Ciao a tutti. Secondo me con questa storia della coscienza non cosciente, pensiero si, pensiero no ... si sta solo facendo tanta confusione senza capire bene dove si dovrebbe approdare.
Ammesso e non concesso che quello che è valido per uno possa essere valido per tutti - è già qui ho più di un dubbio - entrare nel mondo dell'irrazionale mi sembra impresa assai ardua.
Se all'atto del tiro ci sono le condizioni per pensare consapevolmente all'azione che si sta svolgendo - esempio piattello che ci viene contro: ho visto il bersaglio, imbraccio, lo incanno, lo seguo, lo aspetto in quel punto che è il migliore, si proprio lì, ecco ora lo sparo... abbiamo effettivamente il tempo per ragionare e decidere.
Se ci troviamo a sparare il piattello di fossa più angolato, - basso e insidioso - che vuoi pensare? in una frazione di secondo lo vedi, lo segui, vai avanti e spari: l'azione è stata istintiva. Il cervello - memore dell'esperienza acquisita -comanderà tutta l'azione al corpo senza che ci sia il tempo per agire con una consapevolezza razionale come nell'altro caso.
Nella prima azione, - quella dov'è c'è più tempo per pensare e decidere - la differenza fra sparare con un occhio chiuso o con tutti e due aperti provocherà risultati pressoché sovrapponibili.
Nella seconda azione - dove la rapidità del tiro lascia poco spazio ai pensieri - sparare con entrambi gli occhi aperti favorirà un tiro più rapido e preciso - e le probabilità di successo aumenteranno notevolmente.
Per la MIA esperienza i miglioramenti nell'arte del tiro si ottengono partendo dai piattelli lenti, dove si ha un minimo di tempo per riflettere, capire e migliorare.
Una volta che i cambiamenti sono acquisiti, il cervello provvederà ad applicarli spontaneamente anche ai tiri più veloci.
Detto così sembrerebbe tutto semplice, rapido e scontato.
Nella realtà il risultato del tiro è influenzato in modo determinante anche dai limiti emotivi, fisici e caratteriali - nonché dal talento naturale - che ognuno di noi in maniera diversa possiede.
Poi, analizzare cosa "passi per la testa" di un tiratore in quei pochi attimi che precedono il tiro può essere un argomento interessante, - malgrado, personalmente, ritenga assai arduo fare una analisi accurata sui pensieri a posteriori.
Presi come siamo dall'azione di tiro - dal momento che la nostra attenzione è focalizzata altrove - non abbiamo certo la capacità di analizzare "cosa fa la mente".
Dunque se non siamo in grado di percepire il pensiero nel momento in cui agisce - non si capisce come potremmo analizzarlo in seguito - quando saremo costretti a basarci sui ricordi di informazioni che, di fatto... non abbiamo memorizzato.
un saluto
Maurizio