Il gioco e' una componente importante in un branco, e' un momento sociale, e all'inizio diamo ai nostri cuccioli i primi rudimenti giocando, e loro giocando imparano a vivere a contatto con noi...c'è del vero in tutti i messaggi scritti da Stefano e da Germano, bisogna giocare, bisogna farlo preferibilmente solo nell'ambiente domestico, perché fuori si lavora, ma sono d'accordo con Germano nel sostenere che a scapito delle nostre voglie dovremo essere noi a decidere quando si gioca e quanto dura il gioco...i miei cani vedono me quanto vedono altre persone, mia moglie, mio padre, mia figlia....anzi a volte vedono più loro di me,ma è diverso il modo in cui approcciano ognuno di noi, ad ognuno vengono incontro scodinzolando ma con loro sanno che si può sempre giocare, anzi sanno che si gioca e basta, con me sanno che forse si giocherà o forse si lavorerà, o forse non faremo nessuna delle due cose e c'è ne staremo un po' di tempo insieme in giardino contemplandoci a vicenda in attesa che io prenda qualche decisione...questa diversità di approccio si nota,e ad occhi pochi esperti potrebbe sembrare che i cani approcciano il conduttore più timidamente perché lo temono, o gli vogliono meno bene....non è così, semplicemente lo rispettano e lo stimano, o almeno così dovrebbe essere, ed attendono da lui disposizioni più precise sul da farsi...se i cani come dice Stefano, cambiano atteggiamento solo vedendoti vestito in un certo modo, o vedendo il fucile, ed è esattamente così come dice lui, devono cambiare atteggiamento anche nei nostri confronti rispetto a ciò che fanno con altre persone pur di famiglia...se ci siamo noi ed altre persone in giro e noi ci allontaniamo dal gruppo cosa fanno i cani? Se ne rimangono per i fatti loro o ci vedono andar via e ci seguono? Se sono cani ben socializzati ed inquadrati nella nostra piccola scala gerarchica lasciano perdere tutto ciò che stanno facendo e tutti gli altri e ci seguono, state pur sicuri....ed e' giusto quindi lodarli, giocare con loro,gratificarli e concedergli qualcosa,quanto più possibile e costantemente, perché anche la vita di un cane non deve significare lavorare mangiare bere e dormire e basta, perché creeremo degli esseri alienati mentre invece vogliamo degli esseri vivi che pensano, amano, odiano, gioiscono e si incazzan@... ma noi dovremo comunque essere non padroni di tutto questo, assolutamente, ma in un certo senso supervisori, dosando anche i nostri sentimenti e le nostre emozioni, non solo quelle dei nostri cani...credo che questi siano i sacrifici di cui parlava Germano...