In conclusione sto a ribadire che la selezione conti poco nello specifico di quel che riguarda il riporto, già se cominciamo a parlare di recupero le cose cambierebbero,
Cambierebbero perchè il recupero fa parte dell'istinto a predare, a differenza del riporto, il recupero non può essere insegnato. Il recupero è un combattimento estenuante fra la preda che mette in atto tutte le sue astuzie difensive per sottrarsi alla cattura e il predatore che fa altrettanto per catturare la preda, entrambi lottano per la sopravvivenza.

E' pura illusione trascinare per terra con lo spago un selvatico morto, e farlo recuperare al cane, credendo di insegnare al cane a recuperare. Con questo metodo addestrativo qualsiasi cane riuscirebbe a raggiungere la pappatoria. Il cane impara a recuperare nelle azioni reali. Il compito del cacciatore è quello di mettere il cucciolone nelle condizioni di non fallire ne il recupero ne il riporto.

Quindi valutare prima dello sparo se il cucciolone è nelle condizioni di poter recuperare e riportare, se ci fossero dubbi bisogna rinunciare all'abbattimento.
In particolar modo il primo anno di caccia, bisogna avere la mente predisposta all'addestramento e non alla caccia.
 
Quindi valutare prima dello sparo se il cucciolone è nelle condizioni di poter recuperare e riportare, se ci fossero dubbi bisogna rinunciare all'abbattimento.
In particolar modo il primo anno di caccia
corretto, stesso ragionamento si deve applicare alla punta, perchè sennò si rischia che il cane non punti e carichi sistematicamente gli animali
 
Il cane deve frenare in tale situazione il suo istinto, e tocca al padrone insegnarglielo, con punizione positiva come prescritta da Skinner e adottata da quasi tutti gli addestratori che sanno cio' che fanno.
L'istinto e l'esuberanza del cane non andrebbero mai represse, vanno controllate con l'intelletto. E' la prima volta che sento nominare Skinner, non credo proprio che senza Skinner non si riuscirebbe ad addestrare il cane.
 
Il cane deve frenare in tale situazione il suo istinto, e tocca al padrone insegnarglielo, con punizione positiva come prescritta da Skinner e adottata da quasi tutti gli addestratori che sanno cio' che fanno.
L'istinto e l'esuberanza del cane non andrebbero mai represse, vanno controllate con l'intelletto. E' la prima volta che sento nominare Skinner, non credo proprio che senza Skinner non si riuscirebbe ad addestrare il cane.
 
Il cane deve frenare in tale situazione il suo istinto, e tocca al padrone insegnarglielo, con punizione positiva come prescritta da Skinner e adottata da quasi tutti gli addestratori che sanno cio' che fanno.
L'istinto e l'esuberanza del cane non andrebbero mai represse, vanno controllate con l'intelletto. E' la prima volta che sento nominare Skinner, non credo proprio che senza Skinner non si riuscirebbe ad addestrare il cane. Il cane va addestrato, non va domato. Il cane è intelligentissimo, bisogna dargli il tempo di pensare prima di eseguire. Il grosso problema è che il cane spesso è più intelligente del padrone, viene sottovalutato, si crede ancora che il cane può capire solo con le mazzate, e giù di collare.

Adesso si gira la frittata e si parla di punizione positiva, le punizioni sono sempre negative. Il cane non fa parte del nostro mondo, capisce solo quello che è di suo interesse. Gli addestramenti fatti per convenzione non li potrà mai capire, li potrà solo subire. Quindi esegue per non subire. Di un cane che esegue per paura non so cosa farmene.
 
Cambierebbero perchè il recupero fa parte dell'istinto a predare, a differenza del riporto, il recupero non può essere insegnato. Il recupero è un combattimento estenuante fra la preda che mette in atto tutte le sue astuzie difensive per sottrarsi alla cattura e il predatore che fa altrettanto per catturare la preda, entrambi lottano per la sopravvivenza.
Appunto...
 
L'istinto e l'esuberanza del cane non andrebbero mai represse, vanno controllate con l'intelletto. E' la prima volta che sento nominare Skinner, non credo proprio che senza Skinner non si riuscirebbe ad addestrare il cane. Il cane va addestrato, non va domato. Il cane è intelligentissimo, bisogna dargli il tempo di pensare prima di eseguire. Il grosso problema è che il cane spesso è più intelligente del padrone, viene sottovalutato, si crede ancora che il cane può capire solo con le mazzate, e giù di collare.

Adesso si gira la frittata e si parla di punizione positiva, le punizioni sono sempre negative. Il cane non fa parte del nostro mondo, capisce solo quello che è di suo interesse. Gli addestramenti fatti per convenzione non li potrà mai capire, li potrà solo subire. Quindi esegue per non subire. Di un cane che esegue per paura non so cosa farmene.
Quando si tira in ballo la psicologia, bisogna fare un po' di ricerche per saper usarne i termni correttamente. Non e' colpa mia se non hai sentito mai nominare Skinner. Tu sei stato il primo a portare in ballo Pavlov, e Pavlov sta a Skinner come l'aereo dei Fratelli Wright sta ad un F35. Una punizione positiva, se rileggi gli articoli dei quali ti ho fornito i links, o se leggi qualche buon testo di psicologia, e' la punizione che fa pagare il comportamento errato o la disobbedienza con una conseguenza spiacevole: un NO! o uno strattone al guinzaglio, o la tua nemesi, il collare elettrico. La punizione positiva non e' chiamata cosi' perche' e' "migliore," ma perche' un comportamento errato e' positivamente seguito da un' azione, non un' inazione; la punizione negativa, invece, e' il privare il "colpevole" di una cosa che vuole. Le punizioni non sono--come dici tu--sempre negative. Un esempio di punizione negativa nell'addestramento del cane e', se il cane rompe la ferma e frulla il selvatico quando non dovrebbe, evitare di sparare al selvatico, una cosa che il cane vorrebbe perche' a lui piace abboccare la preda abbattuta. La punizione negativa e' perche' "nega" a chi la subisce una cosa desiderata. Quando andavo a scuola e prendevo brutti voti, ad una punizione positiva (un paio di sberle) Papa' preferiva usarne una negativa: la Domenica successiva andava a caccia senza di me. Il dolore delle sberle sarebbe durato soltanto qualche miinuto, ma non andare a caccia era un dolore anche peggiore che durava una giornata. Cerchiamo di capirci, come mi hai invitato a fare poco tempo fa. Ed usare la terminologia esatta ci aiuta a capirci. Non ho girato nessuna frittata. Quando scrivo io cerco di essere preciso e di non parlare a vanvera. Poi mi spieghi come l'istinto e l'esuberanza del cane ... vanno controllate con l'intelletto? Telepatia? E, no, il cane non e' piu' intelligente del padrone. Dove l'hai letto? Chi te l'ha detto? Quando giocavo a scacchi con Scout su cinque partite ne vincevo di media quattro io. :)
 
Quando si tira in ballo la psicologia, bisogna fare un po' di ricerche per saper usarne i termni correttamente. Non e' colpa mia se non hai sentito mai nominare Skinner.
Non ho mai detto che sono uno psicologo, cerco di spiegare quello che ho capito, e quello che applico per addestrare i miei cani e quelli di qualche amico. Deduco di aver capito almeno al 50% visto i risultati che ho ottenuto e sto ottenendo.

Non ho mica detto che è colpa tua se non ho avuto il piacere di leggere gli studi fatti di Skinner. A me è bastato quello che ho capito da Pavlov. Ho detto che senza Conoscere Skinner i cani vengono addestrati ugualmente. Penso che Skinner come molti altri avrà sperimentato il comportamento dei topi in laboratorio. :)

Una punizione positiva, se rileggi gli articoli dei quali ti ho fornito i links, o se leggi qualche buon testo di psicologia, e' la punizione che fa pagare il comportamento errato o la disobbedienza con una conseguenza spiacevole: un NO! o uno strattone al guinzaglio, o la tua nemesi, il collare elettrico.
La punizione è positiva per chi? Non certamente per il cane. Il cane non ha comportamenti errati, i comportamenti errati sono Definiti da noi, siamo noi a stabilire quello che è giusto e quello che è sbagliato. Tutto quello che fa il cane lo fa perchè trova convenienza, anche se a volte questa convenienza da noi non è capita.

L'estinzione di un comportamento appreso ritenuto da noi sbagliato, si può ottenere in modi diversi, non c'è solo la punizione. Lo strattone al guinzaglio è un rinforzo negativo, può esse evitato a favore di un rinforzo positivo.

La punizione positiva non e' chiamata cosi' perche' e' "migliore," ma perche' un comportamento errato e' positivamente seguito da un' azione, non un' inazione;
Non una inazione, l'azione è seguita sempre da una reazione. Quindi azione-reazione-ricompensa. Credo che Skinner su questo è d'accordo. Dopo un'azione da noi ritenuta sbagliata, si avverte, si minaccia, e non si premia. Il cane per potersi correggere ha bisogno di pensare, quando i premi scarseggiano incomincia ad aguzzare l'ingegno. Se un cane fa qualcosa di sbagliato, non lo si punisce, gli si interrompe l'azione con un NO secco, se non dovesse bastare si batte il pugno sul tavolo o si grida come pazzi furiosi, al momento esatto che il cane ha interrotto l'azione si chiama con un ordine a bassa voce e con qualche parola suadente e si premia. Mai gridare e punire. Qualsiasi cosa accade il cane non deve mai avere paura della voce del padrone.

Un esempio di punizione negativa nell'addestramento del cane e', se il cane rompe la ferma e frulla il selvatico quando non dovrebbe, evitare di sparare al selvatico, una cosa che il cane vorrebbe perche' a lui piace abboccare la preda abbattuta.
Non premiare, non vuol dire punire, secondo me fa parte del condizionamento classico, non premiando si lascia al cane la possibilità di pensare e decidere cosa per lui è più conveniente fare. Abbiamo già fatto gli esempi dei passeri in giardino che il cucciolo inseguiva e ha capito per tentativi ed errori che non era conveniente inseguirli, ha smesso da solo senza la punizione del padrone.

La punizione negativa e' perche' "nega" a chi la subisce una cosa desiderata. Quando andavo a scuola e prendevo brutti voti, ad una punizione positiva (un paio di sberle) Papa' preferiva usarne una negativa: la Domenica successiva andava a caccia senza di me. Il dolore delle sberle sarebbe durato soltanto qualche miinuto, ma non andare a caccia era un dolore anche peggiore che durava una giornata. Cerchiamo di capirci, come mi hai invitato a fare poco tempo fa. Ed usare la terminologia esatta ci aiuta a capirci.
Anche perchè tuo papà dandoti le due sberle avrebbe dichiarato la sua sconfitta, ti avrebbe detto ho esaurito tutti gli argomenti a mia disposizione e sono costretto a passare alle vie di fatto. Quindi tuo papà persona saggia non ti ha dato la soddisfazione di prenderti due sberle, Ha preferito lasciarti a casa per farti pensare, in modo che la domenica prossima ti avrebbe potuto premiare con lo stesso tuo interesse.

Per avere ragione del cane bisogna combattere ad armi pari e risultare sempre vincitori. Forse credi che non ho i mezzi per tenere al piede un cane non addestrato sul terreno di caccia? Per tenerlo al piede facilmente basterebbe propinarli una punizione adeguata alla forza del cane, dopo al piede non avrei più un cane, avrei qualcosa che mi segue che assomiglia al cane. Per addestrare un cane bisogna farsi il mazzo.
 
affermazione che mi trova pienamente d'accordo .............in bocca al cocker!!!!!!!!
Con quell'affermazione sono d'accordissimo anch'io. Io sono stato fortunato perche' con la mia professione avevo moltissimo tempo a disposizione--tre mesi estivi senza dover lavorare. E abitavo fuori citta' dove potevo addestrare il cane ogni pomeriggio e weekend anche con lo sparafantocci davanti e dietro casa ed un fiume a dieci minuti d'auto ed una spiaggia a cinque. Lo stesso quando ero nel Montana (meno fiume e spiaggia), dove c'erano starne ovunque, anche a venti metri da casa, e dove sparavo minilepri dalla finestra con la .22. Queste pero' quando il cane non era fuori. Ho sempre evitato che i miei cani rincorressero o si interessassero al pelo. Quando Scout cercava beccaccini e le schizzava una lepre dai piedi a racchetta davanti al muso, lei quasi neanche la guardava.
 
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