Giovanni non posso accettare lezioni dagli States sia in materia alimentare che di civiltà, ognuno è libero in democrazia di esprimere le proprie opinioni ci mancherebbe ma nel rispetto degli altri.
Gli States non possono proferir parola sulle sofisticazioni dei prodotti italiani visto che commercializzano di tutto con il marchio italiano infischiandosene delle regole e dei marchi depositati , vedi i vari “parmesan” “Bologna” per momortadella e via andare con “Parma” ecc.ecc. Quindi di cosa stiamo parlando? Di presa per il c@lo? Comprate prodotti DOC e certificati in America come negli altri paesi e fregature non ne avrete mai, i controlli alimentari in Italia sono i più rigorosi di tutta la comunità europea e le contraffazioni si scoprono proprio perché ci sono i controlli , o ci vuoi dire che da voi siete tutti santi?
La nostra storia ci dice altro , diverso dalle tue paventate minacce di sottomissione culturale che non c è stata quando i musulmani erano arrivati alle porte di Vienna e potevano andare oltre figuriamoci oggi.
Mi stupisce sempre leggere questi tuoi post conoscendo la tua preparazione culturale, perdonami ma non ti capisco.
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Civilta'? La civilta' italiana si sta diluendo e scomparira' per via dell'influsso di gente incivile e della loro futura sopraffazione di tradizioni, leggi, dettami morali, e di tutto cio' che si potrebbe considerare occidentale in generale e italiano in particolare. Senza dover ricorrere alle profezie di Oriana Fallaci che, sebbene datate, avevano individuato il problema prima che le masse ne divenissero consapevoli, ci sono recenti studi demografici rispettabili e attendibili che mostrano come nel 2050 per ogni europeo ci saranno cinque africani o discendenti di africani in Europa, la grande maggioranza di essi musulmani. E da cio' che vediamo tutti--a meno che non infiliamo la testa sotto la sabbia--gli incivili dall'Africa, Pakistan, ecc. non sanno e non vogliono integrarsi, ne' vogliono integrarsi la maggioranza dei loro figli.
Parmesan, Bologna, ecc.? I nomi dei prodotti U.S. che sono modellati su originali italiani non vengono pero' spacciati per prodotti italiani, ne' vengono sofisticati con sostanze possibilmente nocive, come invece avviene in Italia con gli olii "extra-vergine" provenienti da chissa' dove ed ai quali sono state aggiunte sostanze estranee. I prodotti U.S. non possono per legge dichiarare di essere italiani, o francesi, o tedeschi. E tutte le sostanze e ingredienti presenti nei prodotti devono essere elencati sull'etichetta. Se vado al supermercato e voglio comprare il Parmigiano Reggiano verace, sull'etichetta dira' "Product of Italy" e saro' sicuro che non e' Parmesan fatto dalla Bel Gioioso (nome italiano ma produttore U.S.) sulla cui etichetta si legge "Product of U.S.A." Ormai "Parmesan" e' un nome generico, come da voi "Chinotto," che puo' essere della Neri (ottimo) o di altri produttori (mediocre), o "birra." Io compro il Parmigiano Reggiano e il Pecorino Romano al supermercato, o il Camembert fatto in Francia. Mia moglie recentemente mi ha portato dall'Arizona dell'ottimo prosciutto di Parma d.o.c..Ci sono, a costo inferiore, formaggi con gli stessi nomi, ma non li compro e nessuno cerca di truffarmi facendomi credere di star acquistando lucciole invece di lanterne, perche' l'etichetta non mente. Lo stesso col prosciutto. E quando si tratta di olio sto ben attento a non comprare gli olii "italiani" importati dall'Italia, perche' quando leggo sulla bottiglia che son fatti con olii dalla Tunisia, Marocco, Spagna, ecc. e soltanto imbottigliati in Italia, rifiuto di comprare un "Frankenoil," tanto piu' che la scoperta di industrie italiane che sofisticano l'olio con chissa' che cosa, come quella dell'articolo, e' abbastanza frequente. Si' i controlli ce li avete, non lo discuto, ma per uno che beccano, quanti la fanno franca? Gli articoli su prodotti contraffatti, sofisticati, taroccati non li leggo mica sul Washington Post, ma sul Messaggero e su Il Giornale online. E non si tratta solo di olio, ma di mozzarelle, di pasta, e tanti altri prodotti.
Certo, ci sono ladri e truffatori anche da noi. Se li beccano possono anche essere amici di congressmen, senatori, e governatori, ma in genere le marachelle loro non vengono insabbiate e le punizioni sono severissime. Dico "in genere", perche' da che mondo e' mondo i "furbi" e i malfattori sono esistiti ovunque, a tutti i livelli, e ci sono sempre quelli che scappano attraverso le maglie della rete, o aiutati dai loro soldi, o da complici potenti. Magari potessi trovare un paese dove cio' non accade. Ma quando si considerano i fatti, i numeri, le percentuali, voglio approfittarmi della democrazia che tu riconosci e che mi permette di esprimere le mie opinioni sia a casa che in trasferta, per dire che qui negli U.S. le cose sono un po' migliori di altrove per quanto riguarda la sicurezza e genuinita' dei cibi. Leggi i notiziari U.S. online. Un paio di giorni fa una grande industria alimentare ha ritirato volontariamente dal commercio un milione di tonnellate di macinato di manzo per qualche ragione che non ricordo. Questi "recalls" volontari sono all'ordine del giorno. E i prodotti ritirati vengono inceneriti o trasformati in fertilizzanti. Neanche vengono usati come cibo per animali.
Voglio chiudere con una constatazione di fatto. A prescindere da qualsiasi considerazione campanilistica o alzata di scudi in difesa dell'indifendibile, in politica e commercio, "perception is reality," cioe' "la percezione e' realta'." A torto o a ragione, i prodotti italiani stanno acquistando una reputazione non troppo favorevole in altri paesi. Come pensate che si senta una famiglia tedesca che ha usato per mesi l'olio taroccato dell'aziienda truffaldina pugliese verso i cibi importati dall'Italia? I sentimenti dei non-italiani creati dalla percezione negativa che persino prodotti celebri italiani come l'olio d'oliva possono essere contraffatti o sofisticati si stanno spargendo... a macchia d'olio fino ad investire anche altri prodotti--a torto o a ragione. Gia' l'EU vi sta fregando in altri modi per quanto riguarda i prodotti tipici vostri. Non lasciate che le vostre esportazioni di prodotti genuini soffrano--come stanno gia' soffrendo--a causa della percezione all'estero di una disonesta' presente nel settore alimentare. Questa non e' una "lezione," ma un avvertimento. Il mercato americano e' un grosso importatore di prodotti italiani, ma come col vino della California e adesso con l'olio d'oliva prodotto nello stesso stato da produttori molti dei quali sono italiani immigrati da qualche generazione, la qualita' dei prodotti nostrani sta divenendo davvero superiore e sta facendo una concorrenza tremenda ai prodotti italiani importati. Io, per esempio ma nel mio piccolo, adesso compro esclusivamente vino ed olio della California. Costano di meno e sono migliori di tanti altri d'importazione. Non discuto che quelli di voi che possono assicurarsi vini ed olii propri o artigianali garantiti genuini si godano prodotti migliori. Ma queste sono produzioni locali e limitate a quantitativi esigui e non per esportazione. Magari! Farei la fila per comprarli!
E mo' basta! Vado a ffa' colazzione: pane rozzo che faccio io (grano saraceno, glutine, crusca, lievito, sale) azzuppato ne l'ojo d'oliva drento ar quale ce metto quattro spicchi gajardi de ajo rosso (triturizzato co' na macchinetta spremi-ajo) e 'n pizzico de sale. Indovinate d'andove vengheno l'ajo e l'ojo? Da la California! A me la clorofilla me piace sortanto ner dentifricio, e er betacarotene me lo magno quanno me magno le radiche gialle (carote)!