Fabio quindi mi stai dando ragione??????? La F2 Classic (cartuccia della cornacchia e del colombaccio del mio video) fabbricata con ottimi componenti moderni di una rinomata casa produttrice può capitare che un giorno non vada. ....e il giorno prima invece ammazzava a distanze importanti!
Basta direi che non c'è altro da aggiungere!
Non so come rispondere. Nel tiro a volo ad uccelli (non cocci) ci sono troppe variabili, dalla distribuzione dei pallini nella rosata, che non e' sempre la stessa anche se le cartucce sono le stesse e sparate a un secondo di distanza l'una dall'altra--alla precisione del tiro. Come fai a sapere che avevi centrato perfettamente la cornacchia ogni volta? Quanti pallini s'e' presa?
Sono pronto ad ammettere che le cartucce a munizione spezzata e specialmente quelle a piombo piccolo (8-9) o piccolissimo (10-12), col bossolo in cartone e con borra non contenitrice possano mostrare qualche differenza da giorno a giorno o da ora ad ora quando cambiano le condizioni atmosferiche. Questo l'ho riscontrato anch'io in Italia, quando sparavo ad uccellesimi anch'io. Ma ho anche riscontrato che quando sparavo entro 30 metri e centravo il tordo, lo storno o la lodola, in genere questi uccellesimi venivano giu' magari sanguinando o ancora vivi, ma giu' venivano. E' nei tiri lunghetti o lunghi che le condizioni atmosferiche sembravano avere un maggior potere sul rendimento della cartuccia.
Quando ho lasciato l'Italia gli uccellesimi non li ho piu' insidiati. Gli uccelli piu' piccoli abbattibili sono i beccaccini e le tortorelle americane, piu' diverse specie di quaglie. Io in genere ho cacciato starne, lepri, conigli grouse, fagiani, anatre, tortore e tacchini in condizioni che vanno dal clima artico al clima subtropicale. E non ho mai riscontrato alcuna influenza del clima sulle cartucce. L'unica cosa che cambio e' la numerazione dei pallini a seconda della stagione, ma non a causa del clima, ma a causa dello strato di grasso, penne e piume che e' piu' spesso (e duro) d'inverno.
Ma mi domando un'altra cosa riguardante voi ricaricatori italiani (a proposito, da quando sono negli U.S. non ricarico piu' per i lisci, solo per i rigati): noto che ogni tanto alcuni di voi vantano le vecchie polveri e vanno in brodo di giuggiole quqndo ne trovano una lattina. Credo che sappiate che le polveri vecchie spesso producono piu' pressione perche' il rivestimento ritardante di ogni granello s'e' staccato in parte o completamente, ed e' come una polvere sottile che si vede chiaramente se si versa la vecchia polvere da un recipiente all'altro. Oppure puo' dare pressioni minori a causa del degrado dei suoi componenti. E di sicuro non dara' mai pressioni consistenti e sara' influenzata dall'umidita' e/o dalla temperatura piu' di una polvere nuova di zecca. La polvere da sparo vecchia e' un ottimo fertilizzante. E quello dovrebbe essere l'unico modo di usarla. Poi tante polveri recenti (e spezzo una lancia in favore di quelle de lu paise miu, gli U.S.) se ne fregano del tutto delle variazioni atmosferiche, tanto piu' che vengono tutte caricate in bossoli di plastica, e magari tali bossoli vengono anche termosaldati sulla stellare, rendendoli completamente impervi all'umidita'. Vero che la densita' dell'aria puo' rallentare la rosata, e magari scompigliarla di piu' o di meno quando abbandona la volata ed esce dalla borra contenitrice, ma con i pallini piu' grossi non credo che tale effetto sia imponente come lo sarebbe con pallini dal 10 al 12. Tutta teoria, ragazzi. So solo (empiricamente) che quando andavo ad anatre a Kodiak durante il caldo (caldo relativo) umido o a volte, raramente, secco dell'apertura, o quando andavo sotto una pioggia battente, o persino neve (e lago in parte ghiacciato), usavo le stesse cartucce con gli stessi risultati.
Nel Montana a 30 gradi sopra zero o 40 sottozero le stesse cartucce della Remington o Federal (con il dovuto cambiamento della numerazione del piombo, dal 7 1/2 a Settembre al 6 o anche 4 a Gennaio, starne, fagiani e lepri morivano sul colpo se centrate. Qui in Alabama io uso le stesse cartucce Rio Texas, piombo 8, per le tortore a Settembre e temperature intorno ai 32 gradi centigradi e umidita' altissima oggi e bassissima domani, a seconda da dove tira il vento, e per tirare alle cornacchie tutto l'anno, anche quando la temperatura e' a 2 o 3 gradi sopra zero e umidissima. E i risultati sono--uggiosamente--sempre gli stessi: centrati a tiro gli uccelli vengono giu' stracciati, scarseggiati arrancano e cadono lontano e vivi o non cadono per niente, mancati mi fanno una pernacchia e se ne vanno.
Sottolineo: tutto cio' che ho sopra scritto e' dettato dalla mia lunghissima esperienza ma non ha alcun valore oggettivo specifico e men che mai scientifico. Piu' o meno come tutto cio' che scrivete voi e che purtroppo certi (pochi, grazziaddio) predicano come se fosse Vangelo e si aspettano che tutti gli altri lo accettino come se fosse la teoria della relativita' o come il teorema di Pitagora.
Che bello il "Io so di non sapere" ed un cucchiaino di umilta', ogni tanto!
P.S.
Quelli che danno retta a cio' che dicono i fabbricanti e i venditori di cartucce sono come i romani dei tempi belli che Pinelli immortalo' che annaveno a 'na fraschetta e addomandaveno: "Oste, e' bbono er vino che venni?" E che cosa si aspettavano che l'oste rispondesse?
Per me, soltanto cartucce fresche, caricate con la polvere piu' moderna che ci sia, bossolo di plastica, borra contenitrice, e marca Federal o Remington o Rio Texas. Magari anche Fiocchi, anche se finora la mia esperienza con le Fiocchi e' limitata al 20 e a poche cartucce consumate.