potrebbe essere utile:
LA ROSATA
I pallini vengono sparati con una velocità di 375 metri al secondo calcolata alla bocca della canna: a 50 metri, dove si trova il germano tale velocità sarà ridotta a 180 metri al secondo. I pallini di testa distano da quelli di coda 5 metri e quindi se i primi centrano il volatile gli ultimi hanno un ritardo (x) così calcolato
1:180 = x:5
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x = 0,028 secondi
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Il germano ha una velocità di volo di 25 metri/sec e quindi nel ritardo di 0,028 secondi dei proiettili avrà percorso 0,70 metri e quindi sarà fuori dall’efficacia dei pallini . Qualora sia centrato dalla prima parte e considerando - nell’esperimento- che prosegua il volo -percorre ancora 0,70 m. e quindi la maggior parte dei pallini si rivela inutile perché giunge in ritardo. Ed il numero dei proiettili inutili è maggiore quanto più grande è il ritardo della rosata. La velocità del germano ( 25 metri al secondo) e il diametro della rosata ( 60 cm ) si avrà
1 :25=X:0,60
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X = 0.024 secondi
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In tale tempo i pallini percorrono appena 4 metri e quindi il germano è già lontano. Da questo esempio risulta che una cartuccia avrà maggior efficacia con una rosata più corta e quindi minore dispersione. Il selvatico quindi verrà centrato da un numero maggior e di pallini. Si consideri per comprendere meglio,una cartuccia di 36 grammi con una rosata che a 50 metri sia di 3 tre metri.
1:180 = x:3
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x=0,016 secondi
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Il germano percorrerà 0,40 metri la risultante di 25x0.016=m. 0,40.Il volatile quindi è colpito da un maggior numero di pallini.
LE PROVE DI ROSATA
Le rosate dei pallini subiscono una dispersione trasversale ed una più imponente dispersione longitudinale. Quella trasversale può essere facilmente verificata sparando su di un cartone, oppure su di una placca metallica cosparsa di latte di calce o di malta. Queste prove di tiro vengono effettuate ad una distanza di m 35. La circonferenza che racchiude le impronte dei pallini deve avere diametro di cm 75. L'indice di dispersione è dato dal quoziente tra il numero dei pallini racchiuso da questa circonferenza, ed il numero dei pallini contenuti nella cartuccia. Tale indice di dispersione è certamente importante, ma non l'unico ai fini di un'esatta valutazione della rosata dei pallini.
Sparando cartucce prive di contenitore, le canne cilindriche ottengono rosate contenenti circa il 40-45% dei pallini lanciati, mentre le canne della massima strozzatura possono raggiungere anche i] 70-75%. Ovviamente le canne con strozzature intermedie ottengono percentuali comprese tra questi valori minimi e massimi. Con cartucce dotate di contenitore queste percentuali aumentano mediamente del 10%, con tutti i valori di strozzatura.
Una rosata è tanto più efficace, quanto più i pallini sono distribuiti in modo regolare ed uniforme su tutta la superficie del cerchio. Non risulta vantaggioso un forte addensamento di pallini al centro della rosata, che lasci sguarnita la periferia, ed è pure nociva una forte differenza di pallini tra i vari settori in cui è possibile suddividete il cerchio. Da ciò deriva la necessità di stabilire almeno due indici: uno di concentrazione, o addensamento al centro, uno di regolarità, cioèdi uniformità di distribuzione.
I metodi seguiti per la vantazione delle rosate sono moltissimi. Alcuni ricercatori suddividono semplicemente il cerchio in 4 settori, tagliandolo con due rette ortogonali, in pratica le stesse che servono per individuare con esattezza il centro di rosata. Altri tracciano una serie di circonferenze concentriche, ottenendo corone circolari di identica superficie. Non pochi suddividono l'intera superficie delcerchio in un numero di «campì», che può variare da 16 a 100. Possiamo descrivere in breve il metodo Manaresi semplificato, che risulta uno dei più semplici e di facile interpretazione. All'interno della circonferenza maggiore tracciamo un'altra circonferenza concentrica, avente diametro pari alla metà del primo. La superficie del cerchio interno risulta uguale ad un quarto della superficie totale. Tracciamo poi due rette perpendicolari, passanti per il centro.L'indice di concentrazione è dato dal rapporto tra il numero dei pallini contenuti nel cerchio più grande, ed il numero dei pallini contenuti nel cerchio più piccolo. Supponendo di avere al centro ed alla periferia di rosata lo stesso numero di pallini per unità di superficie, l'indice di concentrazione sarebbe uguale a 4. Questo in pratica non può avvenire, perché l'infittimento al centro è sempre superiore. Quanto più tale indice si avvicinerà al valore 4 ideale, tanto inferiore sarà l'addensamento al centro dei pallini. L'indice di regolarità può essere calcolato nel seguente modo. Dopo avere effettuato il conteggio dei pallini contenuti nei 4 settori in cui risulta suddiviso ilcerchio maggiore dalle due rette ortogonali, dividiamo il numero delle impronte del settore più sguarnito per la quarta parte della somma totale delle impronte dei 4 settori. Supponendo che in ciascun settore vi sia un identico numero di pallini, l'indice di regolarità sarà uguale ad 1. Anche questo è un valore ideale pressoché impossibile, ma quanto più il quoziente si avvicina all'unità, tanto più la distribuzione dei pallini è regolare.Altri criteri di valutazione tengono conto dei cosiddetti «vuoti di rosata», cioè della frequenza ed estensione degli spazi nei quali non compare alcun pallino, ed attraverso i quali un selvatico può uscire indenne anche se compreso nel cerchio di rosata. Troppo spesso ci dimentichiamo che le famose rosate altro non sono che la proiezione ortogonale dello sciame dei pallini su di un piano. I vuoti di rosata, difficilmente eliminabili soprattutto se la loro estensione è modesta, hanno importanza innegabile nel tiro contro bersagli immobili, ma non determinanti.' su bersagli che attraversano lo sciame con forte velocità ed angolazione. Più temibili risultano le rosate completamenti: vuote al centro, dette «a corona circoli! re», il cui indice di concentrazioni raggiunge un valore superiore a 4, denunciando un chiaro segno di cartuccia irregolare.
Le forti percentuali di piombi nel cerchio di rosata non sono sempre utili incaccia: più importante è la regolare distribuzione dei pallini in ogni settore. Un notevole addensamento al centro non costituisce un fattore positivo: il rendimentoideale consiste nell'avere un numero pressoché identico di pallini in ogni unità disuperficie. I vuoti di rosata non debbono essere notevoli, né troppo frequenti.
La presenza di raggruppamenti di pallini a costellazioni è quasi sempre segno di eccesso di pressione. I grappoli di pallini fusi indicano una qualità scadente della lega di piombo, od un'insufficiente tenuta del borraggio. Una rosata troppo dispersa è indice quasi sicuro di eccesso di velocità e di pressione, o di altissima deformazione dei pallini, od anche di fughe di gas causate da borraggio non idoneo. Gli accentramenti notevoli sono segno di velocità iniziale troppo bassa, o di una eccessiva dose di piombo.
Una rosata vuota al centro può indicare l'impiego di un borraggio troppo pesante, quella vuota in un settore può segnalare un disco di chiusura troppo alto, pesante e non friabile, od una borra-contenitore in plastica le cui alette si sono aperte in modo irregolare, oppure un'orlatura non uniforme su tutti i lati. I colpi molto irregolari, definiti «anomali», se non risultano troppo frequenti non sono molto significativi, ma possono derivare da un caricamento difettoso, da una combustione imperfetta della polvere, etc.
Persone esperte possono valutare una rosata «a colpo d'occhio», ma tali giudizi empirici spesso non sono attendibili. Le prove «alla placca» non debbono essere effettuate su di una superficie limitata, o sparando senza appoggio, perché gli errori di puntamento sono frequenti. Neppure dobbiamo dimenticare, in queste prove, che pallini di identica numerazione, ma di diversa fabbricazione, possono molto differire per diametro, peso specifico di lega, sfericità, fornendo risultati non sempre comparabili. Una prova condotta sparando pochi colpi non èattendibile. Per valutare il rendimento di un lotto di cartucce è necessario verificare le rosate di almeno 10 colpi, con annotazione dei risultati, procedendo successivamente a ricavare almeno la media aritmetica degli indici ed il valore medio degli scarti.
LA DISPERSIONE LONGITUDINALE
Sentiamo spesso parlare della «coda» delle rosate, alla quale vengono attribuiti i più straordinari prodigi e misfatti balistici, come se unicamente al valore massimo o minimo dell'allungamento dello sciame dei pallini in traiettoria fossimo debitori della possibilità di colpire o non colpire il bersaglio, La dispersione longitudinale è invece un fenomeno in grande parte negativo, purtroppo non eliminabile ma solo riducibile, le cui conseguenze fortunatamente interferiscono in modo apprezzabile solo in particolari condizioni di tiro.
La rosata ha tre dimensioni, in quanto non si espande solo in senso verticale e trasversale, ma anche in profondità nella direzione di tiro. La dispersione radiale, detta comunemente trasversale, può essere verificata tramite una proiezioneortogonale dello sciame dei pallini, sparando contro un qualsiasi foglio di carta od una piastra metallica. La dispersione longitudinale, più trascurata perché di difficile rilevazione, veniva accertata in passato tramite bersagli rotanti o larghe piastre in rapidissimo spostamento. Oggi è possibile eseguire foto ultrarapide dello sciame de! pallini in volo, attestanti sia l'esistenza che la misura del distan-ziamento reciproco dei pallini.
La «profondità», o allungamento, della rosata deriva in parte dalla disposizione inziale della carica in raggruppamento cilindrico, ma soprattutto dalla resistenza dell'aria all'avanzamento dei pallini. Anche nei primissimi metri di traiettoria la massa dei pallini non si comporta come un proiettile unico, risultando«penetrabile» alle pressioni idrodinamiche. I pallini situati in testa e sui fianchidello sciame incontrano una maggiore resistenza, quindi subiscono una più forteritardazione, perciò vengono progressivamente sorpassati e distanziati dai pallinidella zona centrale dello sciame. Il diametro dei singoli pallini costituenti la carica non è mai perfettamente identico: i pallini più piccoli e leggeri perdono più rapidamente la loro velocità. Stessa cosa possiamo dire dei pallini deformati perschiacciamento, di quelli «sfaccettati» per attrito radente durante il percorso di canna, che sono soggetti a percorrere traiettorie molto irregolari, a disporsi in periferia ed in coda allo sciame, in tal modo contribuendo non solo ad allargare, maanche ad allungare la rosata.
Con il progredire della distanza di tiro la rosata si allunga, perché i pallini centrali si distanziano sempre di più dai periferici e da quelli di coda. Possiamo dire, in modo orientativo, che uno sciame di pallini di medio diametro subisce unallungamento pari a circa il 10% della distanza di tiro. A m 40 dalla bocca del fucile la rosata «utile», cioè efficace per il tiro, può essere valutata in circa 4 metri. In realtà, le foto di rosata in volo, meglio ancora il tiro contro bersagli mobili, hanno dimostrato che a m 40 di distanza di tiro intercorrono anche 12 o più metri tra il primo e l'ultimo pallino dello sciame. Con il metodo fotografico non riusciamo a contenere agevolmente nel campo d'immagine l'intero sciame dei pallini, se non nei primi metri di traiettoria. La profondità di rosata aumenta con la riduzione del diametro dei pallini, con l'incremento delle pressioni in canna e delle deformazioni dei piombi, con l'impiego di pallini di forma irregolare o aventi grossi scarti di diametro, con piombo di basso peso specifico di lega. Aumenta pure con la strozzatura delle canne: quelle cilindriche o debolmente strozzate generano rosate più ampie, ma di minore lunghezza, soprattutto a distanza medio-breve dalla bocca della canna.
La strozzatura incolonna i pallini in formazione più lunga e sottile, provocando una maggiore deformazione nei pallini situati ai fianchi della carica, durante il loro passaggio attraverso il cono di restringimento. Le canne strozzate recuperano però ampiamente questo svantaggio con la sensibile riduzione della dispersione trasversale, consentendo di allungare il tiro in modo notevole.
La dispersione longitudinale non esercita alcuna influenza nel tiro contro bersagli immobili, o che si spostano nella stessa direzione dell'asse di tiro, anche se i pallini raggiungono il selvatico in tempuscoli successivi. Solo quando il bersaglio si muove a grande velocità in direzione ortogonale, o comunque trasversale, rispetto all'asse di tiro, la dispersione longitudinale esercita la sua influenza negativa, perché il bersaglio viene colpito da un numero insufficiente di pallini. Questa condizione si verifica difficilmente, perché il selvatico deve uscire dalcerchio di rosata utile prima che la parte arretrata dello sciame, la famosa coda,giunga ad intercettare la sua traiettoria. Sembrerebbe auspicabile che i pallini si muovessero in formazione disposta sullo stesso piano, ossia che la rosata avesseuno sviluppo bidimensionale, mancando di profondità. Le migliori cartucce riescono a limitare in modo considerevole la dispersione longitudinale, tanto che il selvatico difficilmente riesce ad attraversare il cerchio di rosata prima che siano sopraggiunti tutti i pallini che formano la parte efficace dello sciame. La restanteparte della carica dei pallini risulta troppo rada e dispersa per essere presa in considerazione. Se Ì] tiratore ha calcolato un eccessivo valore di anticipo, può accadere che il selvatico «entri» nel cerchio di rosata «dopo» che è stato raggiunto daipallini di testa, e «prima» che venga raggiunto dai pallini di coda. Quest'unicocaso favorevole è ancora più raro, ma può verificarsi: l'ipotetico selvatico viene adessere intercettato dai pallini di coda, mentre sarebbe sicuramente mancato dauna rosata bidimensionale, o comunque poco sviluppata in profondità.
Sembrerebbe quindi che la famosa coda svolgesse una funzione di grande utilità nei tiri trasversali, ma la maggior parte degli errori di mira consiste in un difetto di anticipo, non in un eccesso, per cui la dispersione longitudinale viene quasi sempre ad aggravare tutte le conseguenze dell'errore. I pallini di coda sono inoltre molto più lenti e deformati, animati da scarsa energia cinetica, quindi non sempre idonei all'abbattimento dell'animale, soprattutto se Io colpiscono in numero limitato. L'impiego generalizzato del contenitore dei pallini ha diminuito la profondità della rosata soprattutto nei tiri lunghi, perché ha ridotto ladeformazione del piombo. Dei vantaggi di tale riduzione beneficiano soprattutto le canne di massima strozzatura, che vedono aumentare le loro brillanti prestazioni. Altri fattori che limitano la lunghezza della rosata sono i pallini nichelati, i pallini di acciaio, le polveri di lenta combustione, le borre molto elastiche e leggere, la chiusura stellare. In pratica, si tratta degli stessi componenti di caricamento che riducono anche le dispersioni trasversali.
LA DISPERSIONE TRASVERSALE
La rosata ha tre dimensioni, in quanto non si espande solo in senso verticale e trasversale, ma anche in profondità nella direzione di tiro. La dispersione radiale, detta comunemente trasversale, può essere verificata tramite una proiezioneortogonale dello sciame dei pallini, sparando contro un qualsiasi foglio di carta od una piastra metallica. La dispersione longitudinale, più trascurata perché di difficile rilevazione, veniva accertata in passato tramite bersagli rotanti o larghe piastre in rapidissimo spostamento. Oggi è possibile eseguire foto ultrarapide dello sciame de! pallini in volo, attestanti sia l'esistenza che la misura del distan-ziamento reciproco dei pallini.
La «profondità», o allungamento, della rosata deriva in parte dalla disposizione inziale della carica in raggruppamento cilindrico, ma soprattutto dalla resistenza dell'aria all'avanzamento dei pallini. Anche nei primissimi metri di traiettoria la massa dei pallini non si comporta come un proiettile unico, risultando«penetrabile» alle pressioni idrodinamiche. I pallini situati in testa e sui fianchidello sciame incontrano una maggiore resistenza, quindi subiscono una più forteritardazione, perciò vengono progressivamente sorpassati e distanziati dai pallinidella zona centrale dello sciame. Il diametro dei singoli pallini costituenti la carica non è mai perfettamente identico: i pallini più piccoli e leggeri perdono più rapidamente la loro velocità. Stessa cosa possiamo dire dei pallini deformati perschiacciamento, di quelli «sfaccettati» per attrito radente durante il percorso di canna, che sono soggetti a percorrere traiettorie molto irregolari, a disporsi in periferia ed in coda allo sciame, in tal modo contribuendo non solo ad allargare, maanche ad allungare la rosata.
Con il progredire della distanza di tiro la rosata si allunga, perché i pallini centrali si distanziano sempre di più dai periferici e da quelli di coda. Possiamo dire, in modo orientativo, che uno sciame di pallini di medio diametro subisce unallungamento pari a circa il 10% della distanza di tiro. A m 40 dalla bocca del fucile la rosata «utile», cioè efficace per il tiro, può essere valutata in circa 4 metri. In realtà, le foto di rosata in volo, meglio ancora il tiro contro bersagli mobili, hanno dimostrato che a m 40 di distanza di tiro intercorrono anche 12 o più metri tra il primo e l'ultimo pallino dello sciame. Con il metodo fotografico non riusciamo a contenere agevolmente nel campo d'immagine l'intero sciame dei pallini, se non nei primi metri di traiettoria. La profondità di rosata aumenta con la riduzione del diametro dei pallini, con l'incremento delle pressioni in canna e delle deformazioni dei piombi, con l'impiego di pallini di forma irregolare o aventi grossi scarti di diametro, con piombo di basso peso specifico di lega. Aumenta pure con la strozzatura delle canne: quelle cilindriche o debolmente strozzate generano rosate più ampie, ma di minore lunghezza, soprattutto a distanza medio-breve dalla bocca della canna.
La strozzatura incolonna i pallini in formazione più lunga e sottile, provocando una maggiore deformazione nei pallini situati ai fianchi della carica, durante il loro passaggio attraverso il cono di restringimento. Le canne strozzate recuperano però ampiamente questo svantaggio con la sensibile riduzione della dispersione trasversale, consentendo di allungare il tiro in modo notevole.
La dispersione longitudinale non esercita alcuna influenza nel tiro contro bersagli immobili, o che si spostano nella stessa direzione dell'asse di tiro, anche se i pallini raggiungono il selvatico in tempuscoli successivi. Solo quando il bersaglio si muove a grande velocità in direzione ortogonale, o comunque trasversale, rispetto all'asse di tiro, la dispersione longitudinale esercita la sua influenza negativa, perché il bersaglio viene colpito da un numero insufficiente di pallini. Questa condizione si verifica difficilmente, perché il selvatico deve uscire dalcerchio di rosata utile prima che la parte arretrata dello sciame, la famosa coda,giunga ad intercettare la sua traiettoria. Sembrerebbe auspicabile che i pallini si muovessero in formazione disposta sullo stesso piano, ossia che la rosata avesseuno sviluppo bidimensionale, mancando di profondità. Le migliori cartucce riescono a limitare in modo considerevole la dispersione longitudinale, tanto che il selvatico difficilmente riesce ad attraversare il cerchio di rosata prima che siano sopraggiunti tutti i pallini che formano la parte efficace dello sciame. La restanteparte della carica dei pallini risulta troppo rada e dispersa per essere presa in considerazione. Se il tiratore ha calcolato un eccessivo valore di anticipo, può accadere che il selvatico «entri» nel cerchio di rosata «dopo» che è stato raggiunto daipallini di testa, e «prima» che venga raggiunto dai pallini di coda. Quest'unicocaso favorevole è ancora più raro, ma può verificarsi: l'ipotetico selvatico viene adessere intercettato dai pallini di coda, mentre sarebbe sicuramente mancato dauna rosata bidimensionale, o comunque poco sviluppata in profondità.
Sembrerebbe quindi che la famosa coda svolgesse una funzione di grande utilità nei tiri trasversali, ma la maggior parte degli errori di mira consiste in un difetto di anticipo, non in un eccesso, per cui la dispersione longitudinale viene quasi sempre ad aggravare tutte le conseguenze dell'errore. I pallini di coda sono inoltre molto più lenti e deformati, animati da scarsa energia cinetica, quindi non sempre idonei all'abbattimento dell'animale, soprattutto se Io colpiscono in numero limitato. L'impiego generalizzato del contenitore dei pallini ha diminuito la profondità della rosata soprattutto nei tiri lunghi, perché ha ridotto ladeformazione del piombo. Dei vantaggi di tale riduzione beneficiano soprattutto le canne di massima strozzatura, che vedono aumentare le loro brillanti prestazioni. Altri fattori che limitano la lunghezza della rosata sono i pallini nichelati, i pallini di acciaio, le polveri di lenta combustione, le borre molto elastiche e leggere, la chiusura stellare. In pratica, si tratta degli stessi componenti di caricamentoche riducono anche le dispersioni trasversali.