capi prelevati, numero di cacciatori autorizzati, distribuzione stagionale dei prelievi, controlli effettuati e infrazioni rilevate, tipo di sanzioni applicate, valutazioni sulle presenze delle specie cacciabili in deroga.
6) Piccole quantità: alla pagina 89 della Guida Interpretativa della direttiva (versione in inglese) è riportato un esempio per il calcolo delle piccole quantità per la specie porciglione. A partire dai dati disponibili (in questo caso quelli dell’European Atlas of Breeding Birds EBCC), integrati con i tassi di mortalità presenti in letteratura, si arriva ad una determinazione delle piccole quantità a livello del “continente Europa”. Si dimostra quindi che è possibile un calcolo a partire dai dati disponibili. Per applicare le piccole quantità alle regioni italiane sarebbe ovviamente necessario conoscere l’entità delle popolazioni in transito e svernanti in ogni singola regione. Essendo questa valutazione sicuramente difficoltosa, in attesa di studi particolari su ogni regione, è tuttavia possibile a nostro parere un calcolo a livello nazionale, a partire dalle stime di popolazione totale fornite da vari enti, ad esempio BirdLifeInternational. Successivamente è possibile una separazione del quantitativo nazionale fra le diverse regioni interessate alla caccia in deroga. Un’alternativa potrebbe essere una gestione statale centralizzata della caccia in deroga con uffici competenti ed efficienti. In merito ai pareri ISPRA degli ultimi anni, nei quali si afferma che non vi sono le conoscenze sufficienti per determinare le piccole quantità, facciamo notare che le stime di popolazione di BirdLifeInternational, per loro natura approssimative, e le valutazione dello stesso ente sulle tendenze delle specie e sulla stato di conservazione, sono sempre tenute in considerazione dall’ISPRA nella predisposizione di pareri e relazioni scientifiche. Ora delle due l’una, o le stime non sono affidabili allora anche le definizioni di declino e stato di conservazione sono speculazioni, oppure sono attendibili e quindi, con ovvio grado di approssimazione, è possibile un calcolo affidabile delle piccole quantità, almeno a livello nazionale.
I punti sopra esposti a nostro parere recepiscono quanto disposto dalla direttiva per l’applicazione del regime di deroga secondo lettera c) e possono consentire di affrontare le valutazioni dell’Unione Europea con maggior sicurezza rispetto a quanto oggi messo in atto dalle Regioni italiane. Si ricorda infatti che per la direttiva e per la Guida Interpretativa le deroghe rappresentano un’eccezione e che non possono essere quindi intese come “integrazioni” regolari alla normale attività di caccia consentita sulle specie cacciabili. Per una maggiore coerenza dello Stato Italiano sarebbe inoltre necessario che venisse inoltrata domanda all’UE per la modifica dell’allegato 2/2, chiedendo l’inserimento delle specie oggetto di deroga, ovvero, oltre allo storno, anche fringuello, peppola e frosone, tutte specie oggi giudicate in favorevole stato di conservazione.
In questo modo si capisce che l’Italia intende cacciare queste specie, e che, in attesa delle modifiche degli allegati, si procede al regime di deroga, attuato però con tutte le necessarie regolamentazioni. Le delibere o leggi regionali che sono state applicate da varie Regioni italiane hanno negli ultimi anni migliorato l’aderenza alle prescrizioni della direttiva, tuttavia, secondo questo Ufficio, devono essere fatti ancora alcuni passi per evitare le procedure d’infrazione e le seguenti condanne da parte della Corte Europea.
I punti sopra esposti vanno in questa direzione.

Ufficio Avifauna Migratoria
Lorenzo Carnacina
Michele Sorrenti
 
ecco per tutti quelli che si ostinano a difendere Fidc:

FIDC: Linee guida per appl. delle Deroghe
Ufficio Avifauna Migratoria: Linee Guida per l’applicazione del regime di deroga secondo articolo 9 comma 1 lettera c della Direttiva comunitaria 2009/147/CE.

La maggiore conflittualità in materia di applicazione della Direttiva Uccelli 2009/147/CE interessa l’utilizzo del regime di deroga da parte dei Paesi Membri. In particolare in Italia esiste un dibattito acceso per l’applicazione delle deroghe secondo quanto previsto dall’art. 9 comma 1 lettera c) della direttiva, che permette il prelievo di piccole quantità con un utilizzo ragionevole ed a condizioni controllate su base selettiva. Allo scopo di favorire la corretta applicazione e far cessare la conflittualità sull’applicazione delle deroghe, la Commissione Ambiente Europea ha “prodotto” nel 2009 una “Guida alla disciplina della caccia alla luce della direttiva Uccelli” che ha visto riuniti al tavolo di lavoro congiunto un pool di esperti del mondo ambientalista, venatorio, agricolo e scientifico. Lo scopo era quello di accompagnare seguendo la “guida” l’applicazione di quanto previsto dalla direttiva, quindi anche nell’ applicazione delle deroghe .

Un documento ritenuto a livello comunitario” determinante nell’eliminare quei margini di fraintendimento sulla corretta lettura e applicazione della direttiva ( riconosciuta dalla stessa LIPU-BirdLifeInternational sul documento “L’applicazione della Direttiva Uccelli alla luce della Guida Interpretativa della Commissione Ambiente Europea” di Ariel Brunner e Danilo Selvaggi).

Di seguito si forniscono le indicazioni, a nostro parere indispensabili, per applicare correttamente il regime di deroga secondo la lettera c).
1) Identificazione precisa dei cacciatori autorizzati alla deroga con autorizzazione nominale rilasciata ad una quota definita di cacciatori della Regione o Provincia in cui si applica la deroga. Questo significa che NON possono essere autorizzati alla caccia in deroga tutti i cacciatori di una determinata regione o provincia. E’ invece necessario che le province o le regioni attuino un sistema di domanda preventiva alla caccia in deroga per ogni cacciatore, da farsi entro il mese di giugno-luglio precedenti alla stagione di caccia, con rilascio dell’autorizzazione, corredata delle informazioni complete sotto riportate (punto 2). Questo sistema consente il vantaggio importante di conoscere il numero esatto di cacciatori che eseguiranno i prelievi in deroga, permettendo che il numero di capi prelevabili sia suddiviso per un numero inferiore di cacciatori rispetto al totale regionale, con aumento dei capi prelevabili per persona. E’ noto e dimostrato che i cacciatori interessati alle specie in deroga sono solo una parte dei totali regionali o provinciali.
2) Identificazione precisa del luogo dove verrà esercitata la caccia in deroga, ovvero appostamenti fissi oppure, in caso di caccia da appostamento temporaneo o vagante, limitazione a non più di due/tre Comuni in cui la caccia deve essere obbligatoriamente esercitata. Questo consente una più facile attività di controllo da parte degli organi preposti.
3) Metodi di controllo dei carnieri: fornitura, al cacciatore autorizzato alla caccia in deroga, di un numero di contrassegni inamovibili corrispondenti alla quota assegnata annualmente, da apporre sui capi di selvaggina abbattuta non appena effettuata la cattura. Quando il cacciatore ha terminato i contrassegni corrispondenti alla quota annuale abbattibile non può più esercitare la caccia in deroga. Fornitura di un tesserino in cui si deve segnare il capo abbattuto di specie in deroga non appena raccolto e contrassegnato. Trasmissione alle Amministrazioni con metodi elettronici ed informatici del numero di capi abbattuti con cadenza bisettimanale.
4) Stagioni di caccia: la durata della stagione di caccia in deroga deve necessariamente essere ristretta in modo evidente rispetto alla normale stagione di caccia. Si ritiene che la stagione per ogni specie non dovrebbe superare il mese e mezzo.
5) Rendicontazione precisa all’Unione Europea, da parte delle regioni o province, delle verifiche effettuate sulla stagione di caccia in deroga, ovvero numero di capi prelevati, numero di cacciatori autorizzati, distribuzione stagionale dei prelievi, controlli effettuati e infrazioni rilevate, tipo di sanzioni applicate, valutazioni sulle presenze delle specie cacciabili in deroga.
6) Piccole quantità: alla pagina 89 della Guida Interpretativa della direttiva (versione in inglese) è riportato un esempio per il calcolo delle piccole quantità per la specie porciglione. A partire dai dati disponibili (in questo caso quelli dell’European Atlas of Breeding Birds EBCC), integrati con i tassi di mortalità presenti in letteratura, si arriva ad una determinazione delle piccole quantità a livello del “continente Europa”. Si dimostra quindi che è possibile un calcolo a partire dai dati disponibili. Per applicare le piccole quantità alle regioni italiane sarebbe ovviamente necessario conoscere l’entità delle popolazioni in transito e svernanti in ogni singola regione. Essendo questa valutazione sicuramente difficoltosa, in attesa di studi particolari su ogni regione, è tuttavia possibile a nostro parere un calcolo a livello nazionale, a partire dalle stime di popolazione totale fornite da vari enti, ad esempio BirdLifeInternational. Successivamente è possibile una separazione del quantitativo nazionale fra le diverse regioni interessate alla caccia in deroga. Un’alternativa potrebbe essere una gestione statale centralizzata della caccia in deroga con uffici competenti ed efficienti. In merito ai pareri ISPRA degli ultimi anni, nei quali si afferma che non vi sono le conoscenze sufficienti per determinare le piccole quantità, facciamo notare che le stime di popolazione di BirdLifeInternational, per loro natura approssimative, e le valutazione dello stesso ente sulle tendenze delle specie e sulla stato di conservazione, sono sempre tenute in considerazione dall’ISPRA nella predisposizione di pareri e relazioni scientifiche. Ora delle due l’una, o le stime non sono affidabili allora anche le definizioni di declino e stato di conservazione sono speculazioni, oppure sono attendibili e quindi, con ovvio grado di approssimazione, è possibile un calcolo affidabile delle piccole quantità, almeno a livello nazionale.
I punti sopra esposti a nostro parere recepiscono quanto disposto dalla direttiva per l’applicazione del regime di deroga secondo lettera c) e possono consentire di affrontare le valutazioni dell’Unione Europea con maggior sicurezza rispetto a quanto oggi messo in atto dalle Regioni italiane. Si ricorda infatti che per la direttiva e per la Guida Interpretativa le deroghe rappresentano un’eccezione e che non possono essere quindi intese come “integrazioni” regolari alla normale attività di caccia consentita sulle specie cacciabili. Per una maggiore coerenza dello Stato Italiano sarebbe inoltre necessario che venisse inoltrata domanda all’UE per la modifica dell’allegato 2/2, chiedendo l’inserimento delle specie oggetto di deroga, ovvero, oltre allo storno, anche fringuello, peppola e frosone, tutte specie oggi giudicate in favorevole stato di conservazione.
In questo modo si capisce che l’Italia intende cacciare queste specie, e che, in attesa delle modifiche degli allegati, si procede al regime di deroga, attuato però con tutte le necessarie regolamentazioni. Le delibere o leggi regionali che sono state applicate da varie Regioni italiane hanno negli ultimi anni migliorato l’aderenza alle prescrizioni della direttiva, tuttavia, secondo questo Ufficio, devono essere fatti ancora alcuni passi per evitare le procedure d’infrazione e le seguenti condanne da parte della Corte Europea.
I punti sopra esposti vanno in questa direzione.

Ufficio Avifauna Migratoria
Lorenzo Carnacina
Michele Sorrenti


si sapeva che federcacca la pansava così però arrivare a pretendere delle restrizioni che sembrano scritte dalla lipu è inacettabile!! ma vogliono proprio farsi del male sti dementi??
 

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