Non è un calibro nato per la caccia al cinghiale, penso che nessuno o quasi, si porterebbe un 223 per la battuta al cinghiale. Può essere utilizzato per la caccia di selezione al cinghiale nelle ore notturne, dove la vegetazione molto fitta potrebbe creare problemi al recupero di un cinghiale tirato "nell'aria vitale venatoria" è sicuramente meglio tirarlo "nell'aria vitale accademica" Se si parte dal concetto che una palla di 3,5 grammi tirata al collo o nella zona dell'orecchio fa la stessa cosa di una palla di 10,5 grammi non ci vuole molto a capire che la scelta ricade sull'arma più leggera, che in questa modalità ha solo pregi e pochi difetti. Logicamente ogni abbattimento fatto in modo pulito con questo tipo di calibro va ben ponderato, e qualche volta bisogna saper rinunciare. Se si va con un'arma più potente si hanno due possibilità, una è quella di tirare nelle stesse zone del 223 e l'altra è di tirare al bersaglio grosso quando la visibilità non permette di mirare in zone molto strette. A me piace l'asciare il cinghiale sul punto preciso dove l'ho tirato, quindi escludo dal principio il tiro dietro la spalla, preferisco rinunciare. Un calibro per avere la sua efficienza deve essere adatto al tiratore, per esempio un cal. 28 nelle mie mani non avrebbe nessuna efficacia sul selvatico, in altre mani potrebbe risultare micidiale, il paragone con la canna liscia si può fare benissimo, solo per qualche cogli.ne non ha validità. Quindi il 223 è sconsigliato a tutti, quelli emozionabili, ansiosi, troppo apprensivi, e anche a tutti quelli che non hanno una grande passione per il tiro, a quelli che non riescono a stabilizzare la carabina in una punto preciso, ma sanno stare fermi in una zona più ampia, a quelli che tirano fuori tempo, ecc.ecc. Ecco per questi il 223 non è adatto. Un 7 rm. mag. non è adatto a chi ha paura del colpo alla spalla e decide di contrastarlo invece di farlo proprio assorbendolo.