Re: Calendario Marche
ALLEGO UNO STRALCIO DELLA DISCUSSIONE AVUTA IN CONSIGLIO REGIONALE IN DATA 27.07.2010 RELATIVA AI CRITERI CHE HANNO PORTATO ALL'APPROVAZIONE DEL CALENDARIO VENATORIO REGIONE MARCHE 2010/2011 E PROSPETTIVE FUTURE.
Interpellanza n. 6
dei Consiglieri Ricci, Badiali, Traversini
“Calendario venatorio 2010/2011”
(Svolgimento)
PRESIDENTE. L’ordine del giorno reca l’interpellanza n. 6 dei Consiglieri Ricci, Badiali, Traversini. Ma prima di passare la parola al Consigliere Ricci, a cui chiedo scusa,
.........
Ha la parola, per l’illustrazione, il Consigliere Ricci.
Mirco RICCI. Il calendario venatorio è un atto già efficace, è stato distribuito, affisso e
ovviamente votato dalla Giunta.
Una piccola premessa. Nelle Marche i 35 mila cacciatori che tutti gli anni si accingono
a pagare le quote statali, regionali e le quote sociali dell’Ambito si aspetterebbero – ormai
è un dato storico, capitava anche a me – che il calendario venatorio, così come prevede la
legge, venga emanato entro il 15 giugno.
Ma non è mai avvenuto sia nelle Marche come nelle altre regioni. Recentemente sempre
di più il prelievo venatorio ha a che fare molto – ed è ciò che sta alla base dell’interpellanza
– con il riferimento scientifico. Cioè il prelievo di fauna selvatica è per forza di
cose sempre di più riferito a un dato di conoscenza scientifica, come ad esempio la consistenza
della specie che devi prelevare ecc.
E’ evidente che per produrre un calendario venatorio occorrono anche degli approfondimenti,
vedi i pareri dell’ISPRA di Bologna e dell’Osservatorio regionale.
Allora il punto dell’interpellanza è che, purtroppo, anno dopo anno avvengono modifiche
al calendario venatorio, sorprendendo molto spesso anche gli stessi cacciatori
che magari pensano che il calendario sia una ripetizione di quello dell’anno precedente,
oppure perché sorprende si possa fare un’iniziativa in riduzione del tempo e delle
specie senza che si avvia la conoscenza precisa
del perché.
Allora il punto qual è, Assessore? La Giunta ha prodotto un atto di riforma della
legge 7, quindi a partire dal prossimo autunno si dovrebbe fare in modo che il calendario
venatorio sia uno strumento di legge inserito nella legge 7, di validità triennale; come hanno
fatto anche altre Regioni che in questo modo hanno infatti risolto i conflitti e le polemiche
del periodo estivo. Affinché appunto i Atti consiliari Assemblea legislativa
cacciatori possano essere a conoscenza di quello strumento che permetta loro di poter
svolgere l’attività venatoria attraverso le regole.
Allora, sì, Assessore, possono a quel punto essere chiamati anche al pagamentodelle quote sociali. Cosicché poi anche gli Ambiti di caccia potranno predisporre il loro bilancio.
Ma questo meccanismo in realtà non si è potuto mai fare perché appunto si aspetta sempre lo strumento che regola l’attività della caccia. E’ sempre uno scorrere nel tempo, molto, molto spesso si pagano le quote sociali ad agosto perché il calendario esce ad agosto, magari solo a seguito di un ricorso
qualche volta lo abbiamo avuto poco prima della stagione venatoria.
Quindi questo meccanismo ormai sfilacciato può essere sistemato se facciamo
un calendario venatorio per legge a validità pluriennale – l’Emilia Romagna ha scelto tre
anni, altre Regioni hanno scelto cinque anni–.
E’ ovvio che c’è un limite, perché se il calendario venatorio lo si fa con legge poi
per modificarlo ci vuole un’altra legge. Per cui hai dei vantaggi da un lato e dei limiti daun altro, perché una modifica legislativa potrebbe comportare complicazioni.
Questo è dunque lo scenario, dopodiché siamo consapevoli che per un prelievo di
fauna selvatica è sempre più necessaria la conoscenza specifica, anche se abbiamo
cercato di “contrapporre” all’ISPRA un osservatorio regionale. Molto spesso, infatti,
l’attività venatoria ha a che fare non tanto con le tradizioni quanto con le caratteristiche
ambientali, agricole, faunistiche di un territorio regionale. Può darsi allora che una riflessione
di carattere più ampio perda di vista ciò che invece può essere un dato locale.
Chiedo pertanto all’Assessore, al di là della risposta che darà all’interpellanza rispetto
alle scelte di quest’anno e quali siano stati i criteri tecnico-scientifici per mettere a punto
quel calendario venatorio, di vedere se sia giunta anche nelle Marche l’opportunità di
accelerare la riforma della legge 7 ed individuare una norma che fissi il calendario per
legge in forma triennale, affinché si dia chiarezza, almeno per tre anni, a coloro che pagano
le tasse.
A quel punto potremo, come fu all’inizio dell’esperienza degli Ambiti di caccia, chiedere il pagamento della quota sociale a marzo. L’ATC è una associazione privatistica, senza fini di lucro ad emanazione di diritto
pubblico, che deve fare il proprio bilancio, ma nessuno pagherà mai a marzo, certo, perché non conosce il calendario venatorio.
Invece se lo si fissa per tre anni scuramente lo si potrà conoscere, evitando così, come accaduto quest’anno e l’anno scorso, quella polemica finale che il calendario venatorio modificato dall’anno precedente genera tra a popolazione dei cacciatori.
PRESIDENTE. Ha la parola il Consigliere
Traversini.
Gino TRAVERSINI. Condivido quanto denunciato dal Consigliere Ricci circa l’inserimento
del calendario venatorio all’interno della legge, ne eviteremo le discussioni dopo la sua uscita. Inoltre ci sarà sicuramente una partecipazione alla discussione del calendario venatorio, così si eviteranno i problemi.
Quei problemi che ci sono sicuramente in questo caso. Peraltro, Assessore, il mio intervento
serve anche ad anticipare un’interrogazione, presentata ieri sempre da tre Consiglieri, circa l’apertura della caccia al cinghiale posta al 1° ottobre. Questo nel pesarese e nell’anconetano
pone diversi problemi, che ora non voglio anticipare, lo faremo nello svolgimento di questa interrogazione, vi dico solo che nel pesarese si stanno già organizzando, giovedì sera ci sarà un’assemblea provinciale che
probabilmente sarà anche molto animata.
Quindi ancor prima dello svolgimento dell’interrogazione invito l’Assessore a prendere
questo tema in considerazione, secondo me ci sono margini per risolvere il problema.
PRESIDENTE. Ha la parola l’Assessore
Petrini.
Paolo PETRINI. Nel corso del tempo in effetti c’è stato un dibattito sulle modalità di approvazione del calendario venatorio. E la modalità che abbiamo utilizzato fino ad oggi privilegia l’elasticità e l’immediatezza dell’intervento,come giustamente ci ha ricordato ilConsigliere Capogruppo Ricci. Considerate
cioè le dinamiche innescate nel corso degli ultimi anni, intervenire ogni volta per modificare
e quindi per rispondere a nuovi stimoli che venivano a volte da vincoli esterni, per non parlare delle sentenze, sembrava fossel’approccio più utile.
Però devo dire che, visto anche l’atteggiamento di alcune associazioni che ogni
anno cercano degli spunti, a volte del tutto strumentali, per produrre dei contenziosi,
che poi molto spesso ci portano ad una modifica in zona Cesarini, proprio per non pregiudicare
l’attività faunistico-venatoria, in quella proposta di legge, approvata qualche
settimana fa dalla Giunta e inviata all’Assemblea legislativa, c’è proprio il cambiamento
che si auspica. Ovvero quello di un’approvazione del calendario venatorio attraverso il
passaggio in Assemblea legislativa e che possa durare tre anni. Dando così non solo
preventiva conoscenza ma probabilmente anche stabilità a quelle previsioni che poi la
stessa Assemblea legislativa potrà dare.
Quindi su questo sono d’accordo. Riguardo invece all’oggetto specifico dell’interpellanza
vi ricordo che noi nella primavera scorsa nel momento in cui si fece la bozza del calendario venatorio la inviammo, come di dovere, all’ISPRA. E in quel caso il periodo di prelievo della selvaggina stanziale,
lepre comune, coniglio selvatico, pernice rossa, starna, fagiano, veniva indicato alla
data del 19 settembre-8 dicembre 2010.
L’ISPRA espresse come sempre il parere (non vincolante) e come per gli anni passati
ci consigliava l’opportunità di posticipare l’apertura della stagione venatoria almeno
all’inizio di ottobre. Ciò al fine di favorire il completamento dei cicli produttivi e/o lo sviluppo
fisico e comportamentale dei giovani animali nati in estate.
Tale suggerimento è stato da noi ritenuto puramente orientativo, per cui, così come
previsto nella legge 157/92, abbiamo fatto coincidere questo tipo di caccia con la terza
domenica di settembre, quindi con l’inizio al 19 settembre.
L’ISPRA non diceva nulla per la chiusura dell’attività della caccia stanziale. Però nella
fase ci concertazione, che abbiamo svolto il 3 giugno 2010 alla presenza delle associazioni
venatorie e agricole ed in particolare degli Ambiti territoriali di caccia, è stata avanzata
fortemente da quasi tutti la proposta di anticipare alla fine di novembre il prelievo
della stanziale. Ciò al fine di tutelare maggiormente quella parte di selvaggina che, ormai
ambientata durante i mesi autunnali, può costituire un buon serbatoio riproduttivo per
la stagione successiva.
Quindi da parte di tutti questi soggetti – che ovviamente sono abbastanza titolati per
farlo – di fatto è stato proposto di produrre un investimento, si è detto: “rinunciamo quest’anno
a qualche giorno di caccia per avere un maggior serbatoio per il prossimo anno”.
Inoltre, per quanto riguarda il fagiano di sesso femminile, si è chiesto un ulteriore anticipo
del termine al 14 novembre finalizzato ad aumentare il livello di tutela della specie al
fine di favorirne l’incremento sul territorio destinato a caccia programmata. E questa scelta
ha visto anche il supporto tecnico scientifico dell’Osservatorio faunistico regionale.