Nicola ne abbiamo discusso di addestramento , non quanto avrei desiderato ma la distanza purtroppo è tiranna, qui facciamo del nostro meglio per cercare di fornire buoni consigli evitando le polemiche e puntando alla sostanza, o almeno ci proviamo.....
Esaminiamo le due scuole di pensiero dell' addestramento, per comodità le chiamerò classica e moderna: la prima affonda le sue radici nell' ottocento inglese,quando i vari Lord oltre a selezionare le attuali razze da ferma e cerca, istituirono i primi rudimenti dell 'addestramento, basandolo sulle conoscenze che avevano del comportamento animale, cioè , meno che zero, l' etologia come scienza era di là da venire e quindi la metodologia fu mutuata dalle esperienze personali, fissando parametri che nel futuro sarebbero diventati istituzioni ma privi di contenuto scientifico. Questi fondamentali sono passati poi al novecento, influenzando la cinofilia "moderna" , allontanandosi dai precetti originali a seconda delle interpretazioni dei vari protagonisti del mondo cinofilo: alcuni scelsero la forma"coercitiva" nell' addestramento , altri( pochi....) cominciarono a valorizzare l' aspetto comportamentale del cane. In Italia mi piace ricordare Felice Delfino, che ritengo sia stato il primo a valorizzare l' aspetto comportamentale nell' addestramento, scontrandosi apertamente con il pensiero allora dominante ma dimostrando con i fatti e i risultati , le ragioni del suo metodo, sfociato poi in quel testo fondamentale che è stato ( e in assenza di meglio ancora é...) " L' addestramento del cane da ferma".
La seconda scuola, quella moderna, possiamo collocarla a metà del secolo scorso, quando grazie a Konrand Lorenz e ai suoi studi sul comportamento animale,l’ etologia diventa scienza, e nulla delle precedenti convinzioni in merito all'addestramento animale rimase immutato. Qualcuno cominciò ad usare nuovi metodi basati sulle nuove conoscenze che l’etologia metteva a disposizione, conquistando successi nell’ addestramento e pian piano questi si fecero largo nel panorama cinofilo, restando però abbastanza a margine, e ancora oggi non sono, a mio modesto parere, diffusi a sufficienza. Perchè? Io ti risponderei così: i metodi classici sono facili da codificare, non è difficile tradurli in manuali semplici da consultare anche per i neofiti, non presuppongono altro che dedizione e pazienza.
I metodi comportamentali sono altra storia, farne dei manuali non è semplice, del tipo:” come insegnare il seduto”, ad esempio, e di seguito spiegare gli esercizi; non funzionano così, correggimi se sbaglio, non possono essere applicati sic et simpliciter , presuppongono la conoscenza del comportamento animale , cambia profondamente l’approccio con l’ animale, anche la stessa parola “ addestramento” o non la si usa o lo si fa con significato mooolto diverso.
Se questa disamina dell’argomento, considerando tutti i miei limiti di conoscenza, è sostanzialmente veritiera, converrai che è più facile restare ancorati ai metodi “classici”, piuttosto che impegnarsi in metodi ”moderni” che risultano territori sconosciuti e pericolosi.
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