Setterman, la mia "competenza" e' stata in gran parte creata dalle tonnellate di riviste di settore (ma solo quelle serie, come quelle della NRA) che ho letto e continuo a leggere. Ho, e' vero, parecchia esperienza personale con decine di carabine di calibri e marche diverse, ma l'esperienza personale conta poco, a meno che uno non sia molto piu' di un appassionato, cioe' uno che lavori nell'industria armiera ed abbia a diisposizione strumenti che costano quanto una Ferrari. Detto cio', c'e' un'altro fattore attinente alla precisione che avrei dovuto menzionare: il connubio fra cartuccia ed arma. Uso sempre questo esempio (tratto da esperienza personale): dopo aver acquistato una Browning in .22 Hornet, mi resi conto che a 50 metri con le cartucce commerciali le rosate sembravano quelle di un cal. 12 caricato a ocarole. Insomma, una carabina "inutile" con la quale sarebbe stato impossibile colpire un coniglio a 100 metri se non per caso. Dopo l'incazzatura iniziale mi calmai, e a casa, esaminando attentamente questa carabina mi resi conto che la leade (la parte della canna fra la camera di scoppio e l'inizio della rigatura) era molto lunga. Cio' significava che la palla delle cartucce commerciali doveva fare un salto non indifferente prima di infilarsi nella rigatura, influenzando negativamente la coassialita' fra palla e anima della canna. Le palle percio' assumevano assetti diversi l'uno dall'altro quando ingaggiavano la rigatura. Provai a ricaricare i bossoli con la palla sporgente molto di piu' dal colletto, a sfiorare l'inizio della rigatura. Con tali cartucce a 50 metri dieci palle facevano un buco solo, e a 100 una rosata di 3 cm al massimo. Un altro esempio: un mio amico aveva un Remington M. 788 in .243. Me lo offri' per 100 dollari perche' sebbene il primo colpo atterrasse nel punto mirato, o quasi, i colpi successivi "emigravano" in linea retta verso destra cosi' tanto che il quarto o quinto colpo mancava del tutto il nero del bersaglio. Sapendo (da articoli letti) che il 788 era un fucile precisissimo, lo comprai immediatamente. Lo smontai, gli feci il "bedding" con epoxy e lana di vetro dopo aver "scavato" la parte anteriore del calcio in modo che la canna non lo toccasse in nessun punto, e quando lo portai al poligono qualche giorno dopo lo sparai fino a quando la canna divento' scottante e le rosate erano eccezionali. Pensa che una volta ci vinsi una gara di benchrest per armi da caccia. Ci sono pero' fucili individuali che non importa che cosa tu faccia loro brocchi sono nati e brocchi rimangono. Comm' 'o mellone. Puo' usci' russo, e puo' usci' ianc'. Ma con i fucili di oggi di buona marca in genere vai tranquillo. Io poi, sebbene non ne abbia mai comprato uno, leggo ovunque che i nuovi fucili della Savage sono eccellenti. E non costano neanche tanto. Un appunto: canne lunghe e sottili non si prestano troppo alla super-precisione. Pero' poi in fondo una carabina da caccia che faccia rosate di due pollici a 100 yarde non vincera' gare di tiro e non sara' adatta per il cecchinaggio, ma sara' piu' che adeguata per la caccia se non si spara oltre i 300 metri a bersagli piccoli come un capriolo. Un due pollici a 100 yarde divengono quattro a 200 e otto a 300. Aggiungi errore umano e magari un po' di vento trasversale, e il capriolo potrebbe essere o mancato del tutto o ferito e perduto. Per la caccia ad animali piu' grossi, tipo cervo, cinghiale o daino, quella mancanza di precisione estrema diviene meno importante. L'altro ieri ho verificato lo zero del mio fucile tuttofare (un vecchio Ruger M77 acquistato nel 1984) cal. .338 WM. Rosata di un pollice a 100 yarde. Eppure appena comprato faceva schifo. Il buco nel calcio nel quale si infilava una delle viti che connettono calcio e metallo era troppo stretto e non bene allineato, e la parte posteriore della vite premeva sul legno, facendo come da perno, e prevenendo un costante posizionamento del castello/canna nel calcio. Quattro colpi di lima a coda di topo nel buco del calcio fu tutto cio' che bastava a eliminare le rosate troppo grandi nel senso orizzontale.
Che cosa devi chiedere all'armiere? Certe marche di fucile (se non vado errato la Weatherby e' una di quelle) includono nella scatola un foglio con una rosata di prova. Se il fucile che vuoi comprare ha tale "certificato" sei a posto se la rosata e' non piu' di un pollice e mezzo. Poi oggi come oggi se compri una Savage sei sicuro che la precisione sara' piu' che adeguata, grazie anche al grilletto "Accu-trigger" di tali carabine, che riduce di molto l'errore umano. Ma ricordati che ogni fucile e' un caso a se' stante e mostrera' una preferenza per un tipo di cartuccia, peso e forma di palla, ecc., andando a gonfie vele con una tipologia e a volte non performando troppo bene con un'altra. Leggi riviste specializzate, specialmente quelle della NRA (le trovi online: American Rifleman e American Hunter), e guarda le tabelle di prova dei fucili che esaminano. Se ne vedi una marca/modello che di media, con diverse marche e diversi tipi di cartucce, da' sempre rosate accettabili, hai un'ottima probabilita' di comprare una buona arma. Ma chiedere all'armiere se il fucile che ti sta cercando di vendere e' preciso e' come il tradizionale "Oste, e' bono 'sto vino?" Che vuoi che ti dica? "Fa schifo"?