a provinci di Foggia, insieme a tutta la Puglia, è sempre stata un'ambita meta per la migratoria: allodole, tordi, quaglie, e perchè no, anche beccacce e colombacci. Io personalmente, avendo solo 19 anni, non dispongo di molti aneddoti riguardo la caccia, data la mia ancora scarsa esperienza, ma ricordo con gioia la mia prima quaglia, cattura d'altronde inaspettata. Non proveniendo da una famiglia di grande tradizione venatoria, conobbi un amico di papà, cordiale, simpatico, che da subito si affezionò a me; insieme infatti, prima dell' inizio della stagione, andammo a San Marino per acquistare tutto il necessario prima dell'apertura della caccia. Voci di corridoio informavano che data la tarda apertura, di quaglie ce n'erano ben poche e le tortore selvatiche, presenti sul Gargano per la maggiore, erano quasi tutte sparite a causa dei primi maltempi proto-autunnali. Dunque, armato di tutto punto, col mio "nuovo" benelli raffaello e le mie cartucce, mi incamminai con questo amico per iniziare ad affacciarmi su questo mondo del quale, ad oggi, sono innamorato più che mai. Durante le prime giornate non trovammo stoppie favorevoli ed il cane, godendosi la sua ben meritata libertà, non individuò nulla di rilevante a parte qualche interessante pista ma nulla di più. I giorni passarono ed agli inizi di Ottobre circa, decisi di andare in campagna da un mio amico per tirare qualche schiopettata, diciamo per prendere confidenza con l'arma. Lasciai la macchina (wolkswagen polo verde petrolio, anno 98, il mio gioiellino tutto-fare) all'ombra di un vigneto e, a piedi e senza ausiliare, giungemmo vicino alla cancellata della sua campagna, chiacchierando del più e del meno, per gustarsi appieno tutta l'atmosfera che rende la caccia una meravigliosa esperienza. Giungemmo dunque vicino della stoppia che costeggiava il muro della masseria e io distratto, sobbalzai perchè il mio amico rompendo il silenzio, disse "Ale, guarda lì!": un volatile non identificato mi frullò davanti, raso terra, e io preso dall' emozione tirai un paio di colpi e il volatile cadde perchè preso in piena rosata! Analizzandolo bene, credetti fosse una quaglia, ma infondo la mia inesperienza totale mi portava solo a supposizioni.. inoltre i terreni lì non erano più tanto appetibili inquanto nudi e privi delle tanto amate stoppie, giaciglio prediletto della quaglia. Chiesi ad un anziano cacciatore la conferma, e lui rimase al quanto sbigottito perchè noi lui era col cane (ed a carniere 0) mentre noi erevamo soddisfattissimi: ci sentivamo ricchi insomma, non tanto per la singola quaglia, ma piuttosto per la fortuna e per l'emozione del mio primo abbattimento! Mi auguro solo di poter continuare a provare queste emozioni, questo affollarsi di sensazioni, che solo l' "ARS VENATORIA" può regalare.
Autore del racconto: Alessandro Rinaldi
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