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[h=1]Il Comitato direttiva 477 è stato accolto dal direttore dell’Ufficio per gli Affari della polizia amministrativa e sociale presso il ministero dell’Interno vice prefetto Castrese De Rosa. Ha discusso della direttiva europea ed egli altri problemi che assillano gli appassionati, candidandosi a rappresentarli presso il ministero.[/h]




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Riceviamo e pubblichiamo:
Mercoledì 13 aprile una rappresentanza del Comitato direttiva 477 è stato accolta dal direttore dell’Ufficio per gli Affari della polizia amministrativa e sociale presso il ministero dell’Interno vice prefetto Castrese De Rosa.
Nell’incontro Andrea Gallinari, Gianfederico Rotellini e Giulio Magnani hanno rappresentato al vice prefetto De Rosa e al sostituto commissario Vincenzo Coletta, referente del Ministero presso il Genval, le ragioni sottese alla nascita del Comitato Cd477, le iniziative avviate dall’aprile 2015 a oggi, i numeri delle adesioni raccolte e le collaborazioni ufficiali consolidate con le altre storiche e principali associazioni del Comparto, tra le quali Anpam, ConArmi, AssoArmieri e Fitds.
La riunione si è poi rapidamente focalizzata sulle preoccupazioni connesse all’iter della proposta della Commissione Ue di revisione della normativa armi, in relazione alla quale è stato prima di tutto ribadito l’assoluto dissenso delle decine di migliaia di iscritti del Comitato rispetto alle pretestuose motivazioni addotte per la richiesta di provvedimenti drastici e liberticidi in tema di detenzione ed utilizzo delle armi sportive e da caccia.
Si è subito rappresentato ai referenti del ministero che per quanto riguarda l’Italia l’impianto normativo vigente e le prassi applicate per la sua gestione amministrativa costituiscono un modello di efficacia e di efficienza per tutta l'Europa, che deve essere portato a riferimento di ogni prossima modifica della normativa armi comunitaria.
Parimenti, si è ribadita l'inopportunità di ogni proposta di revisione della direttiva Ce che voglia legittimarsi sull’affermazione di un’equivalenza tra cittadini legalmente autorizzati alla detenzione - utilizzo - collezione di armi sportive/da caccia/storiche ed il terrorismo internazionale: si tratta di una mistificazione, basata su asserti infondati e in alcun modo comprovati da statistiche e dati ufficiali, peraltro proposta proprio dai paesi che si sono mostrati meno efficienti nella prevenzione e repressione dei fenomeni criminali che affliggono oggi l’Europa.
D’altra parte la qualità del lavoro svolto dalle istituzioni italiane si riscontra nei dati oggettivi: i reati commessi con armi legalmente detenute rappresentano una frazione centesimale minima del totale dei crimini realizzati con le armi da fuoco; i cittadini sono autorizzati alla detenzione ed utilizzo delle armi sportive attraverso un’istruttoria che ne certifica i requisiti soggettivi in modo assolutamente più accurato e completo di quanto non accada in ogni altro paese comunitario; le norme vigenti da oltre un decennio in Italia in tema di demilitarizzazione e disattivazione sono ben più complete e sicure anche rispetto a quelle di recentissima emanazione comunitaria; l'efficace lavoro di intelligence svolto dalle nostre Forze dell'Ordine ha protetto il nostro Paese da quegli eventi tragici che hanno invece colpito altre nazioni meno efficienti nella prevenzione del terrorismo.
In sede di confronto il Comitato ha chiesto che vengano salvaguardate le prerogative a oggi riconosciute ai cittadini italiani per l’esercizio delle discipline del tiro, della caccia e del collezionismo ed alla tutela degli interessi commerciali dell’industria italiana, la prima in Europa per fatturato e per qualità nel settore delle armi sportive e da caccia. Quasi un punto di Pil economicamente.
Proseguendo nella condivisione dei motivi di allarme e preoccupazione per la comunità dei tiratori e collezionisti italiani la questione delle B7 è stata riferita come motivo di preoccupazione rispetto alle proposte di alcuni paesi, tra i quali Francia ed Inghilterra, nonché di grande confusione, soprattutto in ragione della difficoltà di pervenire ad una definizione condivisa dai vari Stati Membri dei criteri di tipizzazione delle armi ricadenti in tale categoria idonea a superare il concetto di “somiglianza”, di per sé foriero di pericolose incertezze nell’applicazione del diritto. L'iter della proposta della Commissione Ue allo stato appare come estremamente confusa e conflittuale.
L’incontro, condotto in un clima di grande cordialità e disponibilità, si è concluso con l'impegno da parte del Comitato a produrre un documento riassumente i punti di attenzione e le preoccupazioni delle decine di migliaia di iscritti (tiratori, collezionisti, cacciatori, titolari di armerie e poligoni) del Comitato Direttiva 477.
Nel ringraziare il vice prefetto De Rosa per la generosa disponibilità accordata, la delegazione del Cd477 ha posto la richiesta di consolidare il dialogo avviato con il ministero attraverso una presenza stabile del Comitato - quale principale associazione nazionale dei tiratori/collezionisti/detentori - ai tavoli tecnici cui già partecipano le altre principali associazioni del comparto industriale e commerciale e con cui il Comitato stesso già collabora ufficialmente.
 
Le B7 restano il "problema"

[h=1]Si delineano le posizioni nella commissione Imco. La Ford tiene duro sui suoi emendamenti e tutti apprezzano il lavoro che ha fatto e il fatto che abbia ascoltato tutti i portatori d’interessi. L’opera di informazione capillare di associazioni e appassionati sembra dare i suoi frutti. Ma ora è la volta dei nuovi emendamenti.[/h]





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Nell’audizione pubblica della commissione Mercato interno e protezione dei consumatori del parlamento europeo sulla proposta di direttiva per il Controllo dell'acquisizione e della detenzione di armi, la presidente della commissione, Vicky Ford (Conservatori e riformisti europei), ha ricevuto l’apprezzamento di tutti i commissari per il lavoro svolto e gli emendamenti presentati di cui abbiamo già dato conto. La Ford ha esordito raccontando che proprio nel suo Paese in questo momento è in corso un processo per armi a salve trasformate (quelle per uso scenico, ndr), affermando che esiste in generale una lacuna nel gestire questo tipo di armi che comunque intende lasciare nella propria categoria originale prima della trasformazione. Ha anche rimarcato, comunque, come sia importante che le varie parti dell’Europa facciano le loro proposte sull’intera direttiva per lavorare insieme ai compromessi e passare poi al voto previsto per il 27 giugno in commissione, secondo il calendario riferito dal vicepresidente Nicola Danti.

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Ha ricordato come l’8 aprile sia entrato in vigore il regolamento per le disattivate, lasciando intendere che questo abbia risolto il problema: il processo deve essere irreversibile, ciononostante capisce bene come per i cittadini che possiedono queste armi e rispettano la legge sia difficile conformarsi e proprio su questo ha presentato il suo emendamento tecnico. Gli strumenti d’allarme (scacciacani, ndr), secondo il suo emendamento non sono armi a meno che non possano essere convertiti in armi da fuoco a meno che non contengano componenti essenziali. Su questo dovrà presentare una lunga lista di componenti essenziali, senza includervi i caricatori: «Incontrerò a pranzo autorità di polizia di contrasto per ottenere chiarimenti su quali siano componenti essenziali». La condivisione delle informazioni tra le polizie degli Stati membri per la Ford è importante e vorrebbe chiedere sistemi interoperabili, «ma ci sono problemi che discuterò con Europol. Introdurrò requisiti anche per le banche dati nazionali, per notificare acquisti e vendite, per la custodia ci sono già regole, e so che alcuni vorrebbero regole minime, così come per i test medici. In questi casi il format esatto deve essere appannaggio degli Stati membri, ma ciascuno deve avere un sistema che funzioni». Su questi argomenti sia i cosiddetti relatori-ombra dei vari partiti (Anna Maria Corazza Bildt del Partito popolare europeo, Sergio Gaetano Cofferati di Socialisti e Democratici, Dita Charanzová dei Democratici e liberali per l'Europa, Pascal Durand dei Verdi, Mylène Troszczynski di Europa delle Nazioni e della Libertà) sia tutti i commissari intervenuti hanno in generale convenuto. Uno degli argomenti che quasi tutti hanno trattato è quello delle vendite online. La posizione della Ford è per mantenerle lecite, ma il trasferimento finale dell’arma deve essere autorizzato di persona dall’autorità di polizia. Ha accennato a introdurre controlli più severi sulle vendita delle munizioni, senza approfondire.
Ha invece poi considerato i casi speciali di autorizzazioni varie per motivi di difesa, studi storici, pensando di concederli agli Stati membri, ma il tutto deve esser circoscritto. Allo stesso modo per collezioni e musei.
Inutile dire che il problema più scottante resta sempre quello delle B7. Ford ha affermato che la proposta di ricategorizzare le semiautomatiche nella A avrebbe causato molti problemi pratici e giuridici, come già successo in Germania, quindi il suo emendamento ricomprende nella categoria A7 soltanto le semiautomatiche che possono essere convertite in automatiche: «Su questo vorrei proposte dagli Stati membri: dobbiamo garantire che la categoria sia abbastanza ampia, ma che sia percorribile nei vari Paesi». Le modifiche e le conversioni possono essere fatte soltanto da fabbricanti o commercianti, la Ford ha rilevato preoccupazione su modifiche non rilevanti come la ricarica, ma farà un emendamento sul quale non ha precisato. Quanto alla tracciabilità, non ci sarà alcuna marcature su armi antiche. «Dobbiamo fare chiarezza su conversione e modifica», ha aggiunto, «e sono aperta a emendamenti, è una questione tecnica, estendo la scadenza per la presentazione al prossimo giovedì proprio per aver un po’ più di tempo perché gli emendamenti abbiano il linguaggio giusto».
La sensazione è che tutti i commissari abbiano ricevuto indicazioni pressanti dai cittadini e dalle associazioni di categoria nei vari Stati membri, a cominciare proprio dalla Ford. E adesso manifestano attenzione ai cittadini che praticano il tiro e la caccia, seppure con distinguo in qualche caso ideologici. Apprezzabile, per esempio, il lavoro svolto dalle due rappresentanti di Malta, Marlene Mizzi (Socialisti e Democratici) e Roberta Metsola (Partito popolare europeo) e, in generale, della Repubblica ceca che hanno sottolineato come gli appassionati di armi siano effettivamente riusciti a fare valere le loro posizioni. È stato anche detto che non ci sono motivi obiettivi per ampliare la categoria delle A7 e A6 e che, nel caso, ci sarebbero gravi conseguenze per i cittadini che le detengono. È stato anche detto che aumentare la burocrazia non migliora la sicurezza. Che non bisogna lontanamente paragonare a terroristi i cittadini che usano le armi per sport o caccia: l’hanno detto i francesi Troszczynski e Durand e su questo il commissario spagnolo Antonio López-Istúriz White (Partito popolare europeo) si è fatto interprete del risentimento dei cacciatori del suo Paese. Tutti gli intervenuti hanno sottolineato l’esigenza di collaborare per migliorare la direttiva in questi sensi.
La Bildt ha riferito che per la marcatura è importante e obbligatorio un sistema comune per Ue, armonizzato secondo il protocollo Onu, accordandosi sui componenti essenziali (la canna per esempio non è detto che sia essenziale). Importanti le verifiche mediche per le licenze: «Ci vuole un sistema molto chiaro di controlli. Importante che ci sia limitazione a 5 anni, in Svezia ci sono circa 700 mila proprietari e 2 milioni di armi che costituiscono già una procedura enorme, già ci sono ritardi e ulteriore burocrazia non produrrebbe risultati».
Cofferati ha detto che occorre tenere presente le diverse condizioni e culture dei Paesi, sull’uso delle armi per lo sport e tutte le altre attività. Ha battuto sull’esigenza di una marcatura estesa e sull’esigenza di distinguere i musei dai collezionisti, persone fisiche per le quali si possono immaginare anche fenomeni distorsivi e in ogni caso non esiste una definizione giuridica dei collezionisti. Ford su questo ha risposto che anziché alzare l’asticella per tutti forse è meglio dire che i singoli Stati devono dare autorizzazioni circoscritte sul tipo di studi eseguiti dai collezionisti.
Cofferati ha poi ribadito come sia importante lavorare su una definizione condivisa che rinunci al criterio della somiglianza per le B7: «Occorre trovare elementi oggettivi e non il vago criterio che un’arma assomiglia a un’altra, basandosi su dati che non siano confutabili, finora efficacia è vicino allo 0 e introduce un conflitto sul piano giuridico». Sulle disattivate, importante la tracciabilità, perché non sia semplicemente un fatto annunciato e poi non verificabile.
Durand ha detto che cittadini vogliono poter usare le armi, ma che polizia riferisce che il problema del traffico delle armi è aumentato. «Dobbiamo trovare un equilibrio. Per esempio, per i finlandesi è importante mantenere esercito di riservisti, ma si può avere controllo sulle loro armi. Ho problemi con le armi ai minorenni. Sulle semiautomatiche trasformabili, i servizi di polizia sono stati chiarissimi: ce ne sono alcune che si possono ripristinare facilmente con componenti acquistabili in Usa, dunque penso che la questione B7 sia importante, dobbiamo trovare una soluzione più chiara». Sui minori la Ford ha risposto che probabilmente bisognerà votare.
Alla fine è intervenuto anche il rappresentante della commissione europea, Alain Alexis (Dg Grow), che ha giudicato gli emendamenti migliorativi, dichiarando che la commissione li farà suoi. Sui collezionisti ha però affermato che – aldilà di una certa flessibilità - non vede perché debbano avere armi militari attive, diversamente dai tiratori sportivi. «Sulle armi della categoria A comprendiamo la necessità di alcune deroghe, che devono essere limitate quando ci sono motivi di sicurezza come per il caso della Finlandia. Non si tratta di vietare tutte le semiautomatiche, ma occorrono criteri tecnici».
Prossime sedute per l’analisi degli emendamenti il 28 aprile alle ore 12, 23-24 maggio e 13-14 giugno, 27 giugno voto in commissione.
 
Ue: l'intergruppo si muove a favore delle B7

Ue: l'intergruppo si muove a favore delle B7

[h=1]Centodieci membri del Parlamento europeo, di tutti gli schieramenti politici, appartenenti all'Intergruppo parlamentare biodiversità, caccia e ruralità hanno adottato una risoluzione volta a porre rimedio agli ingiustificati emendamenti proposti dalla Commissione europea volti a limitare la legittima acquisizione e il possesso delle armi da fuoco da parte di cacciatori e tiratori sportivi[/h]





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Centodieci membri del Parlamento europeo, di tutti gli schieramenti politici, appartenenti all'Intergruppo parlamentare biodiversità, caccia e ruralità hanno adottato una risoluzione volta a porre rimedio agli ingiustificati emendamenti proposti dalla Commissione europea volti a limitare la legittima acquisizione e il possesso delle armi da fuoco da parte di cacciatori e tiratori sportivi.
L'Intergruppo è favorevole alle misure proposte al fine di aumentare la tracciabilità delle armi da fuoco e lo scambio internazionale di informazioni fra le diverse forze di polizia. Manifesta, invece, l’assoluta contrarietà nei confronti della messa al bando di alcuni tipi di carabine semiautomatiche, i test medici, l'età minima, il limite temporale alla validità della licenza e la vendita on line.
Commentando la risoluzione, l'onorevole Karl-Heinz Florenz, presidente dell'Intergruppo biodiversità, caccia e ruralità, ha affermato: "Le armi da fuoco registrate possedute da cacciatori e tiratori sportivi non sono mai state il problema. Il vero pericolo è il possesso di armi illegali, che deve essere urgentemente affrontato".
Filippo Segato, segretario generale della Face, commentando il lavoro svolto dalla presidente del comitato Imco, Vicky Ford, ha dichiarato: "Il lavoro dell'onorevole Ford merita di essere lodato per il suo approccio equilibrato e i contenuti tecnici. In tempi resi agitati e turbolenti dal terrorismo e dalla radicalizzazione, le armi da fuoco divengono un argomento politicamente sfruttabile. Limitazioni ingiustificate all'acquisizione e alla detenzione delle armi da fuoco equivalgono a una prima vittoria dei terroristi sugli stili di vita e i diritti di 12 milioni di cacciatori e tiratori sportivi europei, che costituiscono uno dei gruppi sociali più controllati e rispettosi delle leggi dell'Unione europea. La risoluzione adottata dai membri dell'Intergruppo individua chiaramente i punti deboli della proposta della Commissione europea e chiama tutti i membri del Parlamento europeo a fare in modo che vengano evitate restrizioni laddove non esiste alcuna giustificazione".
Nella risoluzione, gli europarlamentari sollecitano la Commissione europea a sostenere il principio di sussidiarietà in materie riguardanti l'età minima, la periodicità e i test medici e adottare solo minime regole di base e specifiche tecniche per la custodia delle armi e delle munizioni, lasciando agli Stati membri la facoltà di decidere in merito.
Come misura per impedire ai criminali di manomettere un'arma da fuoco convertita in modo inappropriato, l'Intergruppo raccomanda l'adozione di norme di conversione comuni, per garantire che le armi da fuoco automatiche vengano convertite in maniera irreversibile. Questa soluzione consentirebbe di affrontare il problema delle armi da fuoco automatiche convertite in modo improprio che entrano nel mercato dell'Unione europea e di eliminare alla fonte tutti i problemi legati alla conversione illegale di armi a salve o disattivate.
 
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