Se volete leggervi un riassunto......
NOTE SULLA PROPOSTA DI PIANO FAUNISTICO VENATORIO REGIONALE 2014/2019 PRESENTATO DALLA GIUNTA REGIONALE DEL VENETO
Già nella premessa la proposta di PFVR 2014/2019 presentato dalla Giunta regionale palesa una serie di stridenti incongruenze:
nella proposta di PFVR la Giunta afferma che “ è da sottolineare il forte coordinamento tra PFVR e Piani faunistico venatori provinciali, affermazione che potrebbe essere classificata come “falso ideologico” dal momento che molte amministrazioni provinciali hanno visto stravolgere le proprie proposte di pianificazione.
La Giunta regionale, per giustificare lo stravolgimento delle proposte provinciali, si nasconde dietro al Protocollo d’intesa sottoscritto con le province che ha dato vita al DPI (Documento Preliminare di Indirizzo).
Nella proposta di PFVR si continua poi con affermazioni di principio che lasciano presagire l’applicazione di concetti che, nella loro gravità, corrono il rischio di decimare i praticanti dell’attività venatoria in Veneto, quali “l’equità in termini di superfici per singolo cacciatore” e rispetto dei vincoli di sostenibilità (indici venatori).
Foriera di nefasti presagi l’affermazione contenuta a pagina 8 che prevede - un utilizzo “evoluto” , per certi versi più coraggioso, di taluni istituti, quali ad esempio le aree di rispetto ed i fondi sottratti –
Sempre a pagina 8 della proposta di PFVR si affronta il tema del “mancato coinvolgimento degli ATC nella delicata questione dei danni da fauna” , premessa inequivocabile a ciò che nel proseguo della proposta di PFVR sarà l’attribuzione agli ATC dell’onere di pagare i danni provocati dalla fauna selvatica. Se a questo sui aggiunge la mancata definizione dell’attribuzione della personalità giuridica dell’ATC se ne deduce che i componenti dei Comitati direttivi degli ATC potranno essere chiamati in solido a rispondere del mancato risarcimento dei danni provocati dalla fauna selvatica o alle colture agricole o al patrimonio boschivo.
In compenso agli ATC, per pagare i danni provocati dalla fauna selvatica, viene data la possibilità di aumentare, a carico dei cacciatori, fino a sei volte la quota di accesso agli ATC.
Si affronta anche il tema del’”ingessamento voluto a carico delle aree di rispetto (art. 21, comma 13, della l.r. 50/1993), lasciando trasparire il più volte respinto tentativo di utilizzare questi istituti, concepiti come possibilità di creare delle “aree cuscinetto” attorno agli istituti di protezione, trasformandoli in veri e propri sistemi di aggiramento delle normative vigenti per abbassare la percentuale di territorio cacciabile sul quale calcolare la residua densità venatoria.
Non merita commento il riferimento ai “ criteri già espressi nella Conferenza i Rio de Janeiro nel 1992 “ per giustificare azioni che, se approvate dal Consiglio regionale del Veneto, protrebbero produrre effetti nefasti non solo sui praticanti l’attività venatoria ma anche sull’intero sistema di gestione del patrimonio faunistico.
Non meno foriero di problematiche per il mondo venatorio del Veneto il principio affrontato a pagina 9 della proposta di PFVR quanto si esplicita la necessità di “una riduzione dei contingenti di selvaggina immessi sul territorio provenienti da allevamento e comunque dall’estero, principio che se in linea astrattamente di principio può trovare una cera condivisione, confligge apertamente con il modo in cui questo principio vuole essere concretamente attuato dalla Giunta regionale.
Meritevole di nota l’intendimento da parte della Giunta regionale di “salvaguardare il naturale ritorno dei grandi carnivori sulle Alpi”.
Tralasciando le altre amenità inserite nella proposta di PFVR da parte della Giunta regionale, a pagina 13 ci troviamo di fronte ad un altro passaggio che potrebbe configurarsi come falso ideologico, dove, per giustificare le proprie scelte, la Giunta regionale afferma che le proposte approvate dalla Provincia di Padova “è risultata tuttavia non condivisa dalla quasi totalità delle associazioni venatorie”.
Pericolosissimo il tentativo da parte della Giunta regionale di imporre nuovi divieti all’attività venatoria inserendo subdolamente nuovi valichi montani interessati dalle rotte di migrazione dell’avifauna.
Forse non avendo il coraggio di classificare direttamente come valichi montani alcune aree del territorio veneto, la Giunta regionale prevede di applicare divieti di caccia nei valichi “qualora dalle attività di monitoraggio dei valichi emergessero dati di transito osservato pari o superiore a 800-1000 uccelli giorno e/o a 20.000 uccelli /10 giorni.
A qualsiasi persona dotata di un minimo di conoscenza tecnico scientifica risulta evidente che un transito simile di uccelli migratori si registra in prossimità di qualsiasi area collinare o montana e non solo in corrispondenza dei principali valichi montani.
Si registra a pagina 20 della proposta di PFVR il tentativo di estendere l’area di divieto della caccia in prossimità dell’area demaniale del Cansiglio, forse per estendere l’area di protezione dei “bambi”.
Si registra poi il tentativo di scorporare l’area dell’oasi centro lago di Garda dal computo della percentuale delle aree protette approvate nei precedenti PFVR , scelta che, se approvata dal Consiglio regionale , comporterebbe una ulteriore individuazione di aree sottratte all’attività venatoria per compensare la zona già individuata come oasi nel Lago di Garda.
A pagina 27 della proposta di PFVR emerge poi un altro tentativo paradossale di espropriare i soci degli ATC del diritto di esprimere la loro opinione e di partecipare alla vita democratica dell’ATC.
In effetti la Giunta regionale prevede “la possibilità, per l’assemblea dei soci, di dare vita ad un’assemblea di rappresentanti dei soci all’uopo designati ed eletti”.
Da notare che questi rappresentanti dei soci sono nominati, come prevede la proposta di PFVR a pagina 28, in questo modo.” Entro 30 giorni dall’entrata in vigore del PFVR 2014/2019 la Giunta regionale definisce i criteri e le modalità di designazione ed elezione dei rappresentanti dei soci nonché le modalità di insediamento e funzionamento dell’assemblea dei rappresentanti”.
Una delega in bianco decisamente inaccettabile!!!
La Giunta regionale, sempre a pagina 27 della propria proposta di PFVR, si contraddice clamorosamente nel giro di poche righe, affermando dapprima che “si è registrata una conflittualità legata ai criteri di valutazione della rappresentatività delle associazioni venatorie, criteri che hanno penalizzato le componenti a ridotta rappresentanza a livello regionale ma significativamente presenti in alcuni contesti territoriali” proponendo di inserire il criterio di “selezione delle associazioni venatorie, ai fini della nomina dei componenti del Comitato direttivo, in base alla rappresentatività misurata a livello provinciale” per poi proporre di estromettere dal diritto di essere rappresentate nei comitati direttivi degli ATC e CA , associazioni riconosciute a livello regionale che hanno una elevata rappresentatività in tutte le province del Veneto.
Degno di nota negativa il tentativo da parte della Giunta regionale di politicizzare ulteriormente i comitati degli ATC attraverso l’inserimento (contro legge) di un rappresentante della Regione in ogni comitato direttivo.
Va sottolineato che nella proposta di PFVR da parte della Giunta regionale si evidenzia che, dall’entrata in vigore del nuovo PFVR tutte le domande di ammissione agli ATC saranno “assimilabili a tutti gli effetti a domande di nuova iscrizione”.
A pagina 36 la Giunta regionale tenta di superare i parametri imposti dalle normative vigenti per il calcolo dell’indice di densità venatoria e le stesse modalità di accesso agli ATC.
Appare del tutto evidente che le nuove modalità che la Giunta regionale intenderebbe imporre contro legge non sono altro che il tentativo di legalizzare la volontà di alcuni dirigenti venatori di ridurre drasticamente la possibilità di accesso agli ATC da parte dei cacciatori.
Degno di nota poi il tentativo di affidare al presidente dell’ATC il diritto di rilasciare permesso d’ospite in base alla sua completa discrezionalità, affidandogli di fatto un strumento dalle prevedibili conseguenze clientelari.
A pagina 44 e 45 della proposta di nuovo PFVR non si capisce quali siano le motivazioni che spingono la Giunta regionale a proporre l’ulteriore riduzione della possibilità di cacciare in TLV (Territorio Lagunare e Vallivo) con restrizioni che non trovano giustificazione né sotto il profilo delle normative vigenti e nemmeno dal punto di vista tecnico scientifico.
Stesse valutazioni vanno fatte per il territorio deltizio della provincia di Rovigo.
Incongruente poi l’affermazione della Giunta che dapprima prende ad esempio le AFV vallive per la loro grande valenza faunistica, frutto di un’oculata gestione, per poi voler determinare ulteriori limitazioni e restrizioni all’esercizio dell’attività venatoria oltre a quelle già previste dalle normative vigenti.
Estremamente pericolosa per i praticanti l’attività venatoria quanto previsto dalla proposta di PFVR da parte della Giunta regionale che, oltre a prevedere la conferma degli attuali ATC, prevede la creazione al loro interno di una serie di scatole cinesi quali i “distretti venatori” e le ACS ( Aree a Caccia Specifica) , invenzioni che non possono che comportare inevitabilmente che a nuove restrizioni e penalizzazioni per le diverse forme di caccia praticate.
Va segnalato a pagina 57 della proposta di PFVR anche il divieto di immissione di selvaggina effettuato dal parte dei privati e da parte delle associazioni venatorie, così come il divieto di immissione di selvaggina al di sopra degli 800 s.l.m..
Con tutta la problematica tutt’ora irrisolta relativa alla questione “appostamenti ad uso venatorio”, la Giunta regionale liquida l’argomento con 8 (otto) righe, eludendo la questione e lasciando i cacciatori in balìa dei soggetti che sono chiamati ad applicare, secondo la loro interpretazione, le confuse normative vigenti.
Capitolo a parte per le Zone Addestramento Cani con sparo previste a pagina 71 della proposta di PFVR da parte della Giunta regionale che impone “l’obbligo della recinzione delle ZAC e del recupero della selvaggina lanciata al termine della sessione di allenamento/addestramento”.
A pagina 72, 73, 74 e 75 risulta singolare la previsione del risarcimento danni da parte degli ATC e dei Comprensori Alpini dei danni effettuati dalla fauna selvatica.
Singolare anche il corposo tentativo da parte della Giunta regionale di modificare le normative vigenti a livello regionale e di eludere le normative vigenti a livello nazionale per attuare i propri discutibili intendimenti.
Osservazione di carattere generale:
Il Piano Faunistico Venatorio Regionale, in quanto strumento di indirizzo, dovrebbe limitarsi a fornire indirizzi invece assume la veste di un regolamento minuzioso, con norme di dettaglio, talora non condivisibili o impraticabili.
Basti pensare che la proposta di PFVR della Giunta regionale stabilisce addirittura il limite di calibro non inferiore ai 6mm nei prelievi di selezione, nonostante la legge statale 157/92 ammetta come mezzi di caccia tutti i calibri rigati purché non inferiori al 5,6 con bossolo a vuoto di 40mm.
La proposta di PFVR presentata dalla Giunta regionale, prevede anche che il prelievo selettivo possa essere effettuato solo dall’altana, nonostante in pianura esistano poste naturali che possono garantire la stessa sicurezza dell''altana.
Basti pensare poi che la stessa proposta prevede che, durante l''attività di cerca e quindi nello spostamento alla ricerca degli animali, l''arma dovrà essere conservata scarica e in custodia e che l''estrazione della stessa dovrà avvenire solamente nel posto scelto per l''eventuale abbattimento.
Nel riservarci di effettuare un’analisi più approfondita anche di altre parti della proposta di PFVR presentata dalla Giunta regionale del Veneto, ci limitiamo a dichiarare la più completa avversione da parte dell’Associazione Cacciatori Veneti – CONFAVI a questa proposta di Piano Faunistico Venatorio Regionale, preannunciando ogni utile iniziativa per sensibilizzare i cacciatori del Veneto affinchè si uniscano nel rigettare una proposta che, nonostante le consulenze utilizzate dalla Giunta regionale, si è rivelata una proposta decisamente inaccettabile.
Segreteria regionale
Associazione Cacciatori Veneti-CONFAVI