Io non sono un simpatizzante del cecchinaggio mascherato da caccia, e la mia umilissima opinione e' che sparare (con qualsiasi calibro) ad un Testadipezza armato con AK 47 e lanciagranate a 1500 metri e' un'ottima cosa, ma ad un animale che non pianifica attentati e genocidi non bisognerebbe sparare a piu' di 250 metri. Troppi fattori contribuiscono al ferimento e alla perdita della preda: vento, sbaglio nella stima della distanza, un tremolio al momento di premere il grilletto, qualcosa che tocca la canna al momento dello sparo, ecc. ecc. E per tirare e colpire bene per un abbattimento pulito anche oltre 250 metri non servono calibri nuovi. Gia' ce ne sono tanti capacissimi di farlo. E, se vogliamo, ci sono calibri esistenti che sono veramente tuttofare, capaci di fermare la carica di un orso gigante a 20 metri con una palla dura e pesante, e di abbattere pulitamente un muflone o una capra selvatica, uno stambecco o un camoscio con una palla piu' soffice e leggera ben oltre i 250 metri e anche oltre i 300. Parlo del .338 Winchester Magnum, che puo' sparare palle da 185 grani (ho letto che ne esistono anche da 150 grani, ma non le ho mai viste) e palle da 250 e anche 300 grani. La radenza e la velocita' a lunga distanza delle palle piu' leggere con una carica massima di polvere e' impressionante. e di certo un proiettile di calibro .338 ha un maggior effetto sul bersaglio di uno di 7 o, peggio, 6,5 mm. Per quanto riguarda il coefficiente balistico, con le palle leggere userei quelle monoitiche perche' piu' lunghe di quelle tradizionali. Certo, se uno vuole togliersi uno sfizio e se lo puo' permettere, che compri pure fucili di calibri nuovi appena escono sul mercato con grande fanfara dei giornalettisti di settore e pubblicita' assordante. Io tendo a credere di piu' al nostro detto risalente ai tempi del Vecchio West:
"Attento a chi ha un solo fucile perche' sa usarlo."