Ci stà quello che dici, ma ..... se io non avessi ripristinato un terreno oggetto di bonifica in passato .... e allagassi quel terreno in maniera artificiale ... oggi non potrei insidiare migratori con becco piatto. Se l'agricoltore lasciasse stoppie invece di girare il terreno appena falciato ... potrei insidiare quaglie .... e così per le tortore con i girasoleti. Poi se un territorio vocato alla sosta dei tordi ... come la sabina ..... fosse gestito come le famose riserve, forse avrei più possibilità di gratificazione venatoria dall'apertura, sino al 20 gennaio. Gestire in maniera oculata il territorio, significa averne disponibile di più di quello che ho ora ... spesso trasformato in aree sporche ( o peggio discariche abusive ) o terreni arati e peggio ancora trattati con diserbanti nocivi alla fauna, che non permettono la sosta e che confermerebbero la tesi di sparo oggi tanto domani non c'è più nulla. Quindi quando si parla di gestione, non si parla solo di pressione venatoria, ma anche e soprattutto di mantenimento e creazione habitat per la sosta. Discorso diverso per i turdidi e la sabina ( ma anche molte altre zone ricche di pasture e dormitori ), qui a determinare una corretta gestione, forse sarebbe il caso d'intervenire sulla pressione venatoria. So che non mi trovate d'accordo in molti, ma le afv in loco, la tradizione decennale, le richieste superiori alle concessioni .... dimostrano che ..... in quei contesti i limiti funzionano, limiti non imposti se non dal buon senso e buona gestione