Nella rastrelliera di un principiante, non dovrebbe mai mancare una carabina 0,22 e un 222 o 223, dopo i principianti dovrebbero fare un periodo di affiancamento, si apprende anche vedendo. La prima volta che mi hanno detto di tirare al buio all'orecchio del cinghiale col 223 mi sono rifiutato. Ha tirato il mio amico, siccome sapevo che tirava peggio di me, ho pensato se ci riesce lui ci posso riuscire pure io.
Carabina basculante Baikal e Meopta R1, dopo qualche giorno ho tirato all'orecchio del cinghiale a una distanza di 30/35 m. da quel giorno ho continuato a fare selezione sempre allo stesso modo. La difficolta del tiro a quelle distanze è quasi inesistente, la difficoltà la da il buio, se qualche volta si rinuncia è per la visibilità. Sulla testa del cinghiale il margine di errore a 30/35 è molto ampio,
Dall'orecchio all'occhio, dietro l'orecchio c'è il collo, sono punti buoni sia per il potere d'arresto che per la lesione devastante delle ferita, il potere d'arresto fa crollare il cinghiale sul punto esatto del tiro, la ferita provocata è quella che non lo farà più rialzare. Dopo il tiro il cinghiale crolla e scalcia, si tiene ancora sotto tiro fiche smette di scalciare. Fin quando scalcia non c'è nessun pericolo che si possa rialzare, se invece riuscisse a girarsi sul lato opposto, appena possibile si tira il secondo colpo.
Questo perchè è matematicamente impossibile che un cinghiale preso in testa possa rigirarsi sul lato opposto.
<<Nella rastrelliera di un principiante, non dovrebbe mai mancare una carabina 0,22 e un 222 o 223...>>
Assolutamente vero, ma oltre ad averle nella rastrelliera deve fare tanta,e poi tanta di quella pratica con le armi a palla, specialmente l'umile .22 LR, sparando in piedi, seduto, in ginocchio, sdraiato, ed in tutte le posizioni, situazioni e distanze similvenatorie possibili. Ma non mi dire che non hai mai visto quelli che appena comprato il fucile e una scatola di cartucce (anche dopo aver passato con pieni colori quella cazzatella dell'esame venatorio) si ritengono di essere novelli Guglielmo Tell o Tex Willer, e poi per cinque animali che recuperano ne lasciano uno o due impanciati e perduti. Nella mia lunga e travagliata vita, fra le tante cose che ho fatto c'e' stata anche una lunga parentesi di Istruttore di Tiro con tanto di certificato rilasciato (dopo cazzatella di esame teorico/pratico) dalla NRA. Ho insegnato a tantissimi ragazzini ed adolescenti a sparare di .22LR al poligono di Kodiak, dove ero un po' tutto (Range Officer, membro della Board of Directors, persino presidente eletto tre volte). Sapessi quanti ragazzi (specialmente i maschietti col Complesso di Rambo) sogghignavano dicendomi, quando cercavo di insegnare loro le fondamenta del tiro a palla, "Io sono anni che vado a cervi con mio padre, e ne ho gia' "ammazzati" cinque, e queste cose le so gia'. Poi quando mettevo loro in mano una Anschutz cal. .22 da tiro e li facevo sparare diversi colpi in tutte le posizioni canoniche del tiro, dovevi vedere che schifo di bersagli tornavano indietro sul carrello. Naturalmente davano la colpa al fucile, dicevano che col loro .308 facevano sempre centro, ecc. ecc. Quasi tutti poi ammettevano i loro errori e cercavano di imparare le tecnich giuste. Alcuni invece decidevano di non tornare piu' e di coninuare a sparare ad mentulam canis.
Tutta questa storia e' per dirti che non ho alcuna fiducia nelle capacita' venatorie e balistiche del principiante, anche se dovesse accompagnare un cacciatore espertissimo per mesi. La selvaggina non e' un pezzo di carta immobile, la sera all'aspetto non ci sono ne' luci sul bersaglio, ne' comoda panca con sacchetti di sabbia, e magari tira vento, e magari fa freddo umido e se fiati sull'ottica si appanna la lente, e... duemila cose diverse. E soprattutto l'emozione delle prime uscite, del grosso verro che finalmente, dopo aver tentennato per venti minuti, sbuca al pulito... Come ti aspetti da un principiante la precisione chirurgica richiesta dal .223, veramente efficacissimo se colpisce un bersaglio della grandezza di un piattino da caffe', ma non sufficiente per un abbattimento pulito se colpisce al di fuori di esso. Forse nel tuo villaggio c'e una tradizione venatoria tale che i bambini nascono "imparati" col fucile in mano e una volta grandi abbastanza posseggono quella serieta' e freddezza necessarie per i tiri chirurgici. Io ragazzi ed adulti tali non li ho incontrati ad ogni angolo ne' in Italia ne' negli U.S. In compenso ne ho visti tant, giovani, adulti, e persino vecchi che avrei preso a calci in cu10 dopo aver tolto loro il fucile di mano. In Italia sono stato impallinato due volte. Qui a caccia di cervi ogni tanto sento qualcuno che non lontano da dove caccio io spara tre o quattro volte, il che significa che il primo colpo e' stato avventato cinofallicamente ed ha mancato l'animale o l'ha soltanto ferito. E poi mi pare che il cane da traccia, qui, almeno in Alabama, praticamente sconosciuto, sia invece molto comunemente usato in Italia e Mitteleuropa per ritrovare cervi ed altri ungulati malamente colpiti da cacciatori vestiti di loden e con cappelluccio col pennacchio di camoscio che sparano ben altri calibri che non richiedono precisione chirurgica. Di cacciatori scemi ce ne saranno pochi, come dici tu, ma di cacciatori inesperti o brocchi ce ne sono tanti. Percio' goditi il tuo .223 e sii fiero della tua bravura nel mantenere il sangue freddo e nel colpire un bersaglio esiguo in condizioni di luce del tutto negative, ma non puoi non ammettere che tale calibro non e' per tutti, forse neanche per me, che sparo a palla dal 1978, nel Montana, dove ho cominciato con la .22 LR a lepri e scoiattoli di terra (500 cartucce alla settimana da Aprile a Settembre per questi animali), poi con la .30-06 a cervi, e che adesso ho carabine di una decina di calibri diversi. Ed io stesso, che non sono un principiante, non sparerei mai ad un cervo in testa con uno dei miei quattro .223, anche se sparo di giorno e seduto comodamente nel mio capanno col fucile appoggiato solidamente su un tripode.e dove i tiri non superano mai gli 80 metri. Sparo col mio .338 WM e miro alla punta della scapola, dietro la quale c'e' il principio della colonna vertebrale. Neanche scalciano.