GROSSETO - Uno spettacolo macabro, messo in scena accanto ad una strada pubblica perché tutti lo possano vedere. Sono agnelli, uccisi da qualche predatore e appesi ad un palo sopra un prato verde nei pressi di Roccalbegna, nel grossetano. Ma non è il gioco perverso di qualche maniaco: è una vera e propria protesta. La voglia di richiamare l’attenzione su un problema che coinvolge diversi allevatori in Maremma. Uno di questi è l’autore dell’orrido gesto. Ha un gregge di circa 55 pecore nel suo allevamento nella zona di Santa Caterina. È un vero calvario quello che ha portato il pastore a “crocifiggere” i suoi agnelli morti. Negli ultimi dodici mesi, il suo gregge ha subito una cinquantina di perdite. Trenta sono state abbattute la primavera scorsa, una decina ad ottobre e altrettante la scorsa settimana. Sono tanti animali, che per un allevatore significano perdite per la propria attività e costi per lo smaltimento delle carcasse. Un problema diffuso in Maremma, per cui gli addetti ai lavori da tempo chiedono un intervento deciso delle istituzioni. Caporali, in questo senso, aveva già inscenato questa sua singolare protesta dopo la personale mattanza di ottobre, appendendo sette delle pecore trovate uccise nel campo di sua proprietà. Ma non c’era la voglia soltanto di sollevare il problema: quelle carcasse potevano essere delle esche. «Mi sistemai a passare la notte accanto a questa installazione – racconta - e vidi coi miei occhi che arrivava un branco di cinghiali a finire il lavoro sulle pecore uccise la mattina precedente».