Appartiene all’ordine Charadriiformes, famiglia Scolopacidae, uccelli generalmente legati ad habitat acquatici o di vegetazione riparia. Si tratta di una specie di taglia media: il corpo è lungo circa 35 cm, con un’apertura alare di circa 60 cm; si distingue dal Beccaccino, specie consimile, per le maggiori dimensioni, la forma più compatta, lo spessore maggiore del becco, la forma arrotondata delle ali e le barrature nere molto nette sul retro del capo e sul collo. Presenta una marcata stria oculare nera. Il becco è molto lungo e sottile, chiaro alla base, sfumato verso il nero all’apice; le zampe sono di colore giallo-grigiastro. Come molte specie che vivono nel folto della vegetazione, ha una colorazione fortemente mimetica, simile alle foglie secche del bosco: marrone finemente striata, tendente al bruno rossiccio sul dorso. Si alza in volo (molto breve, rapido e “rullato”) producendo un rumore caratteristico, ma senza alcuna vocalizzazione; in volo ha una forma tozza, data dalla coda corta e dal becco rivolto verso il basso. Per la loro posizione e le loro caratteristiche fisiologiche, gli occhi della Beccaccia consentono alla specie di avere un campo visivo di quasi 360 gradi; possiede inoltre una visibilità notturna efficace quanto quella diurna, determinante per le sue abitudini alimentari.

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ABITUDINI

Di carattere poco socievole, conduce vita solitaria. assumendo un comportamento indipendente anche se nelle vicinanze sono presenti altri esemplari. Possiede un volo assai vario, a volte lento e a volte veloce, in genere non molto alto; quando si alza in volo può essere silenziosa oppure far udire il caratteristico rumore delle ali simile al fruscio della carta. Terragnola può muoversi ad andatura veloce e di rado si posa sugli alberi. E’ dotata di udito e vista acuti. Ha abitudini crepuscolari e notturne e trascorre le ore diurne nei luoghi di rimessa in un sonno leggerissimo interrotto di frequente.



ALIMENTAZIONE

La sua dieta comprende larve, insetti e vermi che cattura tra le foglie smosse con il lungo becco. Talvolta fruga anche tra lo sterco dei bovini

RIPRODUZIONE

La beccaccia nel periodo degli amori è in preda ad una grande agitazione, e compie lunghi giri sul terreno. L’incontro di due maschi da vita a battaglie aeree accompagnate dall’emissione di fischi.

Di solito nidifica nei boschi silenziosi e solitari, specialmente nelle radure cosparse di cespugli isolati, scavando nel terreno una piccola conca che riveste con pochi steli secchi e di muschio. La femmina vi depone solitamente 4 uova, grosse, lisce ed opache, che cova con assiduità per circa diciassette giorni non allontanandosi mai dal nido. Il maschio comincia a collaborare solamente dal momento della schiusa.

HABITAT E AREA DI DISTRIBUZIONE

È attiva principalmente al crepuscolo e di notte ed è l’unica specie tra tutti gli Scolopacidi che vive ritirata nelle macchie boschive, soprattutto nella fascia compresa tra i primi rilievi collinari e le quote medie (tra i 300 e i 1300 m s.l.m.). Nidifica soprattutto in boschi misti o di latifoglie, con un buon grado di diversità vegetazionale; il nido è posto a terra ed è costruito con materiale apportato, seppure in piccola quantità. Si nutre di piccoli animali del suolo, specialmente lombrichi e insetti. Durante la stagione invernale è però meno esigente: la si incontra infatti anche nei boschi riparali e di latifoglie di altro tipo e ricerca il cibo persino negli ambienti agricoli marginali. L’areale riproduttivo si concentra nell’ampia zona forestale centrale dell’Eurasia; la specie è presente in modo discontinuo anche nelle regioni mediterranee e assente dall’estremità della Penisola scandinava. I contingenti nidificanti alle latitudini minori sono migratrici a media distanza (verso le coste atlantiche dei Paesi europei o il bacino del Mediterraneo), mentre al sud tendono ad essere sedentari, seppure in diverso grado. In Italia è migratrice regolare, svernante e nidificante. La localizzazione delle popolazioni nidificanti è poco conosciuta a causa delle abitudini elusive della specie e dell’irregolarità con cui occupa i siti; sembrano limitarsi alle regioni centro-settentrionali, soprattutto sulle catene alpine e appenniniche, fino all’altezza dell’Emilia Romagna.

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CACCIA & CARTUCCE

La caccia alla beccaccia è consentita in Italia. Generalmente viene cacciata con cani da cerca o ferma utilizzando cartucce caricate con pallini dei numeri 8 e 7. Visto l’ambiente in cui si caccia la beccaccia, è spesso consigliato utilizzare canne corte per facilitare il puntamento e cartucce dispersanti oppure con feltro.