Re: caccia beccaccia
mimmotursi ha scritto:
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quagliardo ha scritto:
OGGIIIIIIIIIIII FAVOLAAAAAAAAAAAAAAAAAA: 8 raccolte di cui una ferita all'ala e l'ho lasciata li VIVA.
Bisongna andarci assolutamente e tieni conto che ce ne erano riamste poche. Ora aspetto il freddo del 6/7 dicembre e co torno.
KON DEVO FARLO QUEST'ANNO ASSOLUTAMENTE !!![attachment=2:3iqnndmm]Immagine 145.jpg[/attachment:3iqnndmm]
La pointerina è favolosa anche perchè NON CACCIA LUNGO e ferma lungo e solido.
Ciao
Mimmo
RACCONTI DI CACCIA VISSUTA
Oggi vi racconterò una cacciata diversa dalle nostre solite ma, mi auguro, altrettanto simpatica ed originale.
Dovete sapere che, dopo anni di setters, il 2006 ho preso un cucciolo di appena 60 giorni di drahthar il quale appena mi vide, si avvicinò baldanzoso e fiero mordendomi i pantaloni prima e poi arrampicandosi sulla stessa gamba. Da allora si è instaurato tra noi un rapporto di ottima amicizia condita da una grossa fetta di simpatia poiché, nel crescere, ha dimostrato un “buffismo” ridicolo, simpatico.
Il suo nome è KON che in ungherese, sua patria natale, significa MASCHIO.
Io sono della filosofia di mia padre il quale diceva che, per cacciare, i cani han tanti anni a disposizione ma prima bisogna farli crescere sani e forti, farli giocare e poi iniziare a metterli sul selvatico, tassativamente quaglie selvatiche e non di allevamento. Dicevo, cresciuto a questa “scuola” ed essendo KON un maschio, ho fatto vedere lui la prima quaglia a 15 mesi e di li ho continuato per i successivi 3 mesi per poi portarlo a starne e fagiani autoctoni in Ungheria e Romania.
Lo scorso inverno l’ho iniziato a beccacce nei nostri boschi del barese ma, vista l’impossibilità di sparargli perché il 90% di questi era divenuto parco, ho smesso l’addestramento reputandolo incompleto e fatto male.
Abbiamo ripreso in Croazia a quaglie quest’anno con ottimi risultati – non solo per i carnieri ma principalmente per il modo e la finitura di caccia - continuando poi con starne e fagiani qui in Romania con ancora mia grande soddisfazione.
Deciso quindi ad iniziarlo con le beccacce l’ho tenuto qui con me, sempre in Delta Danubio, uscendo praticamente tutti i pomeriggi, sin dal 1° novembre, in un bosco di circa 300 ettari sito nella mia Riserva.
Con le temperature avute e che stiamo ancora avendo, di beccacce non se ne son viste ancora e quindi, facendo un giro di telefonate a vecchi amici beccacciai oltre che girando in internet, ho trovato una organizzazione venatoria bulgara gestita da un Signora a cui mi son rivolto precisando la mia richiesta di voler cacciare beccacce da solo e senza altri cacciatori o cani.
Fissato il “quantum” ed il giorno di inizio, io e Kon siam partiti dotati di tantissimo entusiasmo e volontà. Giunti, fatte le dovute presentazioni oltre che la documentazione di rito, ci si da appuntamento al giorno dopo per la cacciata.
Io, Kon, la Signora e l’accompagnatore/guardiacaccia bulgaro, andiamo nelle vicinanze di un bosco che scorreva in un profondo vallone con costoni relativi e l’omino mi dice che qui ci sono almeno 30 beccacce.
Lo guardo sorridendo iniziando la cacciata con la Signora che mi segue a debita distanza mentre lui rimane a dormire in macchina.
Kon inizia ad entrare nel bosco con aria svogliata, allontanandosi di massimo 50 metri e tornando indietro guardandomi come a chiedermi cosa ci stessimo a fare li. Lo incito, lo stuzzico, mi infilo anch’io nel folto ma la situazione non cambia sin quando dinanzi alla Signora, rimasta indietro e larga di una decina di metri sulla mia destra, parte una beccaccia.
AZZ….innervosito per l’accaduto e per il non cacciare di Kon, lo chiamo e lo porto quasi di peso sull’usta.
Si sofferma incuriosito qualche secondo, naso in terra, annusa ed inizia la cerca incominciando ad allungare come suo solito. Incoraggiato da ciò, riprendo animo ed entusiasmo confidando su di lui. Il tutto però dura 7 minuti 7 di orologio quando me lo vedo ritornare con occhi “scocciati”. Sto per incazzarmi sul serio e sgridarlo di brutto quando mi ricordo sempre di mio padre che diceva: i cani prendono sempre dai padroni. Mi accendo una sigaretta, mi avvicino alla Signora che parla e capisce correttamente l’italiano e con Kon al fianco ritorniamo alla macchina.
Al vederci l’omino esce dall’auto venendoci incontro e mi chiede perché non ho sparato. Sparato a cosa ? Sono uscite dal bosco ben 7 beccacce. Mi riaccendo un’altra sigaretta e prego la Signora di tradurre e dirgli che delle beccacce di “spollo” non me ne frega niente e che voglio andare in un posto più accessibile come sottobosco per cacciare ed incitare meglio il mio cane. Lui si infuria dicendomi che tutti gli italiani che son venuti con lui han fatto grossi carnieri e che lui ha un “onore” da difendere e che non concorda con la mia richiesta. A quel punto mi incazzo davvero e urlando gli dico che degli italiani, francesi, spagnoli e tutto il mondo che è andato con lui e specialmente del suo “onore” non me ne frega un accidenti; io pago ed io decido come cacciare e quanto ammazzare !!!
Lui parlotta con la povera Signora, le cede chiavi della macchina e documenti di caccia e va via a piedi.
Lei timidamente mi sorride, si scusa e pregandomi di entrare in macchina ci spostiamo.
Dopo appena 3 kilometri arriviamo in una immensa piana coltivata a grano, una distesa di almeno 100 ettari ma suddivisa in 4 parti da canaloni paralleli, fatti da alberi di noce e lecci con un sottobosco soffice di foglie marce e morte ed ai lati rovi e spini, lunghi almeno 4 km ciascuno e larghi una 30ina di metri. Guardo la Signora ed ella, molto intelligentemente, mi previene dicendomi che camminerà dal lato esterno destro del canalone per vedere se esce qualche beccaccia.
Si parte con Kon che si “mette a quaglie” nel seminato con il vento in faccia. Lo chiamo e lo invito ad entrare nel bosco entrandoci io per primo. Inizia a tessere e d’improvviso, a 15 metri davanti a me, si blocca a testa alta ad annusare il vento per poi ripartire naso in terra. Si allunga che non lo vedo più quando sento il BIP in ferma. A passo celere vado verso di lui che sento partire una famigliola di starne con lui alle calcagna. Ritorna sui suoi passi come impazzito ed inizia a cacciare. Dopo qualche altra decina di metri lo risento in ferma, mi avvio ed arrivo che lo trovo immobile, con i muscoli delle cosce frementi. Mi apposto al suo fianco con la visuale per un eventuale tiro il più agevole possibile che partono 9 starne. Alzo il fucile ma non sparo rammentando sempre i detti di mio padre: quando son giovani, non far loro confusione ma fa capire cosa devono cercare, cosa state cacciando.
Intanto Kon è già ritornato dallo sterile inseguimento e riprende la cacciata con più voglia e foga ma senza mai allungare oltre i canonici 2/300 metri che gli ho insegnato. Siamo oltre la metà del canale che è in ferma. Non potendo accelerare dal di dentro esco sul seminato e, fucile in mano pronto allo sparo, vado verso di lui. Lo vedo statuario, rivolto verso il bordo del canale ove vi è un groviglio di rovi, ponendomi dinanzi a lui distante buoni 5 metri. Siam fermi e pronti entrambi…il tempo scorre senza alcun involo che parlandogli lo incito ad accostare quando, rumorosissima e fragorosa si innalza a candela una beccaccia scappando via verso il dentro. A questo frastuono Kon letteralmente si spaventa correndo verso di me in cerca di protezione che di colpo si blocca e ritorna indietro infuriato verso quella “nuova cosa” . Va su e giù annusando l’usta e le possibili tracce quando lo risento in ferma a pochi metri dalla fine del canalone. Questa volta corro immaginando una probabilissima frullata della beccaccia che non succede. Arrivo e mi piazzo ma, questa volta, sto zitto ed immobile. Kon mi vede ed inizia a gattonare delicatissimamente. Ritorna in ferma e…di colpo spezza e ripunta a 90° sulla sua destra. Sempre immobile “allungo” gli occhi tra gli spini senza veder nulla che parte una beccaccia uscendo nel seminato a mò di quaglia. Fucilata e giù che ne parte un’altra, dalla destra dov’era Kon, alzandosi a candela e ricadendo parecchio spiumata.
Kon che era di ritorno con la prima beccaccia in bocca, alla seconda fucilata, la molla e si getta nel fitto riportando anche l’altra.
La mia gioia è stata immensa, inutile dirlo, tanto che me lo sono abbracciato ma per pochissimi secondi perché mi è sfuggito ripartendo verso il secondo canalone.
La giornata si è conclusa con altre 2 reali prede e otto involi mancati.
Questi primi 4 giorni a beccacce in Bulgaria son stati molto proficui ed istruttivi per il mio drahtharone che, iniziando con uno spavento, mi ha fatto raccogliere ben sedici beccacce e tutte sulla ferma.
Mi son divertito molto ma principalmente son stato felice nel ricordare i tanti ed ottimi consigli datimi da una persona che certamente ora sta cacciando in un Mondo migliore: mio padre.
A presto,
Mimmo Tursi