[h=1]Dalla padella nella brace?[/h]


[h=2]Lo scorso 2 marzo, il Comitato per le libertá civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo ha inviato al comitato per il mercato interno e la protezione del consumatore un rapporto con alcune proposte di emendamento per la proposta di direttiva “disarmista”. Dalla lettura del documento sembra che si voglia passare dalla padella alla brace, introducendo limiti che non erano previsti nel testo originario, decisamente assurdi[/h]





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Lo scorso 2 marzo, il Comitato per le libertá civili, la giustizia e gli affari interni del Parlamento europeo ha inviato al comitato per il mercato interno e la protezione del consumatore un rapporto con alcune proposte di emendamento per la proposta di direttiva “disarmista”.
Dalla lettura del documento sembra che si voglia passare dalla padella alla brace, introducendo limiti che non erano previsti nel testo originario, limiti decisamente assurdi. Gli unici aspetti positivi consistono nel riconoscimento dell´impraticabilitá del bando per le B7 e la salvaguardia delle armi da guerra disattivate. Ecco i punti salienti, per la lettura del testo integrale (in inglese) cliccate sull´allegato:

  • Si chiede di inserire anche i caricatori nel novero delle parti fondamentali d´arma, prevedendo l´obbligo di denuncia per tutti quelli di capacitá superiore a 10 colpi;
  • Si ribadisce la volontá di mettere al bando le armi demilitarizzate e le armi da guerra in mano ai privati; solo i musei potranno conservare le armi da guerra, anche non disattivate, purché forniscano idonee garanzie sulla custodia e purché tali armi siano state acquisite prima dell´entrata in vigore della direttiva.
  • Si chiede, invece, alla Commissione europea di riconsiderare la messa al bando delle armi semiautomatiche “somiglianti” alle armi automatiche, riconoscendo che il criterio di semplice somiglianza non sia né comprensibile, né praticabile.
  • Introdurre l´obbligo di stipula di una polizza assicurativa per i possessori di armi, che copra le lesioni personali e i danni alla proprietá. Si pretende che la polizza sia legata all´arma e non al proprietario, in modo da coprire il danno anche se lo sparatore non sia il legale proprietario.
  • Si vuole introdurre l´obbligo per gli Stati membri di distruggere sempre e comunque le scorte esistenti di armi non piú in servizio.
  • Si vuole introdurre l´obbligo di denuncia per le armi disattivate (da guerra e comuni).
Ovviamente, si tratta di una semplice (anche se delirante) PROPOSTA che va a sommarsi nel calderone delle richieste di correzione ed emendamento finora avanzate alla proposta di revisione della direttiva europea. Non é assolutamente detto che venga in alcun modo approvata e, anzi, é molto probabile che non venga condivisa dal Comitato per il mercato interno e la protezione del consumatore, la cui referente, Vicky Ford, ha anzi espresso posizioni di buon senso.
 

axel69

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[h=1]Il Genval si esprime sulla direttiva "disarmista"[/h]






[h=2]Il Genval (gruppo di lavoro e valutazione sulle questioni generali) del consiglio dell´Unione europea si e´ pronunciato sulla bozza di direttiva europea “disarmista”, elaborando un documento nel quale dovrebbero essere state prese in considerazione le obiezioni finora sollevate[/h]


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Il Genval (gruppo di lavoro e valutazione sulle questioni generali) del consiglio dell´Unione europea si é pronunciato sulla bozza di direttiva europea “disarmista”, elaborando un documento nel quale dovrebbero essere state prese in considerazione le obiezioni finora sollevate. Per quanto riguarda in particolare la spinosa questione delle armi B7 (semiautomatiche che “somigliano” alle automatiche), il Genval esce, per cosí dire, allo scoperto dichiarando che il problema non é solo il fatto che tali armi semiautomatiche potrebbero (in particolare le demilitarizzate) essere trasformate in automatiche, ma anche che “certe armi semiautomatiche potrebbero essere molto pericolose quando la loro capacitá di fuoco, relativa al numero di colpi, é elevata”.
Per questo motivo, il Genval propone agli Stati membri una scelta: proibire le “piú pericolose” tra le B7 (quali?), definendo peró opportuni criteri tecnici di individuazione nella direttiva, oppure continuare a consentirne il possesso ai civili, ma sotto condizioni piú restrittive, da definire nella direttiva.
È possibile che tra le B7 considerate “piú pericolose” figurino proprio le demilitarizzate, o almeno le demilitarizzate secondo i criteri adottati da alcuni Paesi, molto piú “morbidi” rispetto a quelli italiani. Ma anche in tal caso, non si capisce quale necessitá ci sia di proibire queste armi, quando invece sarebbe molto piú semplice, economico e rispettoso dei diritti dei cittadini prevedere un regolamento europeo che stabilisca norme tecniche comuni sul procedimento di demilitarizzazione, prendendo a esempio le procedure italiane (le piú rigorose d´Europa). A questo punto, peró, é anche lecito aspettarsi un provvedimento "mirato" sulla capacitá dei caricatori che, come giá avviene in Italia, potrebbe (il condizionale é d´obbligo) prevedere deroghe per l´attivitá sportiva.
È opportuno anche ricordare che questo documento preparato dal Genval (che potete leggere in forma integrale, in inglese, cliccando sull´allegato) NON é in alcun modo definitivo, ma costituisce solo un ulteriore passaggio tecnico di una procedura che sará, comunque, ancora lunga. Quindi, é importante sottolineare che NULLA é stato finora deciso.
 
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