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Voi come puntate il bersaglio con occhio chiuso o entrambi aperti ?

France' io tiravo con gli occhi aperti poi chissà per quale causa un giorno mi è sopraggiunto un tic e ora chiudo il sinistro tipo lampeggiante (freccia) dell'automobile.Che dire? sono uno dei pochi che sparano con mezzo occhio:( ma ancora mi difendo...so le stranezze della vita.
Ciao.

Insomma.....prima de sparà....... je fai l'occhiolino !!
Ammicchi !!
 
Ale, ogni azione è pensata, non ricordo chi ha scritto, che non è scusabile chi dice "scusa l'ho fatto istintivamente senza pensare" Ricordo però chi mi disse: "i risultati in qualsiasi specialità di tiro si possono raggiungere anche nel modo sbagliato, ci si impiega più tempo, e non tutti quelli che riescono a raggiungere questi risultati riescono a mantenerli costantemente.

Ogni azione di tiro e' pensata finché si e' neofiti, poi ti assicuro che con la pratica (tanta), si spara senza metterci coscienza, a prescindere se la traiettoria del bersaglio sia nota o meno. Se vuoi padellare ragiona preventivamente sul da farsi e vedrai cosa succede.
Non mi trovo daccordo neanche con quella persona che ti disse che i risultati possono essere raggiunti anche nel modo sbagliato.
Per mantenere i buoni risultati costantemente nel tempo, bisogna curare attentamente il gesto tecnico e tutti quei piccoli particolari che fanno parte del tiro stesso, e solo dopo averli ripetuti milioni di volte, e' possibile memorizzarli e sparare in tutte le situazioni con azione automatica ,cioe' priva di coscienza.
​​​​​​
 
No. Franky, Mauanto61 direbbe che i comuni mortali mirano con l'occhio chiuso, i più fortunati mirano con entrambi gli occhi aperti, i padellari appartengono a tutti gli schieramenti.
 
Ciao a tutti. È innegabile che sparare con entrambi gli occhi aperti dona un vantaggio evidente nell'azione di sparo. A parità di condizioni fisiche - rispetto a chi chiude un occhio - chi spara con gli occhi aperti ha a disposizione un maggior campo visivo, una più nitida percezione del bersaglio e della distanza è una più rapida esecuzione dei colpi successivi.
Infati la stragrande maggioranza dei tiratori più forti del mondo spara con entrambi gli occhi aperti.

Io purtroppo sono partito dalla situazione peggiore: ho imparato a sparare con l'occhio sx chiuso ed ho l'occhio dominante sx pur essendo destro.

Dopo anni di prove al tav, tante delusioni ma anche tanta voglia di farcela - insistendo nel concentrarmi a guardare con l'occhio destro - ho abituato piano piano il mio cervello a considerare questo occhio come dominante.

Confermo che il mio occhio dominante è sempre il sx, tuttavia con entrambi gli occhi aperti oggi riesco ad ottenere risultati soddisfacenti tanto al tav che a caccia.

I tiri più difficili con gli occhi aperti c'è l'ho sui piattelli o sui selvatici lenti - dove per il maggior tempo a disposizione, la vista indugia troppo sul bersaglio - con la conseguenza che mi si sdoppia l'immagine. A quel punto se non chiudo l'occhio... addio.

Sui piattelli e sui selvatici veloci tipo i tordi allo spollo, dove l'azione mi costringe ad essere veloce, - imbraccio aggredisco il target e sparo, - ottenendo una soddisfacente percentuale di centri, ma soprattutto doppiando il secondo colpo con una velocità - che quando sparavo con l'occhio chiuso - non avevo nemmeno a 20 anni.

Oggi, malgrado gli anni verdi siano solo un ricordo - tutto sommato mi contento, - e pur avendo il braccio sinistro con un handicap motorio piuttosto importante - con un po di esperienza e tanta fortuna - con mia grande soddisfazione qualche bel tiro ancora mi riesce.

un saluto

Maurizio
 
Ogni azione di tiro e' pensata finché si e' neofiti, poi ti assicuro che con la pratica (tanta), si spara senza metterci coscienza,
Sicuramente l'apprendimento di una tecnica va pensata, per poterla coordinare ed eseguirla nel modo giusto. Se hai letto quello che ho scritto in questa discussione o nelle altre, ho detto che la quasi perfezione dei movimento si raggiunge tramite le ripetizioni e un costante allenamento. Ho detto quasi perché la perfezione non fa parte di questo mondo. Intanto spiegami cos'è la coscienza e dopo se vuoi ti dico cosa si intende per "senso del muscolo". Che in qualsiasi specialità di tiro deve essere studiato attentamente. Il tiro è filosofia, chi dice che quando spara non pensa, in quel momento sta pensando a non pensare. Centro, lascia stare la "coscienza", come sinonimo mettici "discernimento" rimaniamo con i piedi per terra. Se ricordo bene abbiamo già parlato di cacciatori che hanno raggiunto il risultato imbracciando il fucile in modo molto ma molto personale. Sfido chiunque a non pensare (quando vede queste persone imbracciare e buttare giù la selvaggina) "come caxxo fa a tirare cosi se non sa neanche imbracciare". Mi fermo, perché (giustamente) mi hanno fatto notare che confondo con il troppo quotare, chi ha intenzione di unirsi alla discussione.
 
Te stai combinato come me. Io per una doppia frattura omero e clavicola dell'arto sinistro ho una elongazione inferiore di 4 cm rispetto al braccio destro. La difficoltà maggiore la riscontro nel "tiro del re" che però anticipo prima che sia proprio sulla verticale e in tal modo mi difendo bene.
 
Sicuramente l'apprendimento di una tecnica va pensata, per poterla coordinare ed eseguirla nel modo giusto. Se hai letto quello che ho scritto in questa discussione o nelle altre, ho detto che la quasi perfezione dei movimento si raggiunge tramite le ripetizioni e un costante allenamento. Ho detto quasi perché la perfezione non fa parte di questo mondo. Intanto spiegami cos'è la coscienza e dopo se vuoi ti dico cosa si intende per "senso del muscolo". Che in qualsiasi specialità di tiro deve essere studiato attentamente. Il tiro è filosofia, chi dice che quando spara non pensa, in quel momento sta pensando a non pensare. Centro, lascia stare la "coscienza", come sinonimo mettici "discernimento" rimaniamo con i piedi per terra. Se ricordo bene abbiamo già parlato di cacciatori che hanno raggiunto il risultato imbracciando il fucile in modo molto ma molto personale. Sfido chiunque a non pensare (quando vede queste persone imbracciare e buttare giù la selvaggina) "come caxxo fa a tirare cosi se non sa neanche imbracciare". Mi fermo, perché (giustamente) mi hanno fatto notare che confondo con il troppo quotare, chi ha intenzione di unirsi alla discussione.
Quando dico che per sparare non bisogna metterci coscienza, intendo dire che la mente deve trovare un particolare "stato di grazia" che sia in grado di lasciar scivolare via i pensieri (di qualsiasi tipo), senza alcun tentavo di controllarli.Ragionare preventivamente sull'azione da fare rappresenta di fatto un pensiero, e va evitato, ma puo essere evitato solo dopo aver sparato moltissimi colpi.
Io sono del parere che senza questo stato mentale, non sia possibile colpire molti bersagli consecutivi, percio chi sostiene che si possono ottenere buoni risultati anche in modi diversi, dimentica che un cosa e' colpire qualche bersaglio, altra cosa e' colpirne tanti consecutivi.
 
Esatto amico mio, ho esattamente i tuoi stessi limiti.
Nel tiro del re, sono costretto a lasciare il fucile e a sparare con la sola mano destra.
 
Adesso ho intuito cosa volevi dire: "con la pratica (tanta), si spara senza metterci coscienza" Centro, siamo entrati in un percorso minato, anche perché siamo fuori argomento. Quindi seconde te, sparare senza coscienza vuol dire che la coscienza deve diventare incoscienza, nel senso di inconscio? Potrebbe essere anche fattibile mettere d'accordo il conscio con l'inconscio, non è cosa facile e non è da tutti, anche sparando migliaia di colpi all'anno, è difficile andare oltre la tecnica, perché l'inconscio non ti fa pensare neanche alla tecnica appresa. La tecnica appresa diventa inappresa. In poche parole per concretizzare questa tua teoria devi andare oltre la tecnica. Di quale tecnica stiamo parlando? ognuno ha la sua, anche se per me e per te è ritenuta sbagliata, rimane comunque una tecnica e i risultati si possono raggiungere anche nel modo sbagliato, sono i fatti a dirlo. Qualche volta avrò sicuramente scritto che l'ultima cosa di cui preoccuparsi è il bersaglio, qualsiasi tipo di bersaglio. Ho anche scritto che il tiratore deve fare centro su se stesso, questo perché ad un certo livello (non è il mio) il tiratore e il bersaglio non sono due cose separate messe una difronte all'altra, diventano una cosa sola, se sono diventate una sola cosa diventa lui il bersaglio quindi deve fare centro su se stesso. Per ottenere una condizione del genere il tiratore deve essere staccato da se stesso. Parliamo di come fa il cacciatore ad inforcare a luce spenta le ciabatte davanti al letto quando si alza la mattina. Rimaniamo con i piedi per terra nella ciabatte. Già bisogna discute sull'istinto non istinto di chiudere l'occhio, adesso se entriamo nel campo dell'intuizione, ci bannano.
 
Quando dico che per sparare non bisogna metterci coscienza, intendo dire che la mente deve trovare un particolare "stato di grazia" che sia in grado di lasciar scivolare via i pensieri (di qualsiasi tipo), senza alcun tentavo di controllarli.
questo è ciò che intendevo quando parlavo di "far prevalere l'istinto". Quello che io chiamavo "l'istinto" è, analogamente, lo "stato di grazia" di cui si parla qui.
 
questo è ciò che intendevo quando parlavo di "far prevalere l'istinto". Quello che io chiamavo "l'istinto" è, analogamente, lo "stato di grazia" di cui si parla qui.

Ale, per fare quello che ho scritto interpretando "si spara senza metterci coscienza" scritto da Centro67 bisogna essere Santi, bisogna andare molto, ma molto oltre la normalità. Noi non ricordiamo se tiriamo con un occhio o due occhi perché in quel momento stiamo pensando a qualcosa di più importante. Quando tu spari per istinto e pensi di non pensare stai pensando, quando imbracci per istino è rinunci al tiro perché hai visto una persona, hai pensato. Certo che non facciamo ragionamenti complessi, ma pensiamo.
 
Ciao a tutti. Secondo me con questa storia della coscienza non cosciente, pensiero si, pensiero no ... si sta solo facendo tanta confusione senza capire bene dove si dovrebbe approdare.

Ammesso e non concesso che quello che è valido per uno possa essere valido per tutti - è già qui ho più di un dubbio - entrare nel mondo dell'irrazionale mi sembra impresa assai ardua.

Se all'atto del tiro ci sono le condizioni per pensare consapevolmente all'azione che si sta svolgendo - esempio piattello che ci viene contro: ho visto il bersaglio, imbraccio, lo incanno, lo seguo, lo aspetto in quel punto che è il migliore, si proprio lì, ecco ora lo sparo... abbiamo effettivamente il tempo per ragionare e decidere.

Se ci troviamo a sparare il piattello di fossa più angolato, - basso e insidioso - che vuoi pensare? in una frazione di secondo lo vedi, lo segui, vai avanti e spari: l'azione è stata istintiva. Il cervello - memore dell'esperienza acquisita -comanderà tutta l'azione al corpo senza che ci sia il tempo per agire con una consapevolezza razionale come nell'altro caso.

Nella prima azione, - quella dov'è c'è più tempo per pensare e decidere - la differenza fra sparare con un occhio chiuso o con tutti e due aperti provocherà risultati pressoché sovrapponibili.

Nella seconda azione - dove la rapidità del tiro lascia poco spazio ai pensieri - sparare con entrambi gli occhi aperti favorirà un tiro più rapido e preciso - e le probabilità di successo aumenteranno notevolmente.

Per la MIA esperienza i miglioramenti nell'arte del tiro si ottengono partendo dai piattelli lenti, dove si ha un minimo di tempo per riflettere, capire e migliorare.
Una volta che i cambiamenti sono acquisiti, il cervello provvederà ad applicarli spontaneamente anche ai tiri più veloci.
Detto così sembrerebbe tutto semplice, rapido e scontato.
Nella realtà il risultato del tiro è influenzato in modo determinante anche dai limiti emotivi, fisici e caratteriali - nonché dal talento naturale - che ognuno di noi in maniera diversa possiede.

Poi, analizzare cosa "passi per la testa" di un tiratore in quei pochi attimi che precedono il tiro può essere un argomento interessante, - malgrado, personalmente, ritenga assai arduo fare una analisi accurata sui pensieri a posteriori.
Presi come siamo dall'azione di tiro - dal momento che la nostra attenzione è focalizzata altrove - non abbiamo certo la capacità di analizzare "cosa fa la mente".
Dunque se non siamo in grado di percepire il pensiero nel momento in cui agisce - non si capisce come potremmo analizzarlo in seguito - quando saremo costretti a basarci sui ricordi di informazioni che, di fatto... non abbiamo memorizzato.

un saluto

Maurizio
 
Ammesso e non concesso che quello che è valido per uno possa essere valido per tutti - è già qui ho più di un dubbio - entrare nel mondo dell'irrazionale mi sembra impresa assai ardua.
Hai ragione, per questo motivo ho consigliato di rimanere con i piedi per terra. Fino ad un certo punto quello che è valido per uno è valido per tutti o quasi tutti. Fino a prova contraria tutti siamo capaci di centrare la bocca al buio con un cucchiaio pieno di minestra. Questo è un'esempio che ha attinenza con il tiro di qualsiasi specialità.
 
Avete mai provato la sensazione di non essere stati voi a premere il grilletto?
Questo ad es e' un atto guidato dalla mente non cosciente.......
Stessa cosa l'anticipo di tiro, perché dopo aver colpito un bersaglio non siamo in grado di spiegare quanto abbiamo anticipato ?
E allora come dicevo, il tempo nel tiro, e l'anticipo sono due elementi ben presenti nella mente cosciente del tiratore neofita perché gli sono stati spiegati, poi pero quando passera' alle fasi successive in cui avra acquisito piena padronanza della fucilata, iniziera a sparare con la mente non cosciente, e cioe' con automatismo. Ebbene questa e' la condizione giusta per sparare bene, che si manifesta anche nei tiri non mnemonici, ma bisogna farla maturare sparando tanto, affinché i movimenti si fissino stabilmente nell'inconscio.
 
evidentemente non ho reso bene l'idea... Non intendo di entrare quasi in uno stato di "trance" come stai descrivendo, assolutamente, ma l'istinto, quello secondo me gioca un ruolo fondamentale nella valutazione della traettoria, nella mira e nello sparo... Capisci che è materialmente IMPOSSIBILE che un vagantista che spara a certe saette in 3/10 di secondo... c'è qualcosa di più del pensiero razionale... altrimenti non sarebbe normale
 
Forse piu' che istinto e' un'azione che da noi si chiama "muscle memory," cioe' la memoria dei muscoli. Dopo tanta pratica (fatta bene) il corpo prende il sopravvento. Occhi, braccia, dito indice, torso vanno in azione autonoma, indipendente dalla mente conscia, e il colpo parte e va a segno. Spesso, al piattello (trap americano, un solo colpo) e a beccaccini, neanche mi rendevo conto di aver sparato. Il coccio si spaccava e l'uccello si accartocciava. Anticipo? Boh! Mi ricordo in particolare un beccaccino schizzato dall'erba a 40 metri da me. Mi ricordo la sua maledetta traettoria: un lampo che andava da destra a sinistra descrivendo un arco inclinato verso terra per mettere un cespuglio fra lui e me. E poi improvvisamente si accartoccio' e venne giu'. Era esattamente il tiro piu' difficile al TAV di Kodiak. specialmente se stavi alla postazione di sinistra. Il piattello partiva basso, verso sinistra, e tu avevi si' e no due secondi per colpirlo prima che sparisse dietro un grosso abete. Quel piattello era stato la mia nemesi. Quante volte l'avevo padellato! Poi piano piano cominciai a romperlo, sempre piu' costantemente. E soltanto se smettevo di pensare ma lasciavo l mio corpo fare tutto. E alla fine quel tiro veloce da destra a sinistra e discendente divenne possibilissimo. Ed il beccaccino aveva fatto la stessa cosa, e la mia muscle memory aveva preso il sopravvento. L'istinto e' una cosa innata. La muscle memory e' una cosa imparata. Ma se la mente si impiccia di cio' da cui dovrebbe esimersi, allora si padella. Per la cronaca, io sparo con ambedue gli occhi aperti a meno che non spari a fermo.
A proposito, questo tiro "automatico," fatto dal corpo e non dalla mente, mi capita spesso anche a caccia ai cervi, col rigato e l'ottica. La maggioranza dei cervi abbattuti li ho visti crollare prima che mi rendessi conto di aver premuto il grilletto. Neanche sento lo sparo o avverto il rinculo, che con un .338 Winchester Magnum e' abbastanza forte. Ma la palla ha colpito esattamente o quasi ogni volta nel punto voluto.
 
Cosi, come ha spiegato Giovanni riusciamo a capire meglio, altrimenti dobbiamo studiare per capire che cos'è la "saggezza trascendentale" Nel tiro non si possono fare lunghe considerazioni, non abbiamo tempo di riflettere, altrimenti la famosa inconsapevolezza (che inconsapevolezza non è) di tirare il grilletto va perduta, per che si incomincia a ragionare. "azione no pensiero" é una fase fatta che in alcuni ambienti viene utilizzata spesso. Come fatta è la frase "le cose migliori si fanno quando non si pensa" Senza pensare non si fa niente. Quindi per adesso è più conveniente lasciare il tiro a piattello nella sua posizione sportiva in cui si trova. Se iniziamo dall'allenamento muscolare i risultati man mano vanno migliorando. Oltre all'allenamento, muscolare si deve lavorare sul coordinamento muscolare, questo è importante per qualsiasi specialità di tiro. Appena ho un poco di tempo, cercherò di parlare del coordinamento muscolare, che è quello che porta il tiratore a raggiungere il bersaglio con poco sforzo e senza interessarsi eccessivamente al bersaglio.
 
Oserei dire che anche il sesso viene meglio quando lo si fa in maniera spontanea, senza pensarci, senza ossessionarsi con la performance, senza intellettualizzarlo., ma lasciando fare al corpo quello che il corpo sa fare da centinaia di migliaia di generazioni. Se uno ci pensa, si arrovella a farlo meglio, ad applicare tecniche apprese da qualche rivista o da Internet, invece di sesso diventa masturbazione con un(a) partner, cervellotica, fredda, senza passione e spesso di infima qualita'. Immagina il Furio di Carlo Verdone a letto con la moglie, o in pedana al TAV, o ad anatre... Sai che frana!?
 

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