Interventi del genere servono solo da deterrente e son ben lontani dallo sconfiggere tale fenomeno in via definitiva. Tra l'altro sono anche molto rischiosi per chi è demandato ad effettuarli.
 
Fosse per me li manderei tutti a coltivare riso sull'everest,oppure a calci in culo per qualche annetto in gabbia...poi ci pensano!
 
Caro Fabio questi non si battono per il solito motivo per cui non si battono stupri....aggressioni......rapine...... e furti. Pene poco severe e soprattutto pene tutt'altro che CERTE!
 
Comunque c'è da dire Jago, che nel caso segnalato gli idioti si son visti sequestrare fucili, cartucce attrezzature e bunker ... nel caso degli stupri ... per esempio .... sarebbe da sequestrare l'uccello .... ma non si può !!
 
Comunque c'è da dire Jago, che nel caso segnalato gli idioti si son visti sequestrare fucili, cartucce attrezzature e bunker ... nel caso degli stupri ... per esempio .... sarebbe da sequestrare l'uccello .... ma non si può !!
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Qualcuno tempo fa diceva che queste cose non le fanno piu' da quelle parti...la verita' al solito sta' nel mezzo e quella gente andrebbe stampata in galera a calci nel culo .... e basta
 
Qualcuno tempo fa diceva che queste cose non le fanno piu' da quelle parti...la verita' al solito sta' nel mezzo e quella gente andrebbe stampata in galera a calci nel culo .... e basta

Quanto meno ... adesso c'è molto controllo ... poi questi son " bracconieri certificati " e non divenuti tali dopo i fatti.
Eventi simili non saranno mai debellati del tutto, comunque non c'è più quella deregulation estesa e praticata con tranquillità di qualche anno fà.
 

fabio d.t.

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Incredibile ..... caccia in periodo vietato, di notte, utilizzo di richiami acustici, senza pda ( ovviamente ), ma soprattutto in riserva naturale ....

Ecco l'articolo

[h=1]BRACCONAGGIO,OPERAZIONE MARZAIOLA. Blitz della Forestale nella Riserva, sequestrato un bunker[/h]
Non è a Castel Volturno come era stato detto in un primo momento, ma a Villa Literno








VILLA LITERNO – Come avviene spesso quando vengono lanciate le prime notizie si fa confusione sulla localizzazione dell’area delle Sogitelle che è ubicata a Villa Literno e non a Castel Volturno. Fatta questa premessa nella mattinata odierna, all’esito di un’indagine coordinata dai Magistrati della Procura della Repubblica di Napoli Nord del team che si occupa della tutela degli animali, il Gruppo Antibracconaggio del Corpo forestale dello Stato del Comando Provinciale di Caserta, guidato dal Comm. C. Marilena Scudieri, ha dato esecuzione al sequestro preventivo di un “bunker” -appostamento fisso di caccia, ubicato su un prospiciente laghetto artificiale all’interno della “Riserva Naturale Foce Volturno – Costa di Licola”.
Il personale della polizia giudiziaria, giunto sul posto, dopo aver proceduto ad aprire il manufatto, chiuso con un lucchetto, ha rinvenuto all’interno dello stesso 33 cartucce calibro 12 cariche, 3 batterie a secco, un faro e 30 stampi in plastica riproducenti uccelli acquatici in parte ancora posizionati sul laghetto artificiale a dimostrazione di un possibile utilizzo da parte dei bracconieri. A supporto delle operazioni, è stato utilizzato anche un elicottero del Corpo Forestale. –modello AB 412, che ha monitorato dall’alto la Riserva. Anche l’Ufficio Territoriale per la Biodiversità del C.F.S, che gestisce la Riserva naturale Statale di Castel Volturno, ha partecipato con il proprio personale alle operazioni di sequestro.
Le indagini sono state avviate nel mese di febbraio 2016, periodo in cui l’attività venatoria è vietata in quanto gli uccelli, dovendo raggiungere gli areali di nidificazione, migrano percorrendo le rotte che attraversano l’Italia.
In particolare, la Riserva Naturale “Foce Volturno – Costa di Licola” rappresenta un’area privilegiata per lo spostamento degli uccelli acquatici in quanto sulla stessa insistono specchi d’acqua naturali ed acquitrini che costituiscono un sicuro punto di riferimento per gli animali selvatici, non solo come rotta da seguire, ma anche come indisturbati punti di sosta per l’approvvigionamento e l’accoppiamento.
Proprio queste aree sono prese di mira dai bracconieri che per attirare la selvaggina si “ingegnano” fino al punto di riprodurre laghetti artificiali, comunemente chiamati “vasche”, con annesso appostamento fisso di caccia parzialmente interrato, cosiddetto ”bunker”.
Nel predetto nascondiglio, perfettamente mimetizzato, si appostano i cacciatori di frodo per poter comodamente abbattere gli uccelli acquatici, attirati nel bacino artificiale dalla presenza di stampi in plastica che ricalcano i propri simili e da richiami acustici che riproducono fedelmente il canto del malcapitato volatile.
Numerosi sopralluoghi tecnici, espletati anche con l’ausilio del Sistema Informativo della Montagna –SIM, programma informatico di elaborazione dati in uso al Corpo forestale, molteplici servizi di osservazione, controlli e pedinamenti, hanno consentito di individuare all’interno di quella che dovrebbe essere un’oasi, alla località “Soglitelle” dell’agro liternese, un laghetto artificiale con annesso “bunker” ove, successivamente, venivano sorpresi nel pieno della notte tre bracconieri ad esercitare la caccia di frodo.
Il servizio è stato particolarmente articolato visto che i tre bracconieri tentavano la fuga nella vicina azienda zootecnica, struttura utilizzata quale indisturbato punto di “appoggio”. A seguito di un breve inseguimento veniva fermato dapprima tale D.G., un giovane residente a Villa Literno di trentacinque anni, che imbracciava un fucile da caccia marca benelli calibro 12 e disponeva di uno zaino contenente cinquantadue cartucce cariche dello stesso calibro dell’arma, materiale posto sotto sequestro. Purtroppo, all’interno del predetto zaino, gli operatori di P.G. rinvenivano anche quattro uccelli acquatici appartenenti alla specie Marzaiola (Anas Querquedula) di cui tre morti ed uno ferito gravemente, immediatamente soccorso e trasportato al Centro di recupero Fauna Selvatica “Il Frullone” di Napoli.
Le operazioni proseguivano presso l’azienda ove, tra l’altro, erano parcheggiate le auto dei cacciatori di frodo: all’interno di un fabbricato rurale della stessa venivano rinvenute e poste in sequestro diverse munizioni e altro materiale utilizzato per il bracconaggio, ossia decine e decine di stampi in plastica e svariati richiami acustici, segno evidente di una illecita e sistematica attività venatoria.
A seguito della perquisizione T.A., di anni 67, veniva denunciato per illecita detenzione di munizionamento, ingiustificata per la mancanza di porto d’armi.
Nel corso dell’attività, identificati anche gli altri due “fuggitivi”, tale T.C., figlio del proprietario dell’azienda zootecnica, e G. P., entrambi di Villa Literno, le cui posizioni ed eventuali responsabilità sono al vaglio degli inquirenti.
Il sequestro del “bunker” , disposto dal G.I.P. del Tribunale di Napoli Nord, pone la parola fine ad una pratica illegale particolarmente diffusa sul territorio della provincia di Caserta e trova fondamento nell’esigenza di sottoporre a vincolo di indisponibilità il manufatto evitando, in tal modo, che possa continuare ad essere utilizzato non solo dagli indagati ma anche da soggetti terzi per la pratica illecita del bracconaggio, non essendo peraltro ipotizzabile un utilizzo diverso della struttura in considerazione delle sua ubicazione e delle sue caratteristiche.
Il manufatto sequestrato è stato affidato in custodia al comune di Villa Literno, Ente proprietario della particella su cui è allocato il postino di caccia abusivo, che provvederà per quanto di propria specifica competenza, ad avviare l’iter amministrativo che volto all’abbattimento dello stesso.
Intervenuto sul posto anche il Presidente della “Riserva Naturale Foce Volturno – Costa di Licola”, Dr. Alessio Usai, che ha seguito personalmente le attività di sequestro, a testimonianza di una fattiva e proficua collaborazione tra l’Ente Riserva e il Corpo forestale.
Appare opportuno evidenziare che nel caso in questione il sequestro è stato disposto non solo per il reato di costruzione abusiva e per i reati venatori, ma anche in riferimento all’ipotesi di uccisione di animali. il giudice, infatti, ha ritenuto che l’uccisione di animali, al di fuori dell’esercizio legittimo della caccia, è tale da integrare il reato di cui all’art. 544 bis del codice penale, delitto punibile con la reclusione da 4 mesi a due anni.
Il Generale Sergio Costa, Comandante regionale del Corpo forestale Regione Campania, particolarmente sensibile alla problematica del bracconaggio perpetrato all’interno delle aree protette, ha espresso compiacimento per il risultato conseguito e soddisfazione per l’impegno profuso dai propri uomini incoraggiando il Comandante provinciale di Caserta, Ing. Michele Capasso, a proseguire nell’azione di contrasto.
 
Hanno sequestrato un bunker?.....bene hanno ancora molto lavoro da fare perchè ce ne sono a decine.....una volta che hanno finito mi raccomando hai palazzi e ai vari capannoni aziendali pure quelli sono tanti e tutti abusivi!!
Palazzo.jpg
 
Quanto meno ... adesso c'è molto controllo ... poi questi son " bracconieri certificati " e non divenuti tali dopo i fatti.
Eventi simili non saranno mai debellati del tutto, comunque non c'è più quella deregulation estesa e praticata con tranquillità di qualche anno fà.


sono andati dove rischiavano di meno ...ho amici da quelle parti e nelle sere di luna piena mi dicono che gli spari sono continui, altro che debellato...
 
Se i tuoi amici fossero cacciatori, sanno a chi rivolgersi. Ci sono i nomi nell'articolo postato e ti garantisco che uno tra questi è di mia conoscenza e molto attivo nella repressione.
 
Rispetto ad un tempo il fenomeno è ridotto al minimo o quasi estinto........quella località dista da casa mia una quindicina di chilometri ma confina con il territorio giuglianese.......quando era consentito ho cacciato in quel posto per anni, dall'allodola al germano.
 
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