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di Antonio BUONO*
A pensarci bene, il mancato referendum contro la caccia è stata una grossa fregatura soprattutto per i cacciatori.
Se quei quattro scappati di casa fossero stati capaci di raccogliere le firme necessarie, senza alcun dubbio, si sarebbe finalmente scritta la parola fine sulla caccia in Italia.
Si, perché la maggior parte degli Italiani, decide per “sentito dire” su ogni cosa.
Va da se che, dato per certo che i cacciatori sono assassini di uccellini, avremmo avuto il ”de Profundis” contro coloro i quali sarebbero i più cattivi carnefici della storia umana.
E da qui: “Ave Caesar, morituri te salutant”.
Il “peggiore” dei mali del nostro Paese, sarebbe stato risolto, di tutti gli altri ci avrebbe pensato come sempre Pulcinella!
E, a pensarci ancora meglio, visto il marasma venatorio in cui tutti noi cacciatori “sguazziamo”, strafottenza di comodo associazioni varie comprese, non sarebbe stato affatto una brutta cosa.
Si, perché continuare ad andare a caccia in queste condizioni, pagare quello che ci viene imposto per essere poi vessati e maltrattati da tutti, costretti sempre più ad accontentarci di ciò che ci resta tra spazi e specie, laddove i vari enti preposti contrari a prescindere, ci fanno “dono” dall’alto della loro “scienza e coscienza”, non ha più senso, sa di macroscopico masochismo!
Penso spesso agli Indiani d’America, reclusi loro malgrado nelle riserve e costretti a doversi accontentare di ciò che restava delle grandi praterie: il nulla!
Con la chiusura della caccia in Italia si sarebbe azzerato il tutto, associazioni venatorie in primis e circoli periferici compresi, fine della “zuppa per gli uni e dell’orticello privato per gli altri”…Deo gratias!
E infine chissà, magari con il tempo, mischiando carte e cartucce, qualche bravo chiromante un miracolo avrebbe potuto pure farlo…chissà!
*Cacciatore a vita
Coordinatore MSE Ischia
Portavoce Nazionale MSE

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