Montana, anno (tiro ad indovinare) 1982. Stiamo ritornando alla casa dei nostri ospiti dopo la fruttuosa cacciata della mattina per fare pranzo. Al lato destro dello stradello che stavamo percorrendo sulla mia Jeep CJ7 vedo una bella femmina di cervo mulo, che sta pascolando tranquilla, come se non ci fossimo. Esco dall'auto, prendo la Remington, la carico, e cercando di non far spiccare la mia silhouette (a quell''epoca molto meno larga) da quella dell'auto mi abbasso e spunto appena abbastanza dietro la Jeep da poter sparare. La cerva, abituata ai veicoli del proprietario del ranch, non alza neanche la testa da terra e continua a brucare. Niente tensione, niente adrenalina. Io sono a venticinque metri da lei. Miro con calma, appena dietro la spalla, un po' in basso. Sparo. La cerva cade sul fianco come se le avessero strappato il mondo da sotto i piedi Giace immobile. Mi avvicino di un paio di metri, e lei si alza in piedi e comincia ad andarsene. Avevo gia' ricaricato, e le mando una palla nel collo. Viene giu' e rimane giu'. Quando la sventro sul posto trovo che il primo colpo era penetrato in una costola, aveva colpito in pieno il cuore, e spappolato ambedue i polmoni prima di uscire dall'altro lato. Il calibro? .30-06, palla Sierra SPBT da 165 grani. La palla aveva fatto il solito macello di "marmellata" rossa nei muscoli del torace e delle spalle (ragione per cui non usai piu' le Sierra). Il cuore, colpito in pieno, sie ra come srotolato. Era diventato una striscia di carnaccia sanguinolenta lunga 25-30 cm.
Non voglio fare commenti, ma se una cerva mulo (grande come un daino maschio) puo' rialzarsi e cercare di svignarsela dopo una ferita cosi' massiccia e lesioni cosi' gravi, che cosa avrebbe fatto se colita allo stesso punto da un calibro da nocivi e non fosse stato possibile indirizzarle un secondo colpo? Se fosse riuscita a rotolare lungo un pendio impraticabile? A infilarsi nel folto? Nella migliore delle ipotesi sarebbe stata una fatica improba recuperarla. Nella peggiore... Ecco perche' io preferisco di usare non solo abbastanza fucile, ma anche piu' che abbastanza. Ho alle mie spalle almeno trenta cervi abbattuti, senza contare quelli feriti da altri e fermati da me. Di tutti i cervi abbattuti col .338, soltanto due hanno fatto una ventina di metri prima di crollare. Tutti gli altri sono caduti dove li ho sparati. Ho quattro fucili in .223, tutti semiautomatici. Uno l'ho trasformato in Beowulf Cal. .50, cambiandone l'upper e altre parti. Con quest'ultimo (che ha la potenza di un .45-70) ci caccero' i cervi. Gli altri li dedichero' a coyotes, volpi, linci, cornacchie. Come se dice a Roma, "e' la morte sua."