Ma il fucile gliel’ha prestato robocop?? 😂
Un si po’ vede’ quell’aggeggio!?
Domani vo a Laterina al percorso itinerante, porto anche la cerbottana, vi saprò dir meglio sulle distanze...
Ahahah no dai, a parte gli scherzi, COMPLIMENTI a loro!!
 
Mauanto61, la fanta-balistica trova i suoi spazi "legittimi" sui forumu e nei racconti dei cacciatori.
Una sp 3 stelle reali, per selezionata che sia, non può competetere con una buona canna con 10/10 di strozzatura, anche se a quest'ultima non hanno fatto il pedigree.
 
Davvero complimenti... Dedicherei anche a tutti quelli che il cal 20 va bene fino a 30 mt... Se un 12 passa i 100...
Se ci arriva il 12,ci arriva anche il 20....

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Confermo quanto detto da Tullio, poco tempo fa li ho incontrati al tav Vetralla (dove anch'io sono tesserato) ed abbiamo fatto alcune pedane insieme. Enrico e' un vero campione, spara con dt 11, la Mangano aveva un 692 se non vado errato.
 
Ci tocca adattarci se non vogliamo sparire...cmq speriamo arrivi il più tardi possibile l'obbligo no tox..anzi in certi stati europei sono già tornati al piombo dopo aver testato le munizioni alternative..
 
Io ripeto, vorrei vedere cosa c'è in quelle cartucce. Anche se sembrano originali, secondo me il trucco sta lì dentro.

Ci sono 32 gr di pallini n.5 di tungsteno che può esserci?, o pallini d'oro o di platino[spocht_2.gif], materiali più pesanti del piombo, basta fregnacce!!
 
Ciao a tutti, secondo me queste prove non servono a niente.

rompere un piattello a più di 100 metri non dipende dalla perizia del tiratore né dalla qualità dell'arma, né della cartuccia ... è solo questione di fortuna, o casualità o, se preferite fattore "C".

certo la fucilata deve essere ben indirizzata, ma il fatto che la fucilata sia giusta non determina in alcun modo un risultato scontato né ripetibile, né è possibile stabilire una percentuale di successi: l'unica regola certa è la casualità.

Come ci ha detto precedentemente Giovanni ogni tanto il tiro "impossibile" capita, ma non è ripetitivo appunto "capita" è casuale, deriva da una serie di combinazioni fortuite
Ma tutto ciò che è casuale non fa testo perché non rappresenta una regola.

certo alimenta i sogni e le fantasie di tutti..
Ma se si pensa di replicare a caccia questi risultati è sempre bene frenare le fantasie e rimanere con i piedi ben piantati a terra: un conto è rompere un coccio che si spezza abbastanza facilmente all'impatto anche di un solo pallino un conto è abbattere un selvatico che ha ben altra vitalità.

La fucilata fuori tiro l'abbiamo sparata tutti, quello che mi preoccupa è che, inseguendo un sogno, diventi un modo di cacciare.
A quelle distanze a fronte di pochi selvatici raccolti quasi sempre si fanno solo inutili ferimenti.

Se mi metto a sparare qualche magnum di doppio zero ad un piattello a 150 metri forse prima o poi se ne rompe uno, ma non capisco con questo cosa avrei dimostrato. [10]

un saluto

Maurizio
 
..........

rompere un piattello a più di 100 metri non dipende dalla perizia del tiratore né dalla qualità dell'arma, né della cartuccia ... è solo questione di fortuna, o casualità o, se preferite fattore "C".

certo la fucilata deve essere ben indirizzata, ma il fatto che la fucilata sia giusta non determina in alcun modo un risultato scontato né ripetibile, né è possibile stabilire una percentuale di successi: l'unica regola certa è la casualità.

Come ci ha detto precedentemente Giovanni ogni tanto il tiro "impossibile" capita, ma non è ripetitivo appunto "capita" è casuale, deriva da una serie di combinazioni fortuite
Ma tutto ciò che è casuale non fa testo perché non rappresenta una regola.

Maurizio


Non credo sia proprio così.
Immagino ci siano delle regole che non conosco, però mio figlio mi ha detto che la Mangano per avere il record certificato ha dovuto rompere più piattelli a distanza sempre maggiore e li ha rotti tutti.
E non credo sia stata la sola a provarci.

Qui sul forum siamo tutti abbastanza grandicelli per capire che non è cosa replicabile a caccia. Per tanti ovvi motivi.
 
Caro Maurizio io invece insisto ad affermare con assoluta certezza che quando una canna (o una cartuccia) genera alte velocita e perfetta distribuzione dei pallini e' balisticamente micidiale su qualunque bersaglio, animato o inanimato che sia, il resto credo proprio che siano chiacchiere cacciatoresche.Credo inoltre che le canne selezionate di cui parli siano niente altro che canne controllate con maggior attenzione rispetto alle altre , e che non abbiano nessuna caratteristica migliore di tutte quelle ben riuscite dello stesso lotto.
Concludo dicendo che la vera mortalita di una canna ben riuscita, dipenda in massima parte da chi la utillizza, e cioe' se ti metti in testa che non funziona, non ti ammazza veramente!
Ho conosciuto cacciatori che hanno venduto il loro fucile perche non ci acchiappavano, e se colpivano facevano solo ferimenti, ebbene questi signori si sono dovuti ricredere quando hanno visto che il nuovo proprietario ci faceva fuoco e fiamme anche utilizzando le stesse cartucce.
Quanta ingenuita' nei cacciatori, consentitemi di dire.....

Questa volta devo dire che centro ha proprio ragione, una canna che distribuisce bene le rosate sarà ottima a caccia come al piattello, in fin dei conti il potere lesivo è dato dal peso del pallino per la sua velocità che come detto più volte dopo tot metri tende ad equipararsi a prescindere dalla velocità di partenza, quindi resta solo avere una rosata più omogenea possibile e sul lungo più compatta possibile.

L'unico appunto che si può fare per i più pignoli è che la ricerca di alte velocità iniziali potrebbe addirittura scompigliare la rosata, anche se non credo che il solo incremento dato dalla canna possa farlo.
Per la mia poca esperienza ho notato che chi tira dritto non ha mai avuto canne che ferivano...
 
Naturalmente io condivido pienamente quanto detto da killer , egli infatti dice che colpire entro I 70m e' la normalita,io aggiungo che oltre tale distanza , le probabilita diminuiscono solo per I migliori tiratori ,mentre si azzerano per tutti gli altri, specie per chi non ha mai messo piede in una pedana.A questa ultima categoria di persone io consiglio di non parlare di argomenti che non si conoscono, e di iniziare a seguire una volta per tutte le gare di sporting itinerante di alto livello, cosi capiranno di cosa si sta parlando. Sono daccordo anch'io che le rosate delle cariche da 28gr del 7'5, si presentano abbastanza sguarnite sulle lunghissime distanze, ma fino a che ci saranno tiratori che dimostreranno di colpire con buone probabilita, accidenti a tutte le teorie. Peraltro in questo forum ho fatto presente piu volte che la proiezione di una rosata ottenuta alla placca, non rispecchia tutta la realta sul comportamento dello sciame in volo ,poiche ad es. non mette in luce il suo lieve andamento spiraliforme, ne la lunghezza dello sciame metro dopo metro.


Ciao Centro, io sono molto spesso d'accordo con quello che scrivi.
Per una casualità abbiamo un modo di ragionare e di arrivare al punto molto simile e anche in questa occasione sono in parte d'accordo con te soprattutto nel fatto che a volte la pratica non rispecchia pienamente la teoria... ma analizziamo le cose con ordine.

L'amico Killer asserisce che "la rottura dei piattelli a 100 metri è cosa abbastanza comune ... a 70 metri cosa normalissima..."

Ora tu sei d'accordo con lui affermando che "colpire entro i 70 metri è la normalità" come se rompere un piattello a 70 metri sia lo stesso che romperlo a 30.

Poi però ammetti che "le cariche da 28 gr. del 7,5 si presentano abbastanza sguarnite sulle lunghissime distanze", ma finché ci saranno tiratori che dimostrano di colpire con "buone probabilità" ....
(accidenti a tutte le teorie).

Al di là del fatto che i tiratori di alto livello non usano fucili e munizioni comuni (e questo lo so per certo) Il problema è quanto "effettivamente" sono lunghi i tiri i e con quanta costanza si fa centro.

Io non so dove tu hai visto fare tiri a 70 metri "CERTI" con risultati costanti, né chi e con quale metodo abbia misurato questa distanza.... non dubito delle tue capacità - ma spesso l'occhio inganna e tiri definiti a 70 metri si scopre che a malapena superano i 50.

Ma il punto vero è che innegabilmente a quella distanza (70 metri VERI) il piombo è così rarefatto che un piattello può passare "facilmente" indenne all'interno di una rosata anche a tiro centrato.

Se siamo d'accordo su questo ultimo pensiero si capiscono immediatamente due cose:
- la prima è che le "rotture"a 70 metri VERI non possono essere troppo frequenti quantomeno non "normalissime".
- la seconda è che è assurdo sparare ad un bersaglio dove l'abilità del tiratore può essere inficiata in modo determinante dalla casualità, e dunque come ho più volte affermato la rottura del bersaglio è spesso dovuta più alla fortuna che alla capacità del tiratore.

E il buon Garolini ha perfettamente ragione a criticare la scelta dei 24 grammi quando questa grammatura già entro i 40 metri a tiro centrato ha vuoti di rosata tali da non garantisce la rottura del coccio.
Figuriamoci i 28 gr. a 70 metri...

In un famoso tiro a volo dell'Umbria in più di una occasione tiratori di eccellenza e non si sono avvicendati nel tiro al piattello a "100 metri" e, io presente in una di queste occasioni, posso assicurarti che le rotture sono pochissime.
Mi hanno detto che una sera in cui io non ero presente lo hanno rotto una sola volta....
Del resto a quella distanza che bravura vuoi avere: butti là la fucilata e, se azzecchi l'anticipo, speri nel buon Dio che un pallino (che abbia ancora sufficiente energia per romperlo) sbatta casualmente nel piattello.... [42]

Qualcuno vuole spiegarmi dove sta la bravura del tiratore? :rolleyes:

Siamo partiti dal record del mondo di 120 metri siamo arrivati che a 70 metri c'è una "buona probabilità" se scendiamo di un'altra ventina di metri allora cominciamo ad avvicinarci ad una distanza in cui un buon manico può davvero rompere i cocci con una certa "normalità".

Che la placca non rispecchia la realtà dello sciame in volo è cosa certa. del resto la placca mostra la rosata "bidimensionale", non la lunga proieizione della coda dei pallini.
Se vorrai spiegarmi cos'è e come si determina l'andamento spiraliforme dello sciame di pallini e come varia la lunghezza dello sciame metro dopo metro, aggiungerò qualche prezioso mattoncino alla mia conoscenza.
Se ritieni che abbia qualche reale vantaggio nel tiro per cortesia spiegamelo.
Grazie


Un saluto

Maurizio
 
Fabio, non so se ti ricordi, l'ultima volta che ci siamo incontrati ti dissi che c'erano cartucce più affidabili della over100 per la caccia che fai tu.

Certo che mi ricordo, per questo pensavo che fosse una cartuccia non commerciale quella che ha permesso l'eccellente performance della tiratrice
 
Ciao a tutti, mi sono letto l'intero tread fino alla nausea. In conclusione un tiratore che frequenta abitualmente i campi da tiro, può fare la prova richiesta da più utenti di piazzare un piattello a 100 metri e se riesce a vederlo sparargli contro una fucilata per vedere se si rompe?
Ripeto nel caso riesca a vederlo
saluti

Tex67
 
Gli scarti fra I colpi sparati della stessa scatola rientrano di solito attorno ai 4-5 7m/s con qualche eccezione attorno ai 10m/s. Io non ho mai visto scarti di 23m/s
 
Maurizio, sei persona molto educata e questo si capisce dai tuoi scritti, ma anche persona che ragiona con la propria testa e di questo me ne ero già accorto in altre occasioni.
Qui si voleva elogiare la signora Mangano (Italiana) per il risultato ottenuto.
A me piacerebbe sapere quanti piattelli ha dovuto rompere prima di ottenere il record e da che distanza si è partiti ma anche tra il primo rotto e il successivo di quanti metri si arretrava per un altro tentativo.

Ora, visto la strada che sta prendendo il thread, sembra che la signora abbia avuto soltanto cu..lo.
Riconosciamo il fatto che questa signora ha battuto il record mondiale certificato per questo tipo di tiro.
Se poi riusciamo ad ottenere i dati di come lo ha ottenuto possiamo parlare con più certezza se è cu..lo, se è brava. oppure l'una e l'altra cosa.

Di una cosa sono sicuro. Ha un ottimo maestro.
 
Ciao Maurizio, vorrei fare alcune precisazioni: 1) Rompere un piattello a 70m e' come rompere un piattello a 30m, ma questa e' cosa fattibile solo per I grandi tiratori.
2) Ammetto che le cariche da 28gr si presentano sguarnite sulle lunghissime distanze,, "alla placca" ma ho spiegato piu volte che la proiezione alla placca non ci dice tutta la verita sul comportamento dello sciame in volo, infatti questi tiratori eccellenti ci stanno dimostrando che colpiscono con una certa regolarita impressionante su distanze in cui la placca li smentisce senza eccezioni.
3) I tiratori di alto livello usano gli stessi fucili che adoperiamo noi, te lo garantisco al 100% visto che frequento e conosco gente di ogni livello tiravolistico
4)In quanto al lieve andamento spiraliforme della carica di pallini ti rispondo che se vuoi approfondire leggi qualcosa del Mori, egli spiega come si e' scoperto questo fenomeno (ormai da molto tempo)
Ora Maurizio non ti resta altro da fare che entrare nello splendido mondo del tiro a volo, cosi toccherai anche tu il cielo con le mani.
Un abbraccio.
 
Ciao Maurizio, vorrei fare alcune precisazioni: 1) Rompere un piattello a 70m e' come rompere un piattello a 30m, ma questa e' cosa fattibile solo per I grandi tiratori.
2) Ammetto che le cariche da 28gr si presentano sguarnite sulle lunghissime distanze,, "alla placca" ma ho spiegato piu volte che la proiezione alla placca non ci dice tutta la verita sul comportamento dello sciame in volo, infatti questi tiratori eccellenti ci stanno dimostrando che colpiscono con una certa regolarita impressionante su distanze in cui la placca li smentisce senza eccezioni.
3) I tiratori di alto livello usano gli stessi fucili che adoperiamo noi, te lo garantisco al 100% visto che frequento e conosco gente di ogni livello tiravolistico
4)In quanto al lieve andamento spiraliforme della carica di pallini ti rispondo che se vuoi approfondire leggi qualcosa del Mori, egli spiega come si e' scoperto questo fenomeno (ormai da molto tempo)
Ora Maurizio non ti resta altro da fare che entrare nello splendido mondo del tiro a volo, cosi toccherai anche tu il cielo con le mani.
Un abbraccio.

Sono in parte d'accordo con te, ma il tuo esempio al N. 2) mi lascia perplesso. E' vero che la placca non ti da' una visione realistica dello sciame di pallini, che e' tridimensionale, mentre la placca e' bidimensionale, e su di essa si superimpongono tutti i piani secanti alla rosata. Quindi nel tiro a volo in realta' solo pochi pallini finiscono sul bersaglio (se ci finiscono), perche' la maggior parte arrivano in un certo punto relativo al bersaglio prima che il bersaglio ci sia arrivato, o passano ai suoi lati, o dietro di esso quando e' gia' passato. Percio' l'esperimento proposto da adesso non ricordo chi di sparare una di queste cartuccette a un piattello attaccato alla placca o disegnato su di essa a 100 metri in realta' mostra una maggiore possibilita' di piazzare un certo numero di pallini sul bersaglio che in realta' lo mancherebbero del tutto se il bersaglio fosse in movimento. 70 metri? Possibilissimo e non solo per i grandi tiiratori. Io non sono un grande tiratore, ma quando ero a Kodiak e avevo una macchina lanciapiattelli, portavo spesso i giovani della chiesa ortodossa di cui ero membro al poligono e mettevo a loro disposizione centinaia di cartucce da piattello e di piattelli. Io mi divertivo a sparare ai piattelli mancati dai giovani quando ormai cominciavano a cadere ed erano appunto a una settantina di metri da me. E mi ricordo che l'anicipo lo davo sparanrdo al di sotto dei piattelli. Ma la mia innata umilta' mi costringe a confessare che con la mia lanciapiattelli, a meno che l'operatore non inclinasse la macchina al momento di tirare lo spago, i piattelli andavano pressoche' diritti in mancanza di vento, e quando io sparavo il fucile era piu' o meno puntato ad altezza d'uomo, il che eliminava quasi del tutto l'effetto della lunghezza della rosata: sia i pallini della punta della rosata che quelli della coda intercettavano il piattello, ed eccettuati quelli che gli passavano ai lati si beccava quasi tutti i pallini che ancora andavano nella direzione giusta invece che ai lati per effetto della dispersione. Se azzeccavo l'anticipo verso il basso. Quindi ben vengano gli esperimenti su piattello vero o disegnato a 100 yarde, perche' se non lo si raggiunge neanche cosi' a causa della dispersione della rosata a tale distanza, figurati se lo si puo' raggiungere regolarmente (regolarmente e' la parola chiave) mentre e' in volo, specialmente se e' in volo da destra a sinistra o viceversa.
E naturalmente parlo delle cartuccette da piattello, con i relativamente pochi pallini del 7 1/2 o 8 che entrano in 28 grammi. Con una magnum da 3 pollici e una carica massima di pallini del 6 al tungsteno sarebbe tutt'altra cosa...
 
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