E' una cosa brutta quando per andare per cosi' dire in paradiso bisogna rivolgersi verso il passato, perche' se guardi verso il futuro non vedi che nuvole nere, tempeste...
Si', considerando che presi la prima licenza a 16 anni, nel 1964 (e che gia' cacciavo da sette o otto anni, senza licenza), di giornate venatorie meravigliose, di aperture quando si poteva sparare a quasi tutto cio' che volava meno che rondini e falchi, di cacciatori cortesi e generosi (niente cannucce e bandierine), di carnieri spesso pingui, si' che me ne ricordo--e soprattutto mi ricordo quel sant'uomo di Papa' che mi accompagno' a caccia fino alla fine degli Anni '60, quando fra salute e problemi seri d'altro tipo smise di cacciare. Io continuai a cacciare. Ma gia' nel 1974, l'ultimo anno che cacciai in Italia, che a tanti di voi giovincelli potrebbe sembrare parte del "paradiso perduto," le nuvole nere si stavano addensando e gia' qualche fulmine era caduto sul mondo della caccia, bruciandone diversi territori. Se io fossi in Italia oggi a caccia non ci vorrei andare. L'atmosfera e' ostile. I Soloni sono ostili. Le leggi e regolamentazioni, oltre ad essere strettissime e severissime sono spesso anche palesemente assurde (i.e. divieto di sparare alle tortore dal collare, divieto di cacciare a Marzo alle marzaiole, quando queste vengono trucidate a mazzi in paesi stranieri limitrofi, "deroga" per poter sparare due storni, apertura alle tortore dopo che se ne sono gia' andate... e chi piu' ne ha piu' ne metta. Inoltre la burocrazia ed il costo di ottenere la licenza, le restrizioni sul possesso delle armi e delle munizioni,,, Meglio darsi alla filatelia o alla numismatica...
Fortunatamente per me, dopo aver perduto un paradiso al quale guardo con nostalgia, ne ho trovato un altro. Certo, non c'e' piu' Papa', non ci sono piu' gli amici, i posti, le usanze di un tempo, e anche se ho trovato un nuovo paradiso neanch'io sono come ero una volta, quando saltavo di roccia in roccia come una capra, sgambavo nel fango per ore, macinavo chilometri il Sabato, e poi facevo lo stesso la Domenica invece di giacere dolorante a letto dopo l'uscita di mezza mattinata del giorno prima. Le nuvole nere ci sono anche per me, nel futuro, ed un buco nero nella terra che amo. Sono tuttavia nuvole nere dettate da Dio e dalla Natura e non dalla cre-tinaggine umana. Pero' il presente e' ancora paradiso, per me, anche se limitato dalle mie limitazioni di anziano. E se penso che potrei essere un anziano cacciatore--in Italia, rabbrividisco.
E fra una ventina di giorni qui si apre la caccia alle tortore, e non devo preoccuparmi di trovare cannucce e bandierine o altra gente scortese e litigiosa dove caccero'. E a Novembre apre la caccia al cervo. E anche per questa non mi devo preoccupare della concorrenza. E a Marzo apre la caccia ai tacchini... Guardo al futuro con speranza e anticipazione, il che, anche se la nostalgia di "anni fa" rimane, non mi fa temere il futuro--almeno per quanto riguarda la caccia. Ci sono altre cose da temere, ma visto che non si possono evitare uno le puo' prendere con filosofia, con accettazione. Nessuno esce vivo dalla vita. Ma morire in qualsiasi modo prima della morte non e' accettabile. E per me dover rinunciare alla caccia sarebbe la morte prima della morte.