Credo di aver gia' narrato quest'episodio della mia vita, ma prometto di non narrarlo di nuovo quando si celebrera' il duecentesimo compleanno postumo di questo luminare del cinema italiano
Ero un bambino. Per non so quale ragione (forse perche' ero asociale e non volevo giocare con altri bambini e a casa, quando la scuola era chiusa, ero insopportabile, discolo, rompitutto), Mamma rispose ad un annuncio sul Messaggero di Roma. Cercavano ragazzini di 7-10 anni per cantare e recitare in un nuovo film. A quell'epoca la paga era incredibile: 2000 lire al giorno.
La prima tappa del principio (e la fine) della mia ascesa alla celebrita' cinematografica furono due o tre giorni di lezioni di canto presso un oscuro maestro di musica, che insegno' a me e a tutti gli altri ragazzini, una dozzina, a cantare in coro unisono certe canzoni degli Alpini ("Sul Monte Grappa, c'e' una biondina, ch'e' la rovina di noi Alpin..." era una di queste cosiddette canzoni. Le altre non me le ricordo.) Il giorno dopo da Cinecitta' mettono tutti noi bambini su un pullman e ci portano al quartiere San Paolo. Li' giriamo la prima scena con Sordi. Il film e' "Bravissimo!" La scena, girata non so quante volte, e' quella del Maestro Impallato (Sordi) che mette in fila noi ragazzini all'uscita del portone della scuola. Per la cronaca, io sono quello a sinistra dei due bambini alla fine della coda, quello con la "cartella" in mano. A destra c'e' "Ciccione." Fu la prima e l'unica volta che presi per mano un mio coetaneo maschio ("Ciccione"), ma solo perche' me lo avevano imposto!
Poi dopo l'ennesimo "ciak" di questa scena e dopo che Sordi e il ragista (non ricordo se Sordi ne fosse anche regista, ma ne dubito) ne furono pienamente soddisfatti, ci misero di nuovo sul pullman e ci sbarcarono all'Appia Antica, vicino all'acquedotto Claudio, per le scene della raccolta della cicoria e della gallina. La troupe era tutta li': carrozzoni, sedie, lampade macchine da presa, tecnici, cavi elettrici, generatore, ombrelloni, ecc. Un esercito di gente! La prima cosa che alcuni lacche' del regista fecero fu l'andare in giro con una borsa piena di piantine di cicoria e un cacciavite, a piantare le piantine in giro per il prato. Poi ci mostrarono qualche piantina per insegnarci a riconoscere la cicoria. Durante questo tempo, Sordi era sdraiato su una sdraia, sotto un ombrellone, con accanto un tavolino sul quale c'era una caraffa di non so che con cubetti di ghiaccio che galleggiavano nel liquido ed un bicchiere. Sordi, con gli occhi chiusi ed una borsa di ghiaccio sulla testa non era per nulla interessato a cio' che stava accadendo intorno a lui.
Poi arrivo' una lacche' femmina che si inginocchio' vicino a Sordi e gli spolvero' la faccia, gli ricompose i capelli dopo aver rimosso la borsa di ghiaccio, e lo preparo' alla scena. La scena, che potrete vedere su YouTube o su Amazon Prime, consisteva della raccolta della cicoria che il Maestro Impallato, con la scusa della lezione di botanica, faceva raccogliere ai bambini per poi portarsela a casa e mangiarsela (il personaggio era un morto di fame, un supplente). Per le tre scene (la raccolta della cicoria, la gallina, ed il ritorno alla scuola attraverso i prati di periferia mentre cantavamo le canzoni degli Alpini) girammo per un'intera settimana, dalla mattina al pomeriggio. Una volta perche' c'era una nuvola passeggera che oscurava la scena, un'altra perche' qualcuno faceva uno sbaglio, un'altra ancora perche' il regista non era soddisfatto, ecc. ecc. Credo che per ogni metro di pellicola finalmente montata nel film ne avranno sprecato un kilometro, scartato immediatamente sul set, o tagliato via in fase di montaggio. Durante quella settimana, fra un ciak e l'altro Sordi tornava alla sua sdraia, alla sua bevanda fredda, alla sua borsa di ghiaccio (faceva caldo). Non parlava con nessuno. Mai che avesse scambiato una parola con noi bambini, mai uno sguardo, un sorriso. Ed era cosi' anche con i "grandi" che lavoravano come pazzi intorno a lui per assicurarsi che il film avesse successo e che Sordi brillasse nella sua interpretazione di Impallato. Era chiaro che il suo atteggiamento rifletteva una certa forma mentis che il popolino ignaro che lo venerava, che lo considerava un "buono" un uomo del popolo, un Romano de Roma sempre pronto a sorridere e scherzare, non sospettava per niente. Invece non era affatto come la gente credeva che fosse, almeno come lo vidi io. In fondo potrei capire se fosse stato cosi' un solo giorno, magari stanco, magari con un'emicrania. Ma fu cosi' per una settimana intera. Isolato, altezzoso, su un piedistallo. Per forza la famosa battuta de "Il Marchese del Grillo gli deve essere venuta facile! "Io so' io e voi nun sete un caxzo" era esattamente il suo atteggiamento durante tutta quella settimana. Che vi devo dire? Forse la settimana prima e quella dopo queste scene di "Bravissimo!" sara' stato simpaticissimo anche nella sua vita privata, un Romano de Roma dalla battuta e dalla risata facile. Questo non ve lo so dire. Ma quella settimana che "lavorai" con lui lo trovai del tutto scostante, antipatico, altezzoso, egocentrico. Fosse stato un Richard Burton, un Lawrence Olivier, o anche un Eduardo de Filippo, un vero divo di cinema e teatro lo avrei potuto anche scusare. Ma in fondo, chi era? Un comico, un attore di farse, un "buffone," un pagliaccio nella maggioranza dei suoi films, o almeno in quelli che lo resero famoso nell'Italietta ruspante degli Anni Cinquanta. A suo credito, pero' vanno le interpretazioni piu' impegnate, come "Un Borghese Piccolo Piccolo," o il suo capolavoro, "Il Marchese del Grillo."
Queste sono state le mie impressioni di Alberto Sordi durante la settimana di "Bravissimo." Ero bambino, forse non si puo' giudicare un uomo dopo aver passato una settimana in sua presenza, ma... Sarebbe interessante poter sentire le opinioni di altri che l'hanno conosciuto piu' a lungo e piu' a fondo, e che vogliano e possano parlare liberamente di un mito senza timore di offendere i seguaci di quel mito. De mortuis nisi bonum. Ma amicus Sordi, sed magis amica veritas. Pero' nel mondo del cinema, fondato su illusioni, Veritas e' una dea sconosciuta o poco rispettata.