Due cose. Primo. A me forse nuoce la saccenza, perchè "saccio" che tu, a 71 anni e non so quanti di PDA, non sei mai andato una volta a caccia in un terreno tuo. Strano adesso parlare di abolizione dell'842. Mi piacerebbe sapere come ti sei comportato nel 1997 quando ci fu il referendum specifico proposto dai Radicali. Ma credo di saperlo: astensione. Secondo. Ti sbagli sulla lettura dell'842. Caccia e pesca (non dimenticare, c'è anche la pesca), dovevano essere resi più agevolmente praticabili in ragione della nota, al Legislatore, parcellizzazione della singola proprietà terriera, secondo lo spirito corporativistico allora vigente (che oggi è di solidarietà ex art. 2Cost.). Nessuna funzione di "sfamare le masse", anche perchè già tutti gli abitanti delle campagne (in epoca pre-fascista) andavano a caccia (i mie bisnonni ci andavano entrambi) e, in alcun modo, l'attività venatoria avrebbe permesso loro di sfamarsi. Specifico che non erano proprietari terrieri, ma affittuari o enfiteuti cui già l'art. 731 del Codice Civile del 1865 attribuiva il diritto di caccia sul fondo condotto. Se volevi fare carne con la selvaggina apparecchiavi trappole o andavi di notte quando tirava forte lo scirocco, mentre polvere e piombo costavano assai cari. Entrambe le ragioni che indussero all'epoca l'introduzione dell'842 sono tutt'oggi valide e, per una volta, abbiamo qualcosa di meglio di molte (non tutte) le altre nazioni a noi consimili. Con l'ulteriore considerazione che, a differenza di queste nazioni, in Italia noi cacciatori siamo vituperati, quindi avremmo solo porte in faccia. Quanto alla questione economica, certo, hai ragione, i proprietari che dovessero decidere (ad art. 842 abrogato) di concedere i terreni alla caccia ci guadagnerebbero, ma a caccia finirebbero per andarci solo i ricchi, con buona pace del principio di solidarietà.