
Di Antonio BUONO*
Un cattivo cacciatore ha sparato un uccellino…buuum…ora è morto e non c’è più.
Si tratta di una canzoncina che allegramente cantava mia figlia tornando dall’asilo tanti anni fa. A parte le “paroline” che andai a dire con urgenza alla suora buon’anima, posso assicurarvi che impiegai mesi perchè smettesse di piangere pensando a quel papà che da cacciatore…uccideva uccellini.
Ci volle tanta pazienza a spiegarle che anche quel pollo spennato, impacchettato, tagliato a pezzi e pronto per essere cucinato dalla mamma, altri non era che il “cugino” del fagiano portato a casa dalla caccia, e che lei, in risposta ad un papà cattivo qual’ero, non volle più mangiare per lungo tempo.
Beh, oggi nelle scuole va un tantino… peggio. Non più suore ma, “professori”! Si liberano uccellini dinanzi a dei piccoli bambini con il supporto di “insegnanti”, dalla cui laurea si evincono qualità culturali e capacità professionali tali da non creare complessi nella labile e innocente psiche del bambino nel vedere un uccellino in gabbia. Almeno l’intento sembrerebbe essere quello…o no?
Va da se che non sempre, un gesto così bello e gioioso, come il ridare la libertà a degli uccellini, messi in gabbia dal solito “orco vestito da cacciatore”, potrebbe essere così “divertente” senza le dovute “precauzioni”. Mia figlia all’epoca ritenne opportuno di non parlarmi più!
Oggi, che i figli fanno “raccomandazioni” ai propri genitori “perchè ne sanno più di loro”, cosa dovrebbero fare nei confronti di un padre cacciatore? Mah…
In ultima analisi, sorge un dubbio: non sarà che oggi, cambiando gli attori di quella che poi è sempre la stessa “sceneggiata”, con la scusa del “bracconiere”, lo scopo ultimo, è sempre quello di far fuori “l’agnello”, o meglio… il cacciatore?
Quale terreno più fertile, se non i bambini e la loro innocenza!
*Cacciatore a vita- Coordinatore MSE isola d’Ischia
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