Re: i cicli della vita
Riccardo, innanzitutto ci tengo ad esprimerti solidarietà per quella sensazione di vuoto che hai provato alla vista delle chiavi di casa e ancor di più proverai, quando il lettino di tuo figlio resterà vuoto alla sera; davvero apprezzabile la sincerità delle tue emozioni a riguardo! A questo punto, l'augurio + grande che gli si possa rivolgere, è quello di trarre giovamento dal percorso di convivenza per poi convolare più coscientemente a giuste nozze, per formare una famigliola sana, equilibrata, allegra e serena, e magari anche numerosa! Prova un attimo a pensare che tra qualche anno potrebbe accadere di ritrovarvi un giorno a caccia tu, tuo figlio ed uno o due nipotini che avranno ereditato da voi questa contaminazione-folgorazione per l'ars-venandi; rigurdando al messaggio odierno cosa penseresti? Io al tuo posto, credo penserei che sia ben valsa la pena di accettare l'ineluttabile "ciclo della vita" , che tuo figlio abbia a suo tempo abbandonato il tetto natìo, per farti dono di altri affetti, altrettanto intensi e struggenti! Con questa facile considerazione, spero di aver fornito lo spunto per vedere la cosa da una prospettiva più serena!
A questo punto, posso anche ammettere che, appena letto il tuo messaggio, ho tentennato molto prima di dire la mia su quest'argomento, dato che quel preciso evento dell'uscita dalla casa natìa, nel mio caso è avvenuto in modo un tantino coercitivo! Infatti, mio padre, per me un modello da emulare e per il quale fin lì sono stato un figlio modello, per i brillanti risultati scolastici, venatori, sportivi, ecc. , è stato forte abbastanza per mettermi alla porta e lasciarmici fuori per 13 anni, nell'unica occasione in cui evidentemente l'ho deluso, quando ha appreso che frequentavo seriamente una mia vecchia fiamma dei tempi di scuola media, che ho ritrovato a distanza di anni, già mamma di un bimbo! Oggi, dopo esserci sposati e dopo aver concepiti altri due bimbi, aggiunti alla collezione, lui si limita a tenere un atteggiamento di non belligeranza, ma non ha mai saputo proferir parola sulla faccenda dei tanti anni di frattura voluti! E probabilmente, se non avessi fatto io il passo di portargli il primo dei nipotini a casa sua, oggi sarebbe ancor più distante. Ma, quando proprio ieri sera, ho visto il mio Samuele giocare amabilmente con mio padre, con il suo cappellino militare in testa, una cannetta da pesca in mano con uno spago legato al cimino e dall'altro capo, come preda proprio il nonno, che fingeva di essere un grosso pesce......ho ripensato che avrei potuto aggiungere la mia testimonianza a questo tuo post riccardo, perchè in quell'immagine, il cappellino da caccia, il nonno che giocava.........anche se non ho provato nostalgia per le effusioni di mio padre (quel che è accaduto non ha cancellato il mio affetto nei suoi confronti, ma gli slanci affettivi sì), ho rivisto i momenti felici che io ho vissuto con mio nonno, tanti, indelebili.........ed era proprio di quelli che non avrei mai voluto privare i miei piccolini; e non mi sbagliavo, perchè almeno con loro, mio padre sembra non aver difese, ma solo tanto affetto! Ed anche in questo caso, la caccia centra eccome caro riccardo, perchè è il filo conduttore tra le 4 generazioni (il cappellino militare era proprio di mio nonno), la passione viscerale che riesce ed è riuscita ad interessare e far legare morbosamente, mio padre a mio nonno, me a mio padre e mio nonno e, lo spero tanto, i miei figli a me ed al loro nonno! Quello che fantasticando auguravo a te e tuo figlio, vorrei viverlo anch'io, cioè provare le sensazioni forti di una giornata di caccia, in compagnia di mio padre e dei miei figli, sperando ch il Signore voglia concederci questa gioia! w la caccia [3]