09/09/2013
GROSSETO. La questione caccia-animalismo fa discutere. Interviene, con una lunga lettera, anche un nostro giovane lettore, Ivan. Ne pubblichiamo alcuni stralci. «Non sono un cacciatore – scrive Ivan - non lo sono mai stato e, probabilmente, non lo sarò mai (anche se l'uso che normalmente si fa di questo sostantivo è, a mio parere, tanto riduttivo quanto fuorviante). Sono soltanto uno studente che è rimasto colpito dal decalogo Lav, che trovo pregiudizievole e per nulla argomentato. Ovviamente capisco il loro punto di vista di difensori della causa animale, ma, come spesso accade, quando si è troppo appassionati si rischia di perdere quella visione d'insieme che consente di mantenersi oggettivi».
Ivan si definisce allibito leggendo frasi quali "Quando una tradizione è violenta è bene superarla!" oppure "La legge segue l'evoluzione della civiltà. Per la caccia è lo stesso e perciò deve finire". «Qui – commenta - si dimentica che la civiltà ha potuto svilupparsi proprio grazie alla caccia e poi all'allevamento». Anche sull’ironico punto n°7 ("Gli animalisti non conoscono la natura, i cacciatori sì"), Ivan domanda «per quale motivo non dovrebbe essere così. Conosco infatti cacciatori che perseguono un vero e proprio culto della natura, la curano, la coltivano, la mangiano e la ringraziano. Al tempo stesso conosco animalisti che se vedono una zanzara sul proprio braccio non la lasciano certo pascolare…».
«Infine mi limito a condannare il bracconaggio (dove le specie animali sono ricercate a scopo esclusivamente economico) e la caccia sportiva, ma non posso far finta di non vedere che esistono forme di caccia buona, giusta, sacrosanta e civile che meritano rispetto. Quanto alla biciclettata spero abbia successo, perché fa sempre bene un po' di attività fisica».
fonte:iltirreno.gelocal.it/grosseto