Troppo poco, troppo tardi. Non e' che creare un ennesimo movimento, un ennesimo partito, un'ennesima lobby possa fare molto. Un'associazione unica e' quello che ci vuole, ma del resto un'associazione non e' la dirigenza della stessa, ma i membri che vi appartengono. Voglio dire che senza la partecipazione attiva di tutti i membri, senza i contributi finanziari di tutti i membri (non parlo soltanto delle quote di registrazione e membership, ma di continue donazioni--tanto grosse quanto ogni membro si puo' permettere) e di continuo lavoro da parte di TUTTI i membri, non si arriva da nessuna parte. Credo che fra voi cacciatori italiani ancora esista il mito delll'uomo a cavallo che guida, sbaraglia i nemici, fa tutto, mentre i suoi seguaci godono i risultati senza dover far nulla. E se non soddisfa le aspettative, l'uomo viene sbalzato dal cavallo e magari viene appeso a testa in in giu' dalla tettoia di una stazione di servizio...
Poi, la cultura rurale... Ma esiste ancora? O non e' stata soppiantata dalla cultura urbana--quella che crede che la carne e il pollame siano fabbricati nel retrobottega dei supermercati mescolando sostanze inerti invece di provenire da animali vivi ammazzati e macellati?
Scusate il pessimismo, ma credo che in Italia la caccia sia arrivata al punto dal quale non si ritorna piu'. E non solo in Italia. Che io sappia, in certi paesi e' gia' vietata del tutto, come in India. Come in Kenya. E la mancanza di logica impera sovrana: il tiro al piccione e' vietato quasi ovunque, mentre e' perfettamente legale e moralmente accettabile catturarne un centinaio alla volta con esche e con quelle reti sparate da un piccolo mortaio e poi gassarli a morte. E' vietata la caccia in parchi e zone di protezione, ma poi se certe specie sono in soprannumero a danno di altre specie o della loro stessa specie e' legale e accettabile farne abbattere un certo numero da agenti della forestale (da voi), o da park rangers (da noi). Nel passato, quando i bisonti in soprannumero migravano dal parco di Yellowstone verso l'esterno, era permesso ai cacciatori di abbatterne un certo numero, anche perche' uscendo dal parco spargevano la brucellosi fra il bestiame domestico dei ranches intorno al parco. Adesso no. I park rangers li uccidono, non i cacciatori. Tutti i buonisti, parlando ancora di Yellowstone, applaudirono la reintroduzione del lupo grigio nel parco. Questi sono gli stessi buonisti che oppongono tutte le cacce anche fuori dai parchi, compresa la caccia al wapiti, il grosso cugino americano del cervo europeo. I lupi hanno decimato i wapiti di Yellowstone, che per sfuggire al cagnaccio selvatico si sono appartati nelle zone piu' alte ed aspre del parco, dove pero' quando nevica non c'e' niente da mangiare per loro, e o scendono dove ci sono i luoi e vengono mangiati, o rimangono dove sono e muoiono di fame. La popolazione di wapiti di Yellowstone e' diminuita, se ben ricordo, dell'80%. Ma se sono ammazzati a morsi e divorati dai lupi per i buonisti anticaccia urbani va bene, mentre se abbattuti pulitamente da un cacciatore, apriti cielo!
Ormai queste regole, queste leggi sono volute dalla maggioranza e votate dai loro rappresentanti, e dov'e' che vive la maggioranza? Nelle grandi citta', dove la cultura urbana buonista regna sovrana.