Biancospino selvatico (Crataegus Oxyacantha)
Famiglia:Rosacee
Nomi Volgari: biancospino dei boschi, biancospino selvatico
Biancospino comune (Crataegus Monogyna Jacq.)
Famiglia:Rosacee
Nomi Volgari:Biancospino, Biancospino comune;
ETIMOLOGIA
Vorrei fare innanzitutto una precisazione: Solitamente si tende ad indicare il Biancospino come Crataegus Monogyna ma in realtà essa è una varietà derivata dal vero biancospino selvatico o Crataegus Oxyacantha.
Il biancospino deve l'etimologia del proprio nome alla lingua greca da cui deriva KRATOS = DURO o FORZA e A’IGON = DELLE CAPRE (Krataigos era l'antico nome di questo arbusto e significava che da forza alle capre), ma anche che ha il legno duro;
Il nome specifico della specie MONOGYNA deriva dal termine mono = 1 e ginos = pistillo: quindi con un solo pistillo che sta infatti ad indicare la presenza di un solo stimma e ovario.
Il nome specifico della specie OXYACANTHA deriva dal termine latino OXUS = aguzzo e ANTHO’S = fiore.
MORFOLOGIA
Il Biancospino e' un caducifolio della famiglia delle rosacee; solitamente ha forma di arbusto (alto mediamente 3-5 metri), anche se talvolta può raggiungere la forma ad albero arrivando a 9 metri di altezza. Ha rami e piccioli glabri, bruno-rossicci, con spine corte e chioma espansa e intricata.
Le foglie sono lucide di colore verde-scuro nella pagina superiore e più chiare nella pagina inferiore, sono glabre o leggermente pubescenti a seconda della subspecie; sui rami si presentano alterne e provviste di picciolo, hanno dimensioni fino a cm 5x4, forma romboidale e sono a 3 o 7 lobi molto profondi e non dentellati nella specie comune (Crataegus monogyna), e a 3 o 5 lobi poco profondi e dentellati nella specie selvatica (Crataegus oxyacantha).
I Fiori sono caratterizzati da un profumo con sentore di amaro, sono portati da peduncoli villosi riuniti in corimbi ed hanno dimensionio di 10-15 mm; i petali sono arrotondati, di colore bianco, raramente rosa pallido ed hanno dimensioni di circa 5 mm; i sepali sono 5, pubescenti e riuniti alla base, mentre gli stami sono nomerosi (anche oltre 20) con filamenti biancastri ed antere marrone chiaro; l'ovario è glabro con uno stilo e da questa peculiarità deriva il nome di specie monogyna.
La fioritura avviene solitamente tra i mesi di Marzo e Maggio e l’impollinazione avviene per mezzo di insetti (Entomofila).
La pianta come frutti produce numerose drupe, rosse a maturità, di forma ovale e del diametro di circa 7-10 mm; la polpa è bianca-rosata, farinosa, dal sapore dolciastro. Nella specie comune le drupe contengono un solo nocciolo, mentre in quella selvatica ne contengono anche due o tre.
DIFFUSIONE e HABITAT
L'areale dei Biancospino comprende tutta l'Europa, dove s'incontra spontaneo lungo le strade, nelle siepi e nei boschi; Risulta comune nelle radure, nelle rive assolate ma anche nei boschi di pianura tra alberi ad alto fusto.
Molto longevo, è eliofìto, rustico, adattabile a qualsiasi condizione climatica e di terreno.
In Italia è presente ovunque da 0 a 1200 metri slm e, nelle regioni più calde, arriva anche a 1500 metri.
IMPIANTO
Essendo una pianta che ama mettere ben salde le proprie radici andrebbe trapiantato giovane e messo in terreno soffice e fertile.
La varietà selvatica può essere utilizzata anche come portainnesto.
USI E PROPRIETA’
Il legno, di colore rosso giallastro, molto compatto e duro, ma di difficile fenditura, viene impiegato per lavori al tornio.
Il biancospino costituisce un ottimo tonico per il cuore e per la circolazione; rafforza il cuore ed equilibra la pressione del sangue, sia quella troppo alta sia quella troppo bassa. È considerato un valido rimedio per le nevrosi cardiache, per le affezioni dell’aorta e per le vene varicose. Il fiore è utile contro l’indurimento delle arterie, perché le ammorbidisce, mentre i frutti, astringenti, si usano per fare gargarismi contro il mal di gola.
Le foglie e i fiori, in decotto o tintura madre, sono consigliati per chi soffre di insonnia, vertigini, accessi di angoscia, nervosismo e ronzii alle orecchie, data la loro proprietà sedativa per il sistema nervoso. Sono anche indicati per sedare i disturbi della menopausa.
Il bagno con fiori di biancospino ha un effetto tranquillante.
Un eccessivo utilizzo del biancospino può, a lungo andare, provocare bradicardia, ovvero rallentamenti del battito cardiaco, e l’uso dell’intera pianta è sconsigliato durante la gravidanza.
In cucina i frutti, in realtà falsi frutti, sono utilizzati sia allo stato fresco sia per fare gelatine o marmellate, si possono, altresì, utilizzare per farne una bevanda fermentata gradevole e leggermente inebriante, che ricorda il Sidro di pere.
I fiori, colti ancora in boccio quando hanno ancora l'aspetto di bianche palline, possono costituire un ottimo succedaneo dei capperi .
CENNI STORICI
Anticamente il mese dell'anno che per i Celti cadeva tra la metà di maggio e la prima decade di giugno era dedicato al biancospino, che i Romani chiamavano Albaspina.
In Inghilterra l'arbusto rappresentava la Vergine dei Sette Dolori perché i suoi fiori sono bianchi come la Sua Immacolata Concezione, gli stami rossi come le gocce di sangue del Cristo versate sulla Croce e i suoi rami utilizzati per la corona di spine.
I romani consideravano questa pianta foriera di buon auspicio e quindi capace di allontanare gli spiriti del male: durante le feste nuziali con il legno di questa pianta si realizzavano fiaccole propiziatorie e con i fiori si era soliti adornare le culle dei neonati.
Nei tempi passati si usava appendere un ramo di Biancospino sull'uscio di casa, a protezione delle giovani ragazze, poiché questa pianta era considerata simbolo di castità; infatti, originariamente, la pianta era dedicata alla casta dea Maia, protettrice del mese di maggio, ma successivamente, con la cristianizzazione, questo culto venne trasformato in devozione alla Madonna ed anche attualmente il mese di Maggio è dedicato a Maria.
Nel linguaggio dei fiori il biancospino rappresenta la prudenza
COME PASTURA
Dei dolci frutti di questa pianta sono golosi gli uccelli che, nutrendosene. contribuiscono alla riproduzione della specie attraverso al dispersione dei semi.
I Turdidi rappresentano la specie che maggiormente ricerca questo albero per i suoi frutti .