Rapporto Lipu-BirdLife Italia sugli uccelli selvatici comuni

Re: Rapporto Lipu-BirdLife Italia sugli uccelli selvatici comuni

Come migratorista sono contento per quanto attiene al merlo, al tordo ed al colombaccio... mi dispiace molto per allodola e cesena... sinceramente non capisco il perchè di questa diminuzione in particolare della cesena ..
 
Re: Rapporto Lipu-BirdLife Italia sugli uccelli selvatici comuni

Sarei felice che qualche associazione animalista cominciasse a capire che le specie in diminuzione sono quelle che trovano il proprio habitat dilaniato dall'agricoltura intensiva e dalla cementificazione! Si accaniscono contro la caccia soltanto perchè hanno paura di affrontare le multinazionali Fitofarmaceutiche che ogni giorno buttano al suolo diserbanti, pesticidi che distruggono tutto quello che trovano!
Speriamo che prima o poi le cose cambino, e che anche la caccia anzichè esser vista come un danno all'ambiente, venga usata come una risorsa di gestione.
 
Re: Rapporto Lipu-BirdLife Italia sugli uccelli selvatici comuni

Speriamo che il "declino moderato" non sia l'anticamera della chiusura anche di queste specie..... (già qualche voce si sente per l'allodola), e si dia una regolata in certe zone all'uso di prodotti chimici.
Saluti

Ciao a tutti colgo l'occasione per chiarire anche in questa sede che il rapporto Lipu prende in considerazione le specie nidificanti in Italia, riguardo l'allodola si fà presente che esiste uno specifico piano di gestione Europeo della specie; tale piano indica agli stati di membri di prestare particolare attenzione al ripristino degli habitat ed all'utilizzo di sistemi agricoli compatibili (cause principali di declino della specie); per quanto riguarda l'attivita' venatoria tale piano indica agli stati di membri di predisporre carnieri giornalieri e annuali massimi e non fa' riferimento al divieto di caccia, questo perchè l'allodola risulta in diminuzione nei paesi occidentali (le cause sono state esposte sopra), ma non nei contingenti chiave Russi e dell'Europa dell'est, contingenti su cui si concentra il prelievo venatorio; bisognera' solo abituarsi al carniere annuale, fino a quando sara' in vigore il piano di gestione Europea, se si vuole continuare a cacciare la specie.
Quindi chi mette in giro (Politici, associazioni ecc.) esclusioni di specie cacciabili quali l'allodola, la tortora o altro lo fa' in modo assolutamente strumentale dato che la soluzione al problema la da' direttamente la commissione Europea, Un saluto


Emiliano Amore

--- AGGIUNTA AL POST ---

Come migratorista sono contento per quanto attiene al merlo, al tordo ed al colombaccio... mi dispiace molto per allodola e cesena... sinceramente non capisco il perchè di questa diminuzione in particolare della cesena ..

Il rapporto LIpu prende in considerazione le specie nidificanti in Italia (infatti ad esempio non è citato il tordo Sassello), La Cesena nidifica in Italia con poche coppie (rispetto al totale simato)5.000-10.000 localizzate in area alpina, l'incidenza della popolazione italiana rispetto a quella europea e dello 0,2%; quindi non è che l'intera specie è in declino, ma solo la popolazione nidificante in Italia; con cosi' poche coppie nidificanti stimate e con un'approsimazione del 50% (5.000-10.000) fare stime precise e le cause del declino possono essere dificili da individuare. Un saluto

Emiliano Amore
 
Re: Rapporto Lipu-BirdLife Italia sugli uccelli selvatici comuni

Grazie Emiliano e Diego per le notizie,ma una cosa vorrei sottolineare,riguardo alla risposta di Emiliano,la dicitura "piano di gestione Europeo......?....e indica una particolare attenzione al ripristino degli habitat, oltre a sistemi agricoli compatibili.....Ma con una agricoltura cosi' in ginocchio ed esasperata,mi pare non fattibile da parte degli agricoltori recepire tale attenzione e francamente io vedo nelle nostre campagne la desertificazione oltre a continuare a buttare veleni e quant'altro....non so se ho capito bene,ma proprio questa attenzione ancora non la vedo e mai ne ho sentito parlare fra agricoltori amici......magari se hai qualcosa di scritto mi farebbe piacere leggerlo.......grazie Davide.....
 
Sono contento per il merlo il tordo e il colombaccio, per quanto riguarda il sistema di coltivazione compatibile sono molto scettico gli agricoltori già si reggono per scommessa grazie all' integrazione ora stavano vociferando di toglierla e se verrà tolta vedrete come in una frazione di secondo verranno completamente abbandonate le campagne.
Ormai con la globbalizzazione i prezzi all' ingrosso sono sempre più bassi, in puglia ad esempio continuano a fare l'olio per tradizione perché nella maggior parte dei casi o non ci si guadagna niente o ci si rimette, e se tolgo l'integrazione le motoseghe incominceranno a cantare...
 
Re: Rapporto Lipu-BirdLife Italia sugli uccelli selvatici comuni

Grazie Emiliano e Diego per le notizie,ma una cosa vorrei sottolineare,riguardo alla risposta di Emiliano,la dicitura "piano di gestione Europeo......?....e indica una particolare attenzione al ripristino degli habitat, oltre a sistemi agricoli compatibili.....Ma con una agricoltura cosi' in ginocchio ed esasperata,mi pare non fattibile da parte degli agricoltori recepire tale attenzione e francamente io vedo nelle nostre campagne la desertificazione oltre a continuare a buttare veleni e quant'altro....non so se ho capito bene,ma proprio questa attenzione ancora non la vedo e mai ne ho sentito parlare fra agricoltori amici......magari se hai qualcosa di scritto mi farebbe piacere leggerlo.......grazie Davide.....

Caro Davide se hai voglia di leggere ecco il piano di gestione Europeo dell'allodola che dovrebbe essere recepito e adottato dall'Italia in quanto stato membro della U.E.

http://ec.europa.eu/environment/nature/conservation/wildbirds/hunting/docs/skylark.pdf

Un saluto.

Emiliano Amore
 
Re: Rapporto Lipu-BirdLife Italia sugli uccelli selvatici comuni

per le allodole cè anche il progetto alauda 2000 che è ben fatto e praticamente dice le stesse cose..
 
Re: Rapporto Lipu-BirdLife Italia sugli uccelli selvatici comuni

Speriamo che il "declino moderato" non sia l'anticamera della chiusura anche di queste specie..... (già qualche voce si sente per l'allodola), e si dia una regolata in certe zone all'uso di prodotti chimici.
Saluti
 
Re: Rapporto Lipu-BirdLife Italia sugli uccelli selvatici comuni

Ottimo Diego grazie per il contributo, il tordo bottaccio ha avuto un aumento in 10 anni del 41% mentre il merlo addirittura del 48%..!! E' un pò preoccupante il effetti l'andamento dell'allodola che diminuisce del 30% nei 10 anni.
 

Diego

Membro dello Staff
Moderatore Forum
Messaggi
7,909
Punteggio reazioni
81
Punti
408
Rapporto Lipu-BirdLife Italia sugli uccelli selvatici comuni

Rapporto Lipu-BirdLife Italia sugli uccelli selvatici comuni
(Sesto Potere) – Comacchio – 3 maggio 2012 – Se gli uccelli selvatici sono in declino, a essere minacciata è la nostra stessa qualità di vita.
E’ il messaggio forte che emerge dal primo rapporto “Uccelli comuni in Italia – Gli andamenti di popolazione dal 2000 al 2010” realizzata dalla Lipu-BirdLife Italia con la Rete rurale nazionale e il Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali, presentato a Comacchio nell’ambito della Po Delta Birdwatching Fair dal presidente LIPU Fulvio Mamone Capria, da Guido Tellini Florenzano e da Lorenzo Fornasari del coordinamento MITO 2000.
Il rapporto rende noti i dati del progetto di monitoraggio Mito2000, realizzato nel decennio appena concluso, dal 2000 al 2010, su 99 specie di uccelli selvatici “comuni”. Il rapporto ha studiato diversi gruppi di specie a seconda dell’appartenenza all’habitat di riferimento: ad ognuno di questi è stato abbinato un indice di biodiversità, quali il Farmland Bird index (specie ambienti agricoli), Woodland Bird Index (specie ambienti boschivi), e l’All Common Species index (tutte le residue specie comuni non rientranti nei precedenti due).
Dodici specie agricole su 26 studiate, appartenenti al Farmland Bird Index, hanno segnato un declino, 11 sono risultate in aumento e 3 stabili. Tra le specie in declino, a causa della meccanizzazione e intensificazione dell’agricoltura, dell’uso di pesticidi, del degrado dell’habitat appaiono la calandrella (-14,4% il decremento medio annuo, -66% dal 2000 al 2010, in Pericolo di estinzione nella Lista Rossa), l’allodola (-2,9% annuo, – 30% sul decennio, Vulnerabile in Lista Rossa), l’averla piccola (-3,6% annuo e -42% sul decennio, Vulnerabile in Lista Rossa), la rondine (-30% nel decennio), i passeri (-40%), il torcicollo (-56%), la cutrettola (-38%) e il cardellino (-34%). Tra le specie che frequentano ambienti agricoli sono invece in aumento gazza, cornacchia grigia, gheppio, ortolano, rigogolo, usignolo, upupa, tortora selvatica, luì bianco e strillozzo.
Tra le specie boschive invece del Woodland Bird Index (che al contrario del Farmland risulta stabile) sono risultate in declino regolo, cincia mora e ciuffolotto, mentre in aumento il picchio rosso maggiore, il fiorrancino, lo scricciolo, il rampichino comune, il pettirosso e la cinciarella.
“Gli uccelli sono inequivocabilmente degli ottimi indicatori – dichiara Fulvio Mamone Capria, Presidente LIPU-BirdLife Italia – e il loro stato di conservazione è strettamente relazionato alla qualità della nostra vita. Il monitoraggio continuo dell’avifauna è il primo passo per impostare politiche territoriali sostenibili, per questo la collaborazione tra LIPU, progetto MITO2000 e Rete Rurale Nazionale è importante e lungimirante: è un investimento per il futuro”.
CONSUMO DI SUOLO – I tre indici sono stati calcolati per ognuna delle sei zone ornitologiche identificate: alpina, rilievi prealpini e appenninici, sistemi collinari, pianure, rilievi mediterranei, steppe mediterranee. Il Farmland Bird index è risultato negativo nelle zone di pianura, a dimostrazione di come agli effetti dell’industrializzazione dell’agricoltura si sommi il grave fenomeno del consumo di suolo: cementificazione e sottrazione definitiva di habitat si traduce in un danno per la biodiversità e in particolare un declino degli uccelli in questi ambienti. Un fenomeno, questo, che in collina sono di solito meno accentuati, grazie al fatto che le zone agricole sono caratterizzate da un mosaico di ambienti.
RETE NATURA 2000 – I tre indici di biodiversità sono stati inoltre calcolati sia all’interno dei siti di rete Natura 2000, la rete di protezione della biodiversità dell’Unione europea, che nelle aree esterne ad esse. Anche grazie alla minore urbanizzazione del territorio, e a una più rallentata, o meglio mitigata, trasformazione degli habitat, le zone interne a rete Natura 2000 hanno fatto registrare un Farmland Bird Index con valori più alti.
Il rapporto “Uccelli comuni in Italia” è scaricabile alla pagina http://www.lipu.it/pdf/uccelli_comuni_in_italia.pdf

Tratto da http://www.sestopotere.com
*********************​
(NDR) Per quanto riguarda le specie cacciabili censite, dal rapporto emerge la seguente situazione:

  • Allodola: declino moderato
  • Cesena: declino modeato
  • Colombaccio: Incremento forte
  • Cornacchia Grigia: Incremento moderato
  • Gazza: Incremento moderato
  • Ghiandaia: Incremento moderato
  • Merlo: Incremento moderato
  • Quaglia: Incremento forte
  • Tordo Bottaggio: Incremento moderato
  • Tortora selvatica: Incremento moderato
 
Armeria online - MYGRASHOP
Sponsor 2024
Indietro
Alto