Pagelle motomondiale fine anno:
Marc Marquez 10
Innumerevoli record frantumati,
6 vittorie stagionali e titolo mondiale all’esordio! Sarà molto difficile assistere nuovamente ad un’impresa del genere all’interno del circo della MotoGP. Honda è indubbiamente la casa costruttrice più imponente all’interno del Motomondiale e Marquez, ha saputo certamente sfruttare questa possibilità che gli è stata concessa. Un podio già all’esordio in Qatar, è stato il primo segnale di una stella, che stava per illuminare l’intero cielo della MotoGP. Così è stato! Un inizio folgorante, seguito da una striscia di risultati positivi invidiabile. In pochi avremmo creduto di poter assistere ad un epilogo così. La Honda è un gran bel cavallo di razza certo, ma dall’altra parte c’è Yamaha che non sta certo a guardare, specialmente se in sella c’è un pilota che si chiama Jorge Lorenzo.
Un mondiale meritato, pur con il discutibile comportamento assunto in pista in più di un’occasione. Gli infortuni dei due connazionali, sono stati sicuramente spunti che gli hanno permesso di prendere un buon margine in classifica, ma
sfruttare ogni situazione favorevole, è nel DNA di ogni vero campione.
Jorge Lorenzo 10
Inizia la stagione con una netta vittoria in Qatar, poi sembra che le Honda vogliano prendersi l’intera scena, così viene omaggiato con una placca di titanio alla clavicola, per aver provato a contrastarla. Lorenzo però non si arrende, così, al Sachsenring, decide di dare una bella ricalibrata a quella placca, spianando a Marquez la strada verso la vetta della clavic… hemm classifica. Lorenzo non conosce la bandiera bianca (non quella sventolata dai commissari in caso di pioggia) così, dopo il ragionevole “forfait” tedesco, rimonta in sella ad una moto che prende decimi e decimi dalla temibile e cannibale avversaria. Lorenzo dà supporto a Yamaha (dovrebbe essere l’opposto), colmando le lacune di una casa che, con i diapason in questa stagione, non riuscirebbe ad accordare alcun strumento. A Silverstone e a Misano, nonché in Giappone e a Valencia, abbiamo assistito ai veri valori in campo. Un pilota che ha saputo fare la differenza, in sella ad una moto troppo distante dalla casa alata.
Mondiale honoris causa.
Dani Pedrosa 7
Un nuovo coinquilino (e che coinquilino) in casa Honda, lo ha forse destabilizzato un po’, ma resta il fatto che questo doveva essere il suo anno.
Vince 3 gare stagionali, perciò dimostra di essere ancora veloce e vincente. Dopo un avvio al rallenty in Qatar, esplode intascandosi due GP consecutivi (Jerez e Le Mans). Al Mugello e Barcellona,
conquista due pole position da record, ma chiuderà secondo dietro al vice campione del mondo. Da Assen in avanti, arriva il lento declino, che ritroverà un po’ di equilibrio solo a Brno. L’infortunio del Sachsenring è stata una tegola sul casco (e per fortuna che l’aveva) per Dani, che vede una striscia positiva, interrompersi anche un po’ ingiustamente. La stagione scorsa ha combattuto come un leone;
in questa annata tutti si sarebbero aspettati una consacrazione, invece…
Cal Crutchlow: 6,5
Una stagione folgorante, illuminata da
risultati sorprendenti e gesti eroici solo fino in Germania, poi le lampadine si spengono improvvisamente.
Ottiene 4 podi nelle prime 8 gare poi lentamente, anche un quarto posto, comincia a diventare un’utopia. Una stagione a due facce, una da protagonista, l’altra da paracarro. Yamaha non ha certo dato il supporto che serviva al pilota britannico e forse, le parole di troppo nei confronti di Poncharal, hanno dato l’effetto che ci si aspettava. Dopo la firma in triplice copia sul nuovo contratto con la casa di Borgo Panigale, Cal si è “ducatizzato” con largo anticipo.
Protagonista straripante fino al Sachsenring, comparsa da B movie a partire da Laguna Seca fino a Valencia.
Stefan Bradl: 6,5
Chiude la stagione con una posizione in più in classifica rispetto allo scorso anno; non raccoglie nulla in 4 gare a causa di un forfait o di una caduta. In Germania e California, mette in mostra le sue migliori performance.
A Laguna Seca quasi vince, e solo questo può bastare per una stagione sufficientemente appagante. Ottiene risultati migliori del suo compagno di marca
Bautista (voto 6), pur avendo un appoggio dalla casa inferiore rispetto allo spagnolo.
Se avesse chiuso anche le altre 4 gare, ora sarebbe davanti non solo ad Alvaro.
Bradley Smith: 6
Era un esordiente e si è visto! Essere veloci sin da subito non poteva essere nelle sue corde, ma ha mantenuto una certa costanza per tutto il campionato. Nel finale addirittura ha fatto quasi meglio del compagno ben più esperto.
Chiude la sua stagione d’esordio al 10° posto. Il prossimo anno, potremmo vedere cosa ha imparato da questa categoria.
Valentino Rossi 5.5
Non è mai facile dover giudicare la stagione di un pluricampione del mondo, che ha la fortuna di salire nuovamente in sella ad una moto che gli ha regalato ben 4 titoli mondiali, dopo due stagioni fallimentari con Ducati. La notizia del suo ricongiungimento con l’affezionatissima M1, ha dato adito soltanto a questa aspettativa e pronostico: “Vale tornerà a vincere!”. Niente di più sbagliato…
In Qatar incanta con un ottimo 2° posto al “riesordio”, ad Austin e fino ad Assen, colleziona risultati molto lontani sia dai suoi standard, che quelli della M1. I
n Olanda vince una gara che scatena un vespaio e nuove affermazioni: “Vale è tornato! Vale può vincere ancora il mondiale!”. Niente di ancor più sbagliato… Rossi non ce la fa proprio, neanche a girare con tempi non dico vicini, ma almeno non troppo lontani dai tre top rider davanti. Dopo Assen, il livello si è alzato vertiginosamente e
Rossi è stato l’unico pilota ufficiale a tossire e parecchio. Chiuderà il campionato con un quarto posto in classifica generale, sbriciolando ogni speranza, di chi lo vedeva come vincente,
in una stagione alla fine per lui deludente.
Andrea Dovizioso 5.5
Era la sua prima stagione a bordo della GP13, e il risultato finale ha già messo in evidenza quale futuro aspetta al pilota forlivese. In Qatar sembravano esserci i presupposti per una stagione in miglioramento.
A Le Mans addirittura combatte con Pedrosa e Marquez; il resto della stagione è praticamente un incubo da cui non ci si riesce a svegliare. Ore e ore di ritardi, posizioni imbarazzanti e ottimismo più forzato che spontaneo. Ducati ha mostrato una competitività pari (e spesso inferiore, vedesi
Espargarò voto 8) ad una CRT. Non c’è molto da aggiungere…
Nicky Hyden 5.5
Era la sua quinta, travagliata stagione in MotoGP in sella alla rossa di Borgo Panigale; durante la pausa estiva, arriva la notizia del suo divorzio, ma le cose non cambiano. Un’annata che non verrà certo ricordata nel palmares del belloccio statunitense. Solo pochi spunti positivi, il resto è stato un calvario vero e proprio.
Merita un elogio, perché subire psicologicamente un ambiente così per 5 anni, non è da tutti.
HONDA, VOTO 10: Inarrivabile, incontrastabile sul piano tecnico. Offre ai due piloti ufficiali, una moto velocissima in ogni contesto e su ogni pista. Non lascia nulla agli avversari. Avida, imbattibile.
YAMAHA, VOTO 7,5: distante e non poco dalla casa di Tokyo. Teoricamente dovrebbe essere la casa a supportare il pilota, quest’anno è successo l’inverso. Senza Lorenzo, questa stagione sarebbe quasi a secco di vittorie.
DUCATI, VOTO 0 (ZERO) no comment…
Voto alle gare:
Qatar: 8
Austin: 6
Jerez: 7
Le Mans: 8,5
Mugello: 7
Barcellona: 6,5
Assen: 8,5
Sachsenring: 7,5
Laguna seca: 7-
Indianapolis: 5,5
Brno: 7
Silverstone: 9,5
Misano: 6
Aragon: 6,5
Sepang: 4,5
Phillip Island: 8 (per tutti gli episodi accaduti)
Motegi: 7 (le condizioni meteo non sono un dettaglio!)
Valencia: 8
VOTO ALLA STAGIONE: 9
All' anno prossimo......