Le previsioni per sabato erano già note e secondo me hanno importanza relativa. Sarebbe interessante avere le previsioni per tutta la prossima settimana, quando il passo potrebbe cominciare a muoversi seriamente.
 
Il tempo di domani 11 febbraio 2013



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Sempre secondo il meteo Giuliacci.. ecco dove e quando nevicherà domani

DOVE, QUANDO E QUANTO NEVICHERÀ IN CITTÀ DI PIANURA TRA QUESTA SERA E MARTEDÌ (AGGIORNAMENTO DI OGGI, DOMENICA)

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Questa sera arriverà su Val D’Aosta, parte del Piemonte e Rivera di Ponente la perturbazionen. 4 di febbraio, la quale, poi nel corso della notte si estenderà a tutta la Liguria, a tutto il Piemonte,alla Lombardia occidentale e a parte dell’Emilia e domani ad altre regioni del Centronord.
Ecco qui di seguito dove, quando e quanto nevicherà sulle città di pianura per le quali si prevede che vengano interessate dalla neve:
Aosta: inizio tra le tra le 17 e le 19 locali;
Genova e Savona: inizio ore 22-24; fine: tarda notte di martedì; accumulo totale 20-25 cm;
Cuneo : inizio ore 20-22; fine: mattino di martedì; accumulo totale 18-23 cm;
Torino: inizio ore 20-22; fine: primo mattino martedì; accumulo 10-15 cm;
Piacenza: inizio 01-03 di lunedì; fine: mattino di martedì:; accumulo 20-25 cm;
Parma: inizio tarda notte di lunedì; fine: mattino di martedì; accumulo 18-23 cm;
Novara: inizio tarda notte di lunedì; fine: mattino di martedì; accumulo 15-20 cm;
Malpensa: inizio tarda notte di lunedì; fine: mattino di martedì; accumulo 15-20 cm;
Milano: inizio tarda notte di lunedì; fine: mattino di martedì; accumulo 18-23 cm;
Firenze: inizio e fine nella tarda notte; accumuli 1-2 cm;
Bergamo: inizio: tarda notte di lunedì; fine: pomeriggio di martedì; accumulo 15-20 cm;
Brescia: inizio tarda notte di lunedì; fine pomeriggio di martedì; accumulo 13-18 cm,
Verona: neve nel mattino pomeriggio di lunedì; accumuli 7-13 cm;
Treviso: neve nel mattino e pomeriggio di lunedì; accumulo 5-10 cm;
Udine: neve nel pomeriggio di lunedì; accumulo 2-5 cm;
Trieste: neve nel mattino e primo pomeriggio di domani; accumulo 2-5 cm;
Ferrara: neve nel primo mattino di lunedì; accumulo 1-3 cm;
Forlì neve nella tarda notte di lunedì; accumulo 1-3 cm;
Bolzano neve dal tardo mattino alla sera di lunedì; accumulo; 5-10 cm;
Rieti:neve nella tarda notte di domani; 1-2 cm;
N.B.

  • nelle città di pianura (altitudine < 300m) non nominate, ad oggi non sono previste nevicate.
  • Ovviamente nelle nevicate previste a martedì ci saranno intervalli più o meno lunghi in cui non nevicherà.
  • Non è citata nessuna città del Sud e Isole, perchè non nevicherà in nessuna delle località di pianura di tali regioni. Potrà invece nevicare a l'Aquila, Campobasso, Potenza, Enna, Interno Sardegna

 
Re: I video delle previsioni meteo del Colonnello Giuliacci

Il tempo di domani 04 gennaio 2012



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ho visto le previsioni e fino a epifania a messo tempo buono con la rimonta dell'alta pressione o mi sbaglio?

Si vero... ed anche con temperature sopra la norma... :D
 
Anche se non sono video vediamo queste previsioni con foto per la prossima settimana..

PROSSIMI GIORNI: PRIMA UN LENTO MIGLIORAMENTO E POI PREVALENZA DI CORRENTI SETTENTRIONALI

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Il tempo della seconda settimana di ottobre sarà caratterizzato da una spiccata instabilità, legata ad un modesto vortice di aria più fresca in quota che andrà esaurendo i propri effetti proprio in prossimità dell’Italia. Come solitamente avviene in questi casi, si tratterà di una goccia fredda che, dopo aver raggiunto il Mediterraneo al seguito del passaggio dellaperturbazione n.1 di ottobre, sarà costretta ad insistere in loco rallentando in questo modo il miglioramento del tempo sulle nostre regioni.Lunedì 7 ottobre la depressione in quota sarà ancora presente sui mari occidentali (fig. 1), stretta ad ovest da una rimonta dell’Anticiclone delle Azzorre e ben lontana dal flusso perturbato che continuerà invece a scorrere dal Medio Atlantico verso le Isole Britanniche, per poi piegare verso la penisola scandinava e l’Europa orientale. Una situazione, questa, che ci accompagnerà anche nella seconda metà della prossima settimana (fig. 2) quando la dinamica atmosferica non mostrerà ancora sostanziali segni di cambiamento nelle sue linee generali. Se da un lato, infatti, ritroveremo una residua circolazione depressionaria che potrebbe ancora portare gli ultimi fenomeni sulle regioni centro-meridionali, dall’altro si può essere osservare come sia probabile sul settore occidentale europeo la presenza di un campo anticiclonico in grado di deviare sempre alle alte latitudini il flusso perturbato atlantico.
Questa configurazione sinottica potrebbe ulteriormente rafforzarsi all’inizio della seconda decade del mese, quando tutto il settore europeo potrebbe sperimentare una nuova ed intensa meridianizzazione del flusso (fig. 3): aria subtropicale potrebbe così invadere nuovamente, da sud verso nord, i settori occidentali del nostro continente e contemporaneamente aria fredda, in movimento in senso opposto, riuscirebbe a spingersi dalle latitudini artiche verso l’Europa orientale, in seno ad un’ampia saccatura che potrebbe marginalmente interessare le regioni meridionali. Ecco che, se questa dinamica dovesse essere rispettata, la nostra penisola si troverebbe interessata da correnti settentrionali che apporterebbero piogge scarse o del tutto assenti(specie sui versanti orientali del Centro-Sud)ma potrebbero anche dar luogo ad un periodo più fresco della media. Non è ovviamente ancora possibile stimare quanta aria fredda potrebbe entrare in quota: si può solo ritenere credibile che, dal 12-13 ottobre, le previsioni di ensemble mostrano la tendenza ad avere un certo calo delle temperature alla quota di 850 hPa (circa 1500 metri) che, per la natura della configurazione, nel caso dovesse verificarsi sarà più avvertita lungo il versante adriatico della nostra penisola.
Volendo poi spingerci ancora oltre, fino al 15-18 ottobre, si può poi ancora notare come la circolazione sia ancora in un certo qual modo viziata dal campo anticiclonico presente ad ovest dell’Europa (fig. 4) che, sostanzialmente, non modificherà di molto le traiettorie delle correnti atmosferiche a scala sinottica, relegando così probabilmente le piovose perturbazioni atlantiche sempre alle alte latitudini.
In sintesi, possiamo quindi dire che almeno fino alla metà del mese il tempo sarà dapprima condizionato dalla circolazione di aria fresca ed instabile lasciata in eredità dalla prima perturbazione di ottobre (prossima settimana) e successivamente da un campo anticiclonico sull’Europa occidentale che avrebbe un duplice compito: quello di evitare alle correnti zonali di entrare sul Mediterraneo e quello di esporre invece la nostra penisola ad un flusso mediamente settentrionale, con effetti scarsi per quanto riguarda le precipitazioni. Dopo la fase perturbata-instabile legata al passaggio della perturbazione n.1 di ottobre, potrebbe quindi aprirsi un periodo caratterizzato probabilmente da pochissime piogge e da temperature più fresche della media climatica.

 
Il tempo di domenica 03 novembre 2013



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Siamo ormai arrivati a novembre, il terzo ed ultimo mese dell’autunno meteorologico. E ci siamo arrivati con un tipo di tempo che non ha certo visto il deciso ingresso da ovest delle perturbazioni atlantiche che sono quasi diventate lo strappo alla regola di una prevalente stabilità atmosferica, dettata dalla presenza un po’ troppo ingombrante della cintura anticiclonica subtropicale, a cui fanno capo sia l’Anticiclone Nord africano che quello delle Azzorre. Questa situazione anomala, che ci viene lasciata in eredità dal mese di ottobre, ci terrà ancora compagnia molto probabilmente almeno fino alla prima decade di novembre se si esclude una breve fase, a tratti anche perturbata, che si affaccerà proprio nella prima metà della prossima settimana. Anche gli ultimi aggiornamenti dei modelli numerici di previsione confermano infatti l’ingresso di una saccatura nord atlantica che punterà verso il Mediterraneo centrale (fig. 1), interessandolo con il passaggio della perturbazione n.2 di novembre soprattutto tra martedì 5 e mercoledì 6, quando per la prima volta dall’inizio di questa stagione saranno un po’ tutte le regioni ad essere interessate da un passaggio perturbato che si potrebbe presentare anche piuttosto incisivo. Avremo quindi piogge e rovesci diffusi e qualche fenomeno anche localmente intenso che non mancherà di certo ma che potrà essere valutato solo tra qualche giorno. Ma rispetto a quanto si ipotizzava fino a ieri, sembrerebbe che l’evoluzione meteorologica sia ancor più rapida, a causa di un veloce ristabilirsi da ovest delle condizioni di stabilità.

L’Anticiclone delle Azzorre, infatti, riuscirebbe in fretta e furia ad espandersi verso le nostre latitudini sotto la spinta di una tesa corrente sud-occidentale che interesserebbe tutti i paralleli europei, attivata dalla presenza di un Vortice Polare (VP) alquanto compatto che si protenderà verso l’Islanda e che, in questo modo, farà notevolmente aumentare il gradiente di temperatura tra le alte e le basse latitudini: un meccanismo, questo, che sarà alla base di un forte indice zonale del flusso portante dell’atmosfera, collocato però più a nord rispetto alla posizione che dovrebbe assumere in questo periodo (fig. 2). Seguendo questa dinamica, il Mediterraneo e l’Italia vivranno quindi una nuova fase caratterizzata da prevalente stabilità atmosferica, portata questa volta dall’Anticiclone oceanico che, seppur meno caldo di quello africano, faciliterebbe ugualmente il trasporto di una massa d’aria mite dal settore Atlantico centrale e sub-tropicale, dapprima verso il Mediterraneo e successivamente verso il Nord Europa: tale massa d’aria verrebbe infatti instradata a così alte latitudini percorrendo i binari delineati da quella fitta rete di isoipse (linee bianche in fig. 2). Questa situazione, che dovrebbe durare fino alla fine della prima decade di novembre, sarà quindi caratterizzata da una nuova ripresa delle anomalie positive di temperatura, a seguito del temporaneo ritorno entro la norma che avremo durante la breve fase perturbata del 5 e 6 novembre.

In effetti, il ben radicato pattern sinottico che si delineerà all’incirca tra il 6 ed il 10 del prossimo mese trova conferma anche nella previsione relativa alla vastità ed all’intensità del respiro mite, di origine subtropicale, che si metterà probabilmente in viaggio, da sud-ovest verso nord-est, alle quote medie della troposfera (fig. 3): all’azione del Vortice Polare che sospingerà in pieno Oceano Atlantico aria fredda di origine artica si affiancherà infatti un lungo e vasto corridoio di aria più calda che, passando dal Mediterraneo, raggiungerà i Balcani e l’estrema Europa continentale, intensificando ovviamente lungo il percorso l’anomalia di temperatura che raggiungerà scarti positivi significativi rispetto alla media a 850 hPa (circa 1500 metri di quota), anche prossimi ai 4-6 °C nelle vicinanze dell’Italia. Quando potremmo avere una nuova modifica della circolazione? Tenendo conto che il flusso non potrà rimanere “stirato” molto a lungo e che dovrebbe invece andare incontro a fisiologiche ondulazioni indotte da un rallentamento della corrente a getto in uscita dal continente americano, si ritiene credibile che un nuovo peggioramento del tempo possa cadere all’incirca nella prima metà della seconda decade di novembre: ma se si tratterà dell’ingresso di una nuova saccatura o di un passaggio perturbato in parte respinto (e quindi più attenuato) dal campo anticiclonico, lo potremo eventualmente stabilire solo più avanti
 
PROSSIMI 7-10 GIORNI: PIOGGE ANCHE FORTI SU ALCUNE REGIONI, MA L’ANTICICLONE REGGERÀ ANCORA

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Negli ultimi articoli pubblicati a proposito della linea di tendenza prevista per la terza decade di ottobre abbiamo parlato di un’Italia che si sarebbe trovata in una situazione limite, sul filo del rasoio: i modelli numerici, infatti, ponevano l’accento su un flusso atlantico non proprio intenzionato ad entrare in modo deciso sul bacino occidentale del Mediterraneo, ma obbligato invece a deviare verso più alte latitudini una volta giunto sulla Spagna, per la presenza di un campo anticiclonico ben saldo più ad est, alimentato da aria subtropicale proveniente dal nord Africa. Una situazione, questa, che si è riproposta con una certa regolarità nelle ultime stagioni autunnali e che, in linea di massima, ha sempre visto salire sul... ring due opposte e vaste circolazioni: quella depressionaria atlantica che, visto il periodo, è arrivata ormai al punto di produrre in sequenza sistemi perturbati ben organizzati e quella anticiclonica che, assumendo una configurazione più o meno di blocco, ha ostacolato le correnti zonali, impedendo loro di giungere fin nel cuore del continente. In pratica, sarebbe un po’ come assistere al gioco del “tiro alla fune”, in cui i due contendenti arretrano di qualche passo chi più, chi meno ed a fasi alterne e quindi, in fin dei conti, non si va né avanti e né indietro. Ecco... proiettando questo discorso nell’ambito dell’evoluzione meteorologica, sarà all’incirca questo il comportamento che assumeranno anche nei prossimi giorni le due figure bariche appena menzionate, seguendo una storia che abbiamo più o meno già visto.
Dal 19 ottobre, ed almeno fin quasi alla fine del mese, ci troveremo difronte una situazione barica tutto sommato “quasi” bloccata (fig. 1) nel senso che, pur con piccoli aggiustamenti nella posizione dei centri motore ciclonico ed anticiclonico, non avremo sostanziali variazioni del patternsinottico sull’area euro-atlantica: probabilmente, la parte più intensa del flusso perturbato continuerà a scorrere ai margini dell’Italia, interessando più direttamente il Nord ed in particolare i suoi settori occidentali. Un’evoluzione di questo tipo, però, può rivelarsi critica nel caso esponga sempre le stesse aree allo stesso tipo di correnti: se queste, poi, provengono dal settore atlantico sub-tropicale e quindi, oltre ad essere calde, trasportano anche un’ingente quantità di valore acqueo (mixing ratio elevato) in seno ad una circolazione ciclonica (e quindi acquistano instabilità), allora è evidente che laddove questo flusso abbia la possibilità di sollevarsi in modo forzato perché obbligato dalla presenza di orografia complessa, questo possa generare forti piogge. E, in effetti, è all’incirca questa la linea di tendenza che dovremmo seguire nei prossimi giorni, per alcune aree della nostra penisola.
Come possiamo osservare infatti dalle previsioni di ensemble relative a tre aree diverse dell’Italia (vedi figg. 2, 3 e 4), entro venerdì prossimo saremo molto probabilmente interessati da due perturbazioni. Laperturbazione n.5 di ottobre che transiterà tra domenica e lunedì e che interesserà in particolare il Nord e la Toscana, con probabili forti piogge tra il Levante Ligure e la Toscana Settentrionale. La perturbazione successiva, la n.6, arriverà invece tra mercoledì 23 e giovedì 24: anche questa, però, mostrerà probabilmente i massimi effetti sul settore di Nord-Ovest, dal momento che i picchi di pioggia tenderebbero a diventare meno intensi procedendo sia verso l’arco alpino orientale e sia verso sud. Qualche fenomeno potrebbe ad esempio arrivare lungo il Medio versante tirrenico, mentre sarebbe ancor più bassa o addirittura quasi nulla la probabilità che venga a piovere sia sul versante adriatico che in genere in tutto il Sud e le Isole. Ed anche dopo il passaggio di questo sesto sistema perturbato del mese, pur notando che alcuni scenari propongono nuove precipitazioni specie al Nord-Ovest, queste si presenterebbero ancora non organizzate a tal punto da poter associare a tali eventi una probabilità abbastanza definita di successo. Come dire... potrebbero arrivare nuove precipitazioni, ma ancora ci sono molti dubbi al riguardo.
E non poteva comunque essere altrimenti considerando la previsione media di ensemble del campo di altezza di geopotenziale a 500 hPa valida per la fine di questo mese, intorno al 27-29 ottobre (fig. 5). Ci sono infatti due elementi che devono balzare subito all’occhio.Da un lato l’estrema incertezza che caratterizza la previsione del flusso zonale sul vicino Atlantico e che, in pratica, si traduce con un’indecisione da parte del modello nell’inquadrare quanto possa essere o meno incisiva la depressione d’Islanda in quel settore. In secondo luogo, è interessante notare la maggiore predicibilità atmosferica in area mediterranea che accompagna la posizione media dell’isoipsa di 5750 metri, alla cui quota è prevista sempre la pressione di 500 hPa: abbiamo ormai imparato che fin tanto sul Mediterraneo questo piano isobarico si trova a quote piuttosto elevate anche per merito di un Anticiclone delle Azzorre un po’ troppo ingombrante, non è possibile sperare nel deciso ingresso di perturbazioni da ovest.
Per quanto riguarda poi l’andamento del campo termico, nessuna novità in vista: osservando sempre le previsioni di ensemble si ritiene alquanto probabile che si rimanga, in tutta Italia, su valori al di sopra della media del periodo.



 
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